Vincere senza la tv generalista, e contro la tv generalista. Un tempo era considerato impossibile, stavolta è accaduto. Un tempo si diceva: “Può accadere, diciamo, solo per fenomeni di nicchia come il grillismo”. Poi i grillini sono diventati il terzo partito in Emilia Romagna (altro che “nicchia”). Poi Vendola ha vinto contro la macchina da guerra dalemiana in Puglia grazie a twitter e video-lettere sul sito. Poi Pisapia ha vinto le primarie. Allora i webscettici ci hanno spiegato di nuovo: “Una cosa è vincere le primarie a Milano con 50mila votanti e qualche mail. Altro è l’impresa impossibile, diciamo, di battere la Moratti”. E allora Pisapia (come Zedda, e De Magistris) con “qualche mail”, ha messo al tappeto Bat-Letizia: la Moratti ha speso 15 milioni di euro in seiXtre e spot. Risultato fantastico: un milione per ogni punto perso. E’ cambiata la politica: prima con Obama in America, ora da noi. Mentre i partiti spendevano soldi per mobilitare apparati, bastava scorrere i tuoi amici Facebook per trovare le tracce della più potente campagna virale degli ultimi anni: “Battiquorum, io voto!”, replicato su migliaia di pagine. Allora il web scettico diceva: “Sì, ma internet – diciamo – è una moda generazionale per giovani”. Mio padre, libraio, ha imparato a mandare le mail a settant’anni per vendere libri via web. E i nipoti hanno portato le opinioni alle orecchie dei nonni che ancora non smanettano L’I-pad. Allora i web scettici ci hanno detto: “Poveri illusi! Come potere pensare che questo, diciamo, mobiliti 25 milioni di Italiani?”. Il solito ottimismo delle mummie che hanno in mano il centrosinistra. Sabato ho ricevuto questa mail del senatore Ceccanti (Pd): “Votate due No sull’acqua”. Pierluigi Bersani ha avuto un merito, va detto: scaricare in corsa metà del suo partito che tifava per il No e diceva: i referendum di Sel e Idv falliranno. Bella cazzata, diciamo
di Luca Telese
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