Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Redditi pubblici, è vera gloria?

di LUCA TELESE

Perché da due giorni stiamo discutendo di questi redditi? Perché i siti vanno in tilt? Non solo per “guardonismo” fiscale, ma per un dato di fatto oggettivo. Le dichiarazioni dei ministri hanno certificato un dato intuitivo: siamo passati dal governo di Creso al governo dei Paperoni; dall’autocrazia dell’imprenditore fai-da-te al governo illuminato degli ottimati. Prima domanda: c’è per forza qualcosa di male, in questo? Assolutamente no: siamo contenti (beata lei!) per i 7 milioni di Paola Severino e anche per il mezzo milione di euro di Filippo Patroni Griffi (che però la casa se la poteva comprare senza sconti di Stato, no?). NON AMO gli invasati del pauperismo, le grida di chi considera la ricchezza un crimine: i soldi guadagnati con onestà sono sempre legittimi. Il primo problema, però, è che sono stati gli stessi ministri ad accettare con difficoltà questa idea, dando vita a una inedita manifestazione di glasnost al rallentatore: mi butto, non mi butto … (e qualcuno è arrivato fuoritempo massimo). Perché tanto pudore? Intanto perché c’era una coda di paglia (loro, non nostra). L’immagine dei “Paperoni” è meno accattivante di quella dei “francescani sobri”, dei “professori austeri”, del trolley e del loden. Si può essere anche plutocrati: il problema è quel che si fa, e nell’interesse di chi. In America i redditi di chi governa sono noti da sempre, non perché pensano che tu evada, ma perché è decisivo sapere chi ti finanzia (e come ti condiziona). Poi ci sono pensieri maliziosi, ma inevitabili: la prossima volta che ci faranno una tirata sui titoli pubblici da comprare, ci ricorderemo – magari – che con 11 milioni nel salvadanaio, il nostro rigorosissimo premier non ha investito un centesimo in Bot. E alla prossima tassa occulta sulla povertà (dopo il blocco di indicizzazione per retribuzioni e pensioni o taglio dei trasporti regionali) ci ricorderemo di Mario Ciaccia, il sottosegretario in Porsche con reddito da un 1, 6 milioni. La ricchezza non è un peccato, ma una responsabilità, sì. Ed è uno status che ci induce a uno sguardo severo, quando qualcuno di questi ottimati parla con la lingua di Maria Antonietta. La sovrana che alla constatazione “Il popolo ha fame!” replicava serafica: “Allora dategli brioches!”. L’ultimo paradosso: è ragionevole che un grand commis d’etat che serve il Senato (come Antonio Malaschini), guadagni tre volte il presidente del Senato? Credo di no. Queste riflessioni se ne portano dietro un’altra: se la politica diventa il gioco dei ricchi che possono permettersi di rinunciare a emolumenti principeschi, siamo sicuri che la democrazia ci guadagni? Di fronte a buste paga (spesso pubbliche) di milioni di euro l’anticasta va ripensata. Preferisco difendere l’idea che un politico (se lavora) sia pagato bene, piuttosto che cedere alla demagogia del “tagliamo tutti i privilegi” per spianare la strada solo ai privilegiati. Si può anche essere ricchi e disinteressati (e molti di questi ministri lo sono): ma le persone hanno diritto a interrogarsi su chi chiede sacrifici senza preoccuparsi di quel che costano a chi li deve fare: Paperone diventa antipatico quando chiede prestiti a Paperino. 

twitter@lucatelese


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6 risposte a “Redditi pubblici, è vera gloria?”

  1. Avatar Vitaliano
    Vitaliano

    Intensa riflessione, Luca. Decisamente condivisibile in toto. Alla fin fine, una delle verità risiede nel fatto che i soldi accreditano: se ne hai (con tutto l’entourage che ne consegue) hai voce in capitolo (tutti), e godi di accreditamento ad ampio spettro.

  2. Avatar nazario c
    nazario c

    il problema esiste eccome! perché sono proprio loro del governo monti che ipocritamente spostano spesso il discorso sulla questione “etica”, parlando di denari. allora ci autorizzano a replicare sulla stessa scia: è etico che chi prende 1.400 euro al giorno di pensione partecipa a decidere che chi prende 1.000 euro al mese di pensione non può riscuoterli in contanti? è etico che chi ha 10 appartamenti a reddito dica che i figli degli altri vogliono stare a casa, perché con uno stipendio di 1.200 euro, a vivere altrove farebbero la fame (tra affitto, bollette, ecc.)?
    e poi viene un sospetto: questi che hanno avuto a che fare sempre con cifre a tanti zeri e con interessi enormi e con persone sempre con le mani in pasta, li facciamo “santi subito” o aspettiamo di raschiare la patina di incorruttibilità che li ammanta, prima di giudicare se non debbano stare anche loro tra noi peccatori…

  3. Avatar fabrizio
    fabrizio

    Luca, lucido articolo.
    Una nota però va fatta; la pubblicazione dello stato patrimoniale sebbene apprezzabile, a me suona retorico. Personalmente non mi interessa sapere dei loro averi, e non dovebbe interessare dei miei, sebbene miseri, a nessuno.

    Di una cosa sono preoccupato; poichè io sono fermamente convinto che il recupero della salubrità dei nostri conti pubblici, passa per l’iinalzamento (ma molto significativo, non dell1-2%) dell’aliquota massima IRPEP, mi chiedo quanto mai un governo di Paperoni ci metterà mano veramente.

  4. Avatar la zanzara
    la zanzara

    le LITI pluriennali, fino a tre mesi fa, fra centro dx e centro sx ci sono costati migliaia di milioni di euro sul debito pubblico ; oggi L’ACCORDO fra centro dx e centrosx , oltre a costarci loro stessi ,ci costano la consulenza di questi illustri professoroni piu’ il nostro “impoverimento” personale……..
    ………ma di che stiamo discutendo??????????…………………….che il centrodx fosse protettore di caste e professioni si sapeva ,……………mi meravigliano quelli di sx che si professano santi protettori di quelli che guadagnano 1200 € mensili !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    ………………e pensare che esiste sempre chi ci crede !!!!!!!!!!!!!! mha !!!……………..in fondo , Monti, e’ stato chiamato da Napolitano , o no !!!!

  5. Avatar Claudio
    Claudio

    Riflessioni condivisibili. Sto leggendo un quotidiano di oggi e sono pubblicati anche i redditi dei manager della pubblica amministrazione (polizia, agenzia entrate, inps ecc.). I redditti pubblicati dei 34 dirigenti vanno dai 216.711 Euro del direttore dell’Inps Mastrapasqua, ai 621.253 del capo della polizia Manganelli; nel mezzo troviamo attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Pensiamo davvero di ridurre il debito pubblico con questi costi fissi? La mia non è demagogia. Sono un libero professionista che segue le aziende di piccolissima dimensione (fino ad un massimo di 20 dipendenti), e mi chiedo se chi ci governa si rende conto di quante persone e mezzi servono ad un’impresa per raggiunere, non redditi, ma ricavi pari ai redditi di un solo dirigente. MI sembra che la sporporzione sia notevole.

  6. Avatar Riccardo
    Riccardo

    Spiace dirlo, ma trovo singolare che a concionare sulle ricchezze dei ministri (oltretutto trovo che le tesi enunciate in quest’articolo siano abbastanza strampalate: se vengono chiesti soldi a Paperino bisognerebbe chiedersi semmai se in quel momento c’erano alternative praticabili, e non reputare sbagliata la richiesta unicamente perchè proviene da Paperone) sia un giornalista che fino a qualche anno fa era un dipendente di Berlusconi. Evidentemente ci sono dei soldi che puzzano ed altri che puzzano molto meno…

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