di LUCA TELESE
Onorevole Versace, ma cosa ci combina?
Perché, scusi?
Nel giorno del compleanno di Berlusconi lei se ne va dal Pdl e dice pure che è un regalo!
(Ride) No, guardi. Che me ne vado è vero. Che sia un regalo, invece, è solo la sublime malizia di Lauro e Sabelli di cui ero ospite in radio…
Però il regalo avvelenato c’è davvero…
Non direi che è un regalo, a dire la verità. Mi riprendo la mia libertà. D’ora in poi non voterò la fiducia al governo.
Dunque, che Santo Versace, il più famoso stilista italiano sia un osso duro lo sanno tutti. Che in questi anni, pur eletto nel Pdl, non abbia mai fatto mancare la sua voce critica, è altrettanto noto. Fino a ieri, però, la sua eresia era rimasta dentro le mura della grande casa del centrodestra. Da oggi, come racconta lui stesso, non abiterà più nella maggioranza berlusconiana. E altri, una quindicina, sarebbero pronti a seguire il suo esempio. Oggi Versace non esclude di approdare al Terzo polo di Casini e Fini, e nemmeno al Pd. Sentite in virtù di quale ragionamento.
Onorevole Versace, lei l’estate scorsa, dopo una intervista a Il Fatto, mi pregò di precisare che se era in Parlamento era grazie a Berlusconi.
È vero, la chiamai io stesso: mi piace dire la verità. Fu lui a chiedermi di entrare in Parlamento per il Pdl…
Non pensa di dover rimettere il mandato?
Nemmeno per sogno. Io sono Santo Versace, mica un nominato nella lotteria della fortuna.
Che cosa vuol dire?
Che uno dei motivi per cui mi sono impegnato in politica è perché combatto una concezione proprietaria della politica.
Ha avuto un posto bloccato in lista, però.
Perché purtroppo la legge elettorale è questa, e perché purtroppo le liste le decidono i partiti. Ovviamente avrei preferito candidarmi con le preferenze, perché non ho certo paura di misurarmi. Dopodiché le dico due cose. Primo: io sono uno di quelli che a essere eletto ci ha rimesso, anche economicamente. Secondo: Berlusconi mi ha pregato perché mi candidassi, e non ero affatto in una posizione sicura.
Quindi non si sente in debito?
Se ti chiedono di candidarti, e se non ci guadagni nulla, vuol dire che al tuo partito qualcosa glielo porti, no? Non reclamo crediti, ma non ho nessun debito.
Ma a qualcuno sentirà di dover rispondere.
Oh sì… sono un dipendente dei cittadini che mi pagano lo stipendio. Non mi ritengo un miracolato, non lo sono, tutta la mia vita è lì a provare il contrario.
Le piace stupire, vero?
Perché dice questo?
Non se n’è andato il 14 dicembre, quando avrebbe potuto far cadere Berlusconi, se ne va adesso che il Cavaliere pensava di aver tirato il fiato.
Non sono una persona sleale: ho pensato che il governo meritasse una possibilità. Ma adesso mi riprendo la libertà.
Ma è un gesto a sorpresa, perché?
Penso che il primo problema da combattere, oggi, sia la corruzione politica. Ho sperato che questa maggioranza cambiasse rotta.
Si riferisce al caso del ministro Romano?
Sì, ma non solo. Ho parlato tante volte a Berlusconi, gli ho detto quali erano le mie preoccupazioni.
E lui?
Non c’è stata una volta in cui mi abbia detto: Santo, stai sbagliando. Ti dice sempre che è d’accordo su tutto. Poi non cambia nulla.
Lo abbandona a metà del guado…
Veramente ho votato tante volte la fiducia senza esserne convinto. Ho votato tante cose in cui non credevo.
Ha pesato di più quella che lei chiama la questione morale, oppure la crisi?
Hanno pesato entrambe le cose. La questione morale, come ripeto sempre, è trasversale a tutti i partiti. Ma questa Finanziaria è stata una follia.
Adesso cosa farà?
Adesso sono nel Gruppo misto. Guardo con molto interesse a Casini e Fini. Ma anche al Pd.
Non ci credo.
È la verità. Anzi, se dovessi dirle, vorrei che si creasse un governo con il Pdl, il Pd e il Terzo polo.
Perché?
Perché credo che in tutti gli schieramenti che conosciamo ci siano persone di grande valore.
Dica la verità, onorevole Versace, nessun rimorso?
Senta, io sono calabrese. Quando decido una cosa non ho rimpianti.
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