Luca Telese

Il sito web ufficiale del giornalista Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Lo sciopero ai tempi dell’Auchan

Immaginate un fortino: un avamposto con le mura e gli spalti, che presidia il confine fra la città e la periferia, dove le strade non hanno nome e i palazzi sono sempre in costruzione. Ma immaginate anche un tempio. Una cattedrale coi suoi fedeli, i praticanti, e gli ortodossi che non perdono una funzione. Quelli della vigilanza ti raccontano: “Quando apriamo le saracinesche, la mattina, sono già lì, in fila, soprattutto gli anziani”.
Immaginate che dentro il tempio il clima è temperato in ogni stagione, che si entra con la macchina e non si paga pedaggio, e che ogni settimana ci sono nuove offerte. Infatti, anche se non c’è un Vangelo, c’è “Il Volantone”. Il volantone delle offerte. Ecco, se avete smesso di immaginare siete già arrivati alle porte del più antico Auchan d’Italia: Casal Bertone. Quello dove sabato scorso i dipendenti hanno scioperato, e dove i clienti (non tutti, per fortuna) hanno protestato: “Dovete lavorare, non potete chiuderci il supermercato”. Per capire questo ultimo frammento di follia, questa nuova variante della guerra fra poveri, dovete prima capire la scintilla che ha innescato la protesta: la richiesta dell’azienda che vorrebbe da tutti i dipendenti lo straordinario domenicale obbligatorio. Se volete capire il motivo della rabbia di questi lavoratori, quasi tutti giovani (o giovanissimi) partite dai loro stipendi: i “veterani” che lavorano a tempo pieno fin dall’apertura (12 anni fa) guadagnano fra 1.100 e 1.200 euro. I part time lavorano 30 ore a settimana, e raggiungono gli 800 euro. La direzione del supermercato paga il lavoro domenicale 2.70 in più netti l’ora. Il che vuol dire che lavorare la domenica consente di guadagnare circa 16 euro in più. Vale la pensa? Per molti sì. Per tanti no. Un tempo i rapporti con la direzione erano buoni, sembrava che i clienti fossero tutti felici di comprare. Adesso, come mi spiega Paolo (ma il nome è di fantasia) “Tutti sono diventati più feroci”. Per farmi capire Paolo prende da una cesta uno schiaccianoci e stringe la tenaglia: “In una delle ganasce ci sono i capi, nell’altra i clienti: noi siamo la noce”.
Già, i clienti. La gente è cambiata, dicono. Al reparto elettrodomestici Anna prova a spigarmelo con un esempio: “Corrono tutti a comprare i prodotti del volantino. E si rivolgono a noi come se potessimo risolvere ogni problema. Ogni tanto arrivano donne furibonde: ‘Ho comprato un ferro da stiro e non ci sono le istruzioni! Dove metto l’acqua?’”. Il supermercato, diventando oggetto di culto deve risolvere i problemi sociali, prendere in cura gli adepti. Chiedo ad Anna se abbia scioperato: “Qui, gli elettrodomestici, nessuno”. Le chiedo perché. Sorride: “Semplice. Io le domeniche le devo fare tutte. Sono part time”. Se sei part time fai tutte le domeniche senza fiatare.Già. Perché dentro il tempio lavorano quasi trecento persone. Ma la babele dei contratti è grandissima, così come le stratificazioni di anzianità. Alle casse, per esempio non ha scioperato nessuno: “Nemmeno lo sapevo!”, mi dice una ragazza. Agli elettrodomestici, invece, in tanti: “Certo – mi spiega uno di loro, che ovviamente preferisce restare anonimo – la direzione ha messo delle persone a fare gli straordinari dai giorni prima, per prevenire l’effetto dello sciopero. E poi ha fatto sparire i nostri volantini, quelli in cui spiegavamo ai clienti il perché delle nostre proteste. Altri li ha strappati dalla bacheca”. Anche allo scaricamento hanno scioperato in pochi. I settori più duri sono presidiati dai part time. Al reparto pesca attaccano alle cinque. E qui trovo Mirko, un altro che ha lavorato: “Ho una fortuna: un caporeparto buono. Se chiedo una domenica di riposo, ogni tanto, me la da. E poi a che mi serve? Anche la mia ragazza lavora!”.
Un tempo nel supermercato c’erano i sindacati, tutti. Ora quelli confederali si sono quasi estinti. “Ti credo – spiega uno dei ragazzi della vendita – hanno firmato tutto, e se scioperiamo ci criticano!”. Il sindacato che ha organizzato lo sciopero è un Cobas: “Abbiamo dovuto mobilitarci – spiega uno di loro – perché ora la direzione vorrebbe uniformare tutti i contratti in questo modo: si lavora tutte le domeniche, senza straordinario, come un normale giorno di lavoro”. Un altro ragazzo del reparto elettrodomestici: “Non ho scioperato, ma son solidale con chi lo ha fatto. A me le domeniche le hanno imposte con un trucco…”. Cioè? “Ero part time, avevo bisogno di lavorare di piú e mi hanno detto: ‘Se vuoi il tempo pieno devi fare tre domeniche’. Così ho un contratto ad personam. Le devo fare comunque”.
Il Volantono, a Auchan è molto più che un depliant, un testo sacro. Esce ogni settimana ed orienta il fiume dei clienti verso prodotti e settori del supermercato: “Adesso – spiega un’altra ragazza delle vendite – ci sono clienti che comprano solo le offerte. Ti faccio vedere: questa settimana pesce spada a 19.90 e albicocche a 1.99 euro al Kg? Ecco, loro comprano e mettono nel surgelatore, in attesa di tempi migliori”. In effetti il volantone ha richiami mistici: “Apri gli occhi!” recitano le pagine. Questa settimana bisogna aprire gli occhi sui prodotti riquadrati in rosso: “Latte Granarolo a 0.67 centesimi, stracchino Granarolo a 0.75”.
In realtà ti spiegano, gli slalomisti che comprano sempre l’offerta stracciata, e accumulano come formichine, sono una minoranza di massa. Quelli che contano di più sono coloro che gettano l’occhio anche intorno all’esca, che si lasciano sedurre dai continui cambi di allestimento. Ma il paradosso è questo: i fedeli della domenica spendono molto di più di quello che guadagnano i commessi per tenere aperto il tempio. E i ragazzi dei reparti hanno uno sconto avarissimo, se devono comprare per se stessi: il 5%. Qui, nel fortino che presidia la periferia, nel tempio climatizzato del consumo, la guerra dei poveri è tutta riassunta in questa doppia immagine. La prima: quella dei clienti che la domenica si incolonnano davanti al garage indispettiti e quando vedono che il cancello è chiuso suonano il clacson per la rabbia. La seconda, quella dei ragazzi che lavorano nel supermercato. Ma che per far quadrare i conti ti raccontano: “Il grosso della spesa la faccio al discount. Altrimenti con mille euro due figli come li sfamo?”. Recita il verbo del volantone: “Auchan, tutta la passione che meriti”.

di Luca Telese


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61 risposte a “Lo sciopero ai tempi dell’Auchan”

  1. Avatar la zanzara
    la zanzara

    @ angelo

    non ti preoccupare per santoro, credo che abbia fatto quella mossa, prima per incassare un po’ di soldini che non guasta, secondo perche’ ormai su b. si e’ detto tutto, terzo perche’ secondo me non andra’ alla 7, ma si sta preparando per scendere in campo……..
    Santoro non e’ una vittima ; il fatto che sia un abile professionista e’ fuori dubbio, che ha scelto di andar via, guardacaso appena andato via masi …………………………………
    angelo, essere svegli non e’ reato, ma nemmeno possiamo far passare gente come santoro per povere pecorelle………………….
    Poi, parliamoci chiaro, morto un papa se ne fa un altro; come si dice, tutti siamo indispensabili ma nessuno e’ necessario

  2. Avatar Zanfreta
    Zanfreta

    E infatti ho detto che lo stimo anche perche nel 96 quando venne inquisito per le denuncie presentate da alcuni galoppini del caimano con uno zelo perfino eccessivo si dimise da ministro e si difese in tribunale da accuse ridicole che finirono col proscioglimento.

  3. Avatar Zanfreta
    Zanfreta

    @Zanzara
    Il trascurabile dettagliuccio e’che la pecorella faceva guadagnare alla Rai 500.000 euro a puntata.E comunque,c’e d’augurarsi che almeno il prossimo papa non abbia le sembianze equine della zanzara Cruciani

  4. Avatar Zanfreta
    Zanfreta

    Uno spazio pubblicitario del criminogeno Michele vale 61000 euro.Non e’ che ora per rimediare ci aumentano il canone?

  5. Avatar Angelo

    @zanzara
    e quando mai io l’ho fatto passare per pecorella o vittima?

    il mio era un intervento generale sulla censura in atto alla rai ed una possibile risposta dei cittadini

  6. Avatar DeadMan87

    @Zanzara, mi son fatto prendere un po dalla foga. Son nervoso, però fidati che il tuo post aveva un che di supponente, magari non voluto, che mi ha dato sui nervi.

    @Zanfreta, per me Nuzzi è un ottimo cronista. Facci invece è ingiustificabile è una sorta di incrocio tra comico satirico e opinion leader fallito, per altro anche come stile è il “giornalista” più ridicolo in circolazione dopo Oscar Giannino, che almeno lo supera in simpatia (per quanto possa essere simpatico uno con quelle idee del cazzo poi..)

  7. Avatar la zanzara
    la zanzara

    ma infatti credo che lo abbia fatto per far dispetto alla rai………………………….
    santoro, non e’ uno che si fa emulare per la politica come si vuol far credere, ma e’ un professionista. Come un giocatore di calcio: il suo compito e’ fare goal (ascolti) e andare dove ritiene che i contratti siano migliori e piu’ favorevoli……..cosa c’e’ di male?
    anche a me dispiace che non ci sara’ annozero, ma credete che sarebbe rimasto solo per farmi un piacere? Ognuno, e’ giusto, segue le sue ambizioni, cosi’ lui .
    ragazzi, non dimentichiamo che noi parliamo per “passione”, ma per lui e’ la sua professione……….e fa le sue scelte inquanto tale;
    come un campione che smette l’esperienza di quel programma nel massimo dei suoi fasti

  8. Avatar la zanzara
    la zanzara

    angelo

    per fortuna,non mi sembra che la rai sia riuscita a censurare santoro;

    era solo un braccio di ferro di potere dove la rai, come vedi, ha perso …………………

  9. Avatar DeadMan87

    @zanzara, in compenso (per quanto lo detesti visceralmente) la rai (anzi la Lei) è sicuramente riuscita a censurare Sgarbi facendogli cambiare tema della prima (e unica per fortuna) serata nel giro di pochi giorni. In oirigine doveva parlare della religione cattolica e anche in modo critico penso. Sapete che amicizie e grazie a quali iniziative ha fatto carriera la Lei?

    La censura esiste ma dipende quanto sei importante (oggettivamente Sgarbi nonostante la notorietà non conta un cazzo, ha più peso persino Paragone), e chi ti trovi davanti al momento in rai. Senza contare che anche le contrattazioni infinite al ribasso e le trasmissioni avviate all’ultimo secondo sono una forma di ricatto inaccettabile in un’azienda che dovrebbe essere pubblica.

    Comunque non dimentichiamo mai cosa fu l’editto bulgaro, abbiamo un bruttissimo precedente stampato a caratteri cubitali nella nostra sempre più scoraggiante storia recente.

  10. Avatar Angelo

    @zanzara
    non credo che Santoro guardi solo ai soldi altrimenti se ne sarebbe andato anche prima
    quando Masi lo boicottava ,se ne va’ percghè è un uomo libero che vuol esprimersi liberamente .

  11. Avatar Gian Luca
    Gian Luca

    No ..i soldi sono tvoppo borghesi……
    Lui preferisce non averli sotto sotto.
    ma per favore…

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