Moltissimi mi scrivono per per criticarmi. E altrettanti per farmi i complimenti dopo la puntata choc di In Onda con Gianni Alemanno.
Tralascio i complimenti e passo subito alle critiche. Molti mi dicono:
ma ti sei accorto che sembravi preconcetto? Che parevi troppo aggressivo? Non è che sei fazioso perché Alemanno è di destra?
Ovviamente no.
E allora sarebbe il caso di spiegare almeno questo: mentre l'emergenza neve è ancora in corso, non noi giornalisti, ma il sindaco Gianni Alemanno, ha ingaggiato una battaglia senza quartiere contro tutto e tutti, dalle istituzioni ai media. Non aveva ricevuto critiche particolarmente dure (pensate a cosa è successo alla Vincenzi e quante gliene sono piovute sula testa per l'alluvione!), ma ha deciso che doveva scendere in campo. Non solo contro noi gornalisti – ci siamo abituati – ma anche contro il capo della Protezione civile Gabrielli.
Questo è un po' più grave e impone un minimo di rigore. Mi sapeventa, e vi spiego perché: un funzionario dello Stato che è impegnato in una emergenza nazionale con morti e feriti, viene attaccato da un politico che non esita a passare in tutti gli studi televisivi (ne ho contati almeno sei, nel giorno della neve, ma sicuramente è un calcolo per difetto) per difendere il proprio consenso. Per fare una guerra preventiva, una raffinata e ben dissimulata campagna politica. Nel fare questo Alemanno perde il diritto di sottrarsi alle critiche. E' lui che ha iniziato una guerra senza senso, e lui che deve subire le domande, anche dure, se serve.
Ma il bello è il resto: nel corso dell'intervista a In Onda sono emersi una serie di dettagli abbastanza surreali. Proov a riassumere solo i più grotteschi:
1) Alemanno critica Gabrielli, ma amette che la Protezione civile nel suo documento, aveva parlato di neve, annunciandola, anche se lui aveva capito. Poi dice che si trattava di una previsione di 15 centimetri (ma il piano neve sarebbe dovuto scattare lo stesso!).
2) Alemanno ammette che nei magazzini della città non c'era il sale necessario (per ora, fra l'altro, sparge sale da cucina, come scrive anche su Il Foglio Cerasa allegando foto) anche se tutti sapevano che a Roma avrebbe nevicato.Dice che lo sta ancora cercando!!!
3) Alemanno ammette che gli autobus e i mezzi urbani – o buona parte di loro – erano senza catene e aggiunge che non si possono montare una volta usciti dal deposito (Sicuro? sono sommerso di messaggi di autisti che gli dicono: ma che sta a di' Gianni? e mi ricordano che loro lo fanno abitualmente).
4) Alemanno sostiene la meravigliosa teoria che gli alberi caduti che ostruivano metà delle vie di Roma (non giovedì, non venerdì, ma ancora sabato: visti con i miei occhi – per esempio – sul Muro torto) perché – udite udite! "I pini di Roma non sono abituati a sostenere la neve". (Ma non sarà forse anche perché non sono potati, visto che spesso cadono anche senza neve?).
5) Alemanno accusa Gabrielli di voler fare politica (o carriera) e più volte fa capire che si dovrebbe dimettere.
6) Alemanno ignora – o almeno così ha detto – che in base alla legge è il sindaco la prima e insindacabile autorità di protezione civile.
7) Alemanno prova a dire che le critiche, ad esempio le mie, gli arrivano perché lui è di destra (una balla, ovviamente, se non altro perché da anni lo intervisto senza nessuna pregiudiziale, e visto che ho persino raccontato la sua storia di militanza giovanile in Cuori neri).
8) Alemanno non risponde nulla sul fatto innegabile che nel giorno della neve abbia trascorso più tempo negli studi televisivi che nelle sale di controllo capitoline ("Non più di un'ora", dice addirittura, basta vedere su Youtube, e aggiungere il tempo che serve per passare dagli studi di Sky al Palatino, per capire che è esattamente il contrario).
9) Alemanno non dice nulla quando gli si ricorda che nessuno sui giornali ha sollevato polemiche sulla Polverini e su Zingaretti, se non altro perché loro sembrano veramente dediti all'emergenza, e non alla tribuna poliktica.
10) Alemanno non nega – malgrado molte perifrasi – di non aver chiesto nessun soccorso a Gabrielli nel corso della famosa riunione del comitato a Palazzo Chigi
11) Alemanno ammette di essere stato una sola altra volta alla riunione di quel comitato (emergenza Tevere). E tracura il fatto che la sola comvicazione di quella riunione – a cui dice di essere voluto andare lui, evidentemente lo riteneva necessario – dava l'idea dell'emergenza.
12) Alemanno si mostra molto insofferente, irascibile, anzi, proprio incazzoso. Se vuole tenere questo comportamento non mi stacandilizzo: ma poi aggiunge che "Meglio di Gabrielli, che si è comportato male e in modo ambiguo, sarebbe stato Bertolaso che mi caccio' via dalla gestione dell'emergenza Tevere". Decida.
Ecco perché, rivedendomi la puntata mi chiedo: ma Alemanno si è reso conto di aver detto tutte queste cose (e anche altre) che non stanno insieme l'una con l'altra? Si è reso conto che l'idea di farsi dei nemici per polarizzare i cosensi dei propri e fare quadrato con la propria tribù è la più vecchia delle strategie comunicative di Berlusconi (e tendenzialmente riesce solo a lui?). A chi poi avanza sospetti di faziosità posso davvero rispondere a cuor leggero. Le domande le faccio e le ho fatte sempre a tutti, come si può verificare con una piccola ispezione su Youtube. Ma in ogni caso almeno una cosa gliela devo riconoscere: molto megli lui che ci mette la faccia, cdi tutti gli altri che si tirano indietro perché pereferiscono i programmi scediletto senza domande. Non a caso, sabato scorso, abbiamo fatto una puntata sui pasticci della Margherita, senza una virgola di sconto, ricordando tutti quelli che hanno declinato l'invito perché perferiscono non dire una parola.
Luca
twitter@lucatelese
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