Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

“Niente prestiti? Colpa delle regole europee”

di LUCA TELESE

L’età del consumo e credito facile è finita. Il nostro declino è già iniziato, e se lo scenario attuale permane così è anche irreversibile. Le banche stringono i cordoni perché i vincoli di Basilea sono ineludibili. O le nazionalizziamo, oppure quello che sta accadendo è inevitabile: la Bce presta il denaro a loro, e loro non lo prestano a noi”. Aveva scritto un libro, più di due anni fa – L’Europa s’è rotta – in cui pronosticava l’assalto speculativo all’Italia e la crisi dell’Euro. Ne ha scritto un altro, l’estate scorsa, Era il mio paese, in cui lanciava l’allarme sulla deindustrializzazione e l’impoverimento dell’Italia. Da anni – sul blog di Beppe Grillo – Eugenio Benetazzo tuona contro la moneta unica, lo strapotere delle banche, le scelte economiche che hanno messo in ginocchio le economie nazionali. E oggi è ancora più pessimista: “Gli anni che abbiamo vissuto, quelli del credito facile, delle imprese che investono, della grande industria italiana sono finiti”. Benetazzo, cosa la portava a prevedere la crisi dell’Europa a partire dalla Grecia, nell’estate prima della sua esplosione? L’euro è una moneta troppo forte per i paesi dell’europa mediterranea. Solo cinque anni fa dirlo era una bestemmia, tre anni fa era ancora una eresia, ora anche gli economisti ufficiali ammettono che il ragionamento è sensato. Perché? Paesi come il nostro hanno campato sulla svalutazione competitiva. L’euro ha cancellato questa possibilità. Non ci voleva la palla di vetro per capire che la Grecia, il paese più debole, sarebbe stata attaccata per prima. E che l’Italia sarebbe diventata un obiettivo successivo malgrado i suoi fondamentali sani. La Bce poteva evitare quello che è successo? L’unica preoccupazione della politica di Trichet è stata di contenere l’inflazione. Ma già nel 2010 l’euro era una moneta non fallita, ma fallimentare sul piano sostanziale. Cioè? I tassi da pagare per rifinanziarsi viaggiavano, per noi, intorno al 3 %. Dopodiché, in un momento ben determinato, siamo entrati in una spirale autodistruttiva. In che senso un momento ben determinato? L’assedio della finanza all’Italia inizia nell’estate del 2011 pochi giorni dopo il risultato dei referendum in cui la maggioranza degli italiani si pronunciavano contro il nucleare e a favore della proprietà pubblica dell’acqua. I mercati hanno voluto punire l’Italia? Mi pare esagerato. Eravamo un’anomalia, e, senza evocare nessun complotto, in questo momento in Europa non sono tollerate anomalie. Se rilegge Era il mio paese troverà un’altra previsione: Berlusconi, che non aveva più il consenso per sostenere questo livello di riforme mercatiste sarebbe stato liquidato e sostituito con qualcuno più idoneo ad adeguarsi ai parametri monetari. Non potevo prevedere che sarebbe stato Monti, ma tutto il resto era scritto. Non ci sono prove di questo complotto … Non è un complotto, ma un intento dichiarato: uno dei punti principale della lettera della Bce menziona anche la privatizzazione dei servizi pubblici. Parliamo delle banche, e del ruolo che svolgono… In questo momento hanno le mani legate. Stanno strangolando il credito, ma è inevitabile, dati i vincoli a cui sono sottoposte. Spieghiamolo. Le banche stanno vivendo un momento di grande difficoltà a fronte dei processi di deterioramento della qualità del credito. Il termometro di questa sofferenza è rappresentato dall’andamento delle quotazioni di borsa: nel 2008 le azioni del Monte dei Paschi valevano 3. 5 euro l’una. Ora meno di 30 centesimi. Unicredit era a 6 euro, oggi è a meno di 70 centesimi … Ma perchè allora le banche non prestano? È un processo matematico. Dati i vincoli imposti dalla Bce, devono rispettare e mantenere un determinato coefficente di solidità patrimoniale dato tra il capitale di rischio proprio e il totale de prestiti erogati. Per aumentare questo rapporto o aumentano il numeratore ovvero cercano nuovo capitale di rischio dal mercato attraverso nuovi aumenti di capitale oppure diminuiscono il denominatore, ridimensionando, revocando e contraendo fidi, prestiti, in una parola credito. Non c’è soluzione, quindi? Finché siamo in Europa e ci dobbiamo riscontrare con la Bce. La gente si metterebbe le mani nei capelli se sapesse come sono calcolati i quozienti di solvibilità patrimoniale. Se vogliamo che cambino ci sarebbe solo la nazionalizzare. Invece di avere delle banche al servizio dell’economia, abbiamo l’economia al servizio delle banche. Malgrado le critiche, anche lei pensa che non si possa rischiare il collasso del sistema bancario. Le banche sono il cuore dell’organismo. Se smette di battere tutto crolla. Quali sono stati gli errori? I Tremonti bond sono stati una grande occasione persa: lo Stato ha messo a disposizione delle banche denaro senza pretendere nessuna garanzia sulla governance. Il meccanismo ora è impazzito e gli istituti pensano unicamente alla propria autotutela. E l’Italia? Quando un Paese come la Grecia raccoglie denaro all’ 8 % è già tecnicamente fallito. Noi ci siamo andati vicini. Ci salva la stratosferica ricchezza privata, immobiliare e finanziaria. Però? Però bisogna iniziare a convivere con l’idea che in questi due anni di crisi siamo entrati in un processo di deindustrializzazione, di crisi finanziaria e di sudamericanizzazione sociale. Cosa prevede? Eravamo poveri. Siamo stati ricchi. Torneremo poveri. 


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5 risposte a ““Niente prestiti? Colpa delle regole europee””

  1. Avatar Vittorio
    Vittorio

    Condivido la visione di Benetazzo. Però penso che si potrebbe creare una cosa alternativa, magari un’unione di stati europei meno la Germania che sembra voler fare la sua strada da sola dato che la Merkel probabilmente in vista della rielezione nel 2013 concederà pochissimo agli altri stati.
    Siamo messi male. Chi pontifica e ci spiega come il debito si è creato è chi ha sempre vissuto in quel sistema, ma se ne accorge solo ora. Tutti vogliono rifarsi una verginità. Adesso tutti si sono formati visitando le fabbriche, ma non lavorando nelle fabbriche.
    Anni fa leggevo nei libri di testo che l’obiettivo dei manager è di massimizzare il valore per gli azionisti, ma guardando a quanto hanno perso le quotazioni dei titoli e ai bonus dei manager c’è qualcosa che non torna.
    Tra un paio di mesi il PD sarà in caduta libera. D’altra parte se mandi un biglietto in cui esplodi di gioia e dici che i miracoli esistono quando invece per gli italiani comincia un incubo…

  2. Avatar Andrea Z
    Andrea Z

    LE cose che dice Benetazzo sono vere ma incomplete.

    C’e’ una grande differenze fra banche Italiane e banche estere. IN Italia il credito lo si fa a chi ha gia’ soldi, immobili GAranzie. All’estero i piccoli medi importi sono erogati tramite business plan. Se gli dice che ha hai degli immobili e non hai il business plan all’estero la banca ti dice, allora vende i tuoi immobili e non venirci a chiedere soldi. Senza business plan non si va da nessuna parte.

    IN Italia in banca manco sanno leggerlo un business plan, mio padre lavora in banca lo so benissimo. Cio’ comporta che i ricchi che hanno gia’ i soldi hanno accesso al credito, chi ha buone idee con possibilita’ di guadagno, con poche risorse non viene neanche ascoltato. Peccato che sono queste persone che fanno crescere l’economia quindi il PIL.

    Da cio’ ne consegue, la bassa crescita, il PIL non cresce e le banche sono tra i maggiori responsabili. Non sono cresciute neanche loro. Le banche in Italia sono diventate grandi non per meriti propri, ma esclusivamente perche’ si sono UNite (merged) a formare gruppi piu’ grandi.

    Adesso aiutare le banche che, con una visione veramente di breve durata, per loro sicura, non penso sia giusto. LA colpa della mancata crescita e’ sopratutto loro con i loro metodi di erogare il credito da incopetenti e con un lavoro si bassissima qualita’.

  3. Avatar la zanzara
    la zanzara

    LA SX E IL BENE DEL SUO POPOLO:

    pur di togliere la gnocca a berlusconi, ha optato per monti, a cui piace il culo dei lavoratori

  4. Avatar Vittorio
    Vittorio

    @ Luca Telese
    @ Eugenio Benetazzo

    Se possibile, mi piacerebbe che uno di voi o entrambi, dato il vostro ruolo e la vostra professionalità, illustrassero quali sono state negli anni le entrate dello stato italiano e farne una comparazione con gli altri stati.
    Perchè in tutto il marasma che sta succedendo anche dal punto di vista mediatico, non si capisce bene se allo stato sono mancate entrate e per questo c’è il debito o se semplicemente le entrate sono state utilizzate male. Perchè se è la prima ha senso una manovra basata sulle entrate, se è la seconda è più preoccupante.

    Grazie

  5. Avatar valter
    valter

    se come afferma eugenio benetazzo in una sua intervista che le banche ( e le poste ) sono il cuore del sistema e di questo occorre dargliene atto non mi riesce di comprendere come mai la stagrande maggioranza dei giornalisti non mette in agenda la trattazione di un tema cosi’ importante. Forse per un timore reverenziale nei confronti della classe dominante o per sudditanza. Certo e’ che cosi’ facendo uomini come benetazzo restano una voce isolata in un coro fatto di voci bianche. un vero peccato perche’ i risparmiatori o quello che ne resta sono presi nel giogo degli operatori delle banche e delle poste ed a costoro vengono tutt’ora proposti titoli strutturati , del debito sovrano e fondi domestici alimentando un mercato a perdere. forza luca telese vai a scandagliare nellla palude delle banche e poste e scoprirai un mondo in buona parte avulso dalla realta’ che si nutre di un clientelismo dannoso .

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