Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Una speranza per i dimenticati dell’Asinara

di LUCA TELESE

Ci sono sconfitte che possono partorire vittorie. Ci sono cadute rovinose che preludono a resurrezioni inaspettate, come quella che si prospetta in queste ore per gli operai di Porto Torres: solo pochi mesi fa erano stati condannati alla disoccupazione irreversibile, e adesso – invece – sono di nuovo appesi al lumicino di una nuova (e bella) speranza industriale. Così, i cancelli della Vinyls, appena chiusa dopo il fallimento dei suoi dirigenti e la prova di incapacità di ben tre diversi ministri del governo Berlusconi, potrebbero riaprirsi per il coraggio di una impresa privata che ha preparato un piano di riconversione dello stabilimento con lo scopo di realizzare nove produzioni ecologiche nel campo degli oli riciclati e dei biocombustibili. E dunque, dopo la drammatica chiusura dell’industria chimica, e dopo un anno di protesta dei suoi operai con la clamorosa trovata mediatica dell’Isola dei cassintegrati (“l’unico reality reale, purtroppo”), dopo tanti inganni e tante promesse in fumo, dopo la bella solidarietà generazionale fra padri lavoratori e occupanti e figli internettiani (leggere il bellissimo romanzo Asinara Revolution di Michele Azzu e Marco Nurra, appena uscito da Bompiani) dopo mille compratori volatilizzati nel nulla, è una iniezione di speranza quella che si prospetta dopo la presentazione del progetto della Finambiente, una industria privata che propone di acquistare la fabbrica, riconvertire l’impianto, ed assumere gli oltre cento operai del vecchio stabilimento che in questi mesi erano rimasti senza lavoro. IL PIANO è stato già vagliato dai commissari liquidatori che hanno in mano la gestione dell’industria chimica e adesso attende solo il via definitivo del ministero dello sviluppo economico. Ha qualche possibilità di riuscita? Tutto è nel mani di Finambiente, una società che fino a ieri aveva stabilimenti a Genova, Alessandria, Palermo e Cagliari. E che fino ad oggi ha operato nel campo della raffineria chimica, producendo basi per oli per motore riciclati e occupandosi di bonifiche. Adesso, con il nuovo progetto, la società vuole produrre, proprio a Porto Torres, approfittando della poderosa rete infrastrutturale e della centrale energetica che fino a ieri alimentava il petrolchimico, gli oli finiti (dalla materia prima al barattolo) e una nuova linea di biodiesel derivati da scarti vegetali. Un progetto che secondo le stime di Finambiente dovrebbe costare 65 milioni di euro, e che i tre comuni interessati (Sassari, Porto Torres e Alghero) considerano una vera e propria manna. Infine, dettaglio non solo simbolico, la società ha assunto come responsabile delle relazioni istituzionali Tino Tellini, uno degli operai che era stato leader dell’isola dei cassintegrati. Un segnale, insomma, che la Finambiente vuole proseguire il suo progetto con una attenzione particolare al territorio, agli operai, e al suo capitale umano. Dietro questa impresa c’è un imprenditore, Bartolomeo Bonura – genovese, 57 enne – che fino a ieri ha operato con molta discrezione. “In tempi di crisi si potrà pensare che questa sia una operazione temeraria. Data la situazione lo è. Ma siccome in questo momento il mercato tiene e la nostra società riesce a fare fronte solo al 20 % degli ordinativi – spiega – è il momento migliore per porre le basi di un salto di qualità”. E a chi oppone lo scetticismo di prassi, dopo i tanti fallimenti di questi anni, Bonura risponde molto semplicemente: “Oggi fatturiamo 25 milioni di euro l’anno, e per questo progetto, che quando arriva a regime occuperà 30 operai in più della vecchia Vinyls senza nessun pericolo per l’ambiente, non chiediamo nemmeno una lira di denaro pubblico. Se esiste una garanzia delle nostre intenzioni – conclude l’imprenditore – questa è la prova migliore che non cerchiamo sussidi né avventure”. E se chiedi a Tino Tellini perché si sia imbarcato in questa impresa risponde in modo ancora più semplice: “Perché spero che riusciremo a restituire un lavoro ai miei compagni”. Solo il tempo – e l’impegno dell’Eni per un accordo territoriale di programma – potranno dire se questo sogno potrà diventare realtà. 


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3 risposte a “Una speranza per i dimenticati dell’Asinara”

  1. Avatar la zanzara
    la zanzara

    questa si che e’ una buona notizia luca……….

    xangelo e iatra

    questo Bonura e’ uno di quei super-ricchi, come li chiamate voi, che io ritengo non debbano essere ulteriormente tassati con strane patrimoniali oltre quelle esistenti

  2. Avatar cilios
    cilios

    Grazie per aver parlato,ancora una volta,degli operai di Porto Torres.Speriamo che si trovi una soluzione positiva ,così pure per i lavoratori dell’ Alcoa ,che .non bisogna dimenticarlo,tre anni fa si lasciarono incantare da Cappellacci (leggi Berlusconi) contribuendo ala sua elezionel a governatore della Sardegna .P,roprio oggi veniamo a sapere che il Babbeo (non è un insulto ma è l’aggettivo usato dallo stesso Cappellacci per autobiasimarsi per uno dei tanti “errori”commessi durante questo triste triennio) risulta ultimo in classifica così pure nel 2009, fra i governatori nel gradimento relativo ad una indagine,fatta dal Sole24ore sul consenso degli amministratori locali..

  3. Avatar iatra
    iatra

    Caro Zanzara,credo che tu non abbia capito granchè della mia precedente analisi. Questo Bonura potrebbe essere anche un super-ricco,e se lo fosse,sarà sicuramente perchè si è fatto il culo nella sua azienda,e con le sue maestranze,per incrementare fatturato e posti di lavoro. Quindi,per concludere,non è certamente,come alludeva Angelo,uno di quei ricconi che hanno fondato le loro fortune muovendo capitali con i computer,i telefoni e i prestanome.Incentivando i Bonura e tassando i secondi fino all’osso,si potrà (probabilmente) uscire da questa crisi.

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