Venghino signori, venghino! Questo è il governo dei lord inglesi, dei taroccatori e dei misuratori di culi, degli indagati, dei sottosegretari all’asta, questo è il centrodestra delle first ladies che si fanno pagare la campagna elettorale da Paperone. E questo è anche – da stasera – il governo dei ministri con il culto della galanteria anglosassone: “Le donne elette con noi – dice infatti a una cena per Letizia Moratti il ministro Ignazio LaRussa – non sono mai state mai brutte come quelle della sinistra”.
Venghino signori, venghino. Tra festini, bunga bunga e alte prediche a favore della famiglia, invettive contro quegli sconsacrati pervertiti dell’Ikea. Venghino: quell’onorevole che sta urlando come un energumeno in uno studio televisivo – per esempio – quel vanaglorioso che parla di sé in terza persona, quello che strepita e che urla, insomma, è l’onorevole Domenico Scilipoti. Ovvero l’uomo che ha barattato l’agopuntura con la propria dignità, e che ha coniugato disinvoltamente i feroci proclami dipietristi di un tempo con le mollezze levantine del responsabilismo di oggi. È l’uomo che non conosce la frontiera del ridicolo, e che usa Paracelso come un randello: “Camurri vergognati! Vergognati!”.
Cos’era successo? L’onorevole Scilipoti del programma di Camurri (lo splendidamente risorto Mi manda Raitre) era solo ospite. E non accettava il racconto che si stava facendo in studio, ovvero quello di una persona colpita dal tumore che era stato curato con la medicina alternativa senza nessun profitto. L’onorevole responsabile che parla di sé in terza persona (forse ancora scottato per non essere stato infilato nell’infornata di sottosegretari al nulla foraggiati a spese nostre) ha letteralmente sbroccato, insultando il conduttore del programma: “Lei è uno speculatore, lei vive sulle disgrazie degli altri, lei si deve vergognare”.
Mentre La Russa diceva: “Dicono che Berlusconi fa eleggere solo le donne belle – sosteneva prendendo la parola dal palco dell’hotel Quark al termine della cena – non è vero, ci sono alcune elette non belle anche da noi, ma certo non raggiungono l’apice della sinistra, di donne di cui non faccio il nome”.
E così, la concatenazione apparentemente solo causale dei due eventi, di poco successiva alla classifica dei lati “B” delle parlamentari annunciata con tono ridanciano dal responsabile della comunicazione del Pdl Mazzuca, non a una suffragetta di sinistra, ma a una furibonda Alessandra Mussolini (“se solo ci provano a farla uscire stamperò sui muri le lunghezze umilianti dei loro microchip!”), così questa concatenazione diventa un segno dei tempi.
Così come l’insulto dell’onorevole La Russa, – come una voce dal sen fuggita – è il lapsus che rivela l’idea della donna che ormai albeggia all’ombra del Pdl, il partito che mette in quarta fila i suoi dirigenti per far posto alle gambe delle hostess (è successo al congresso), che candida le veline solo con la quarta e con la coppa larga, che difende i residence delle mantenute come se fossero una conquista della Democrazia e che esalta le buste da settemila euro alle ragazze che si fanno palpare nelle notti di Arcore come se fossero un prodotto della meritocrazia, uno stage conquistato a pieni voti.
A questi lampi di cattivo gusto, a questa estetica della canottiera siliconata (canottiera labiale, s’intende) rispose meravigliosamente Rosy Bindi quando disse a Silvio Berlusconi: “Non sono una donna a sua disposizione!”. A questo governo in cui convivono gli antichi pregiudizi e la cialtroneria dei parvenues, non bisogna rispondere con il sorriso, con il colpo di gomito, e nemmeno con le veline di sinistra, che sono politicamente corrette, che fanno le deputate senza ruttare, e che si fanno raccomandare e inseminare con discrezione. Al governo dell’agopuntura e del supercafonismo si può rispondere soltanto mandando nel prossimo Parlamento un plotone di donne: belle e brutte, precarie e cassintegrate, preparate e lontane dalle segreterie, intelligenti e luminose. Venghino, signori, venghino: questo è il governo dei tombeur de femmes volgari, e degli sciamani agopunturisti che odiano le donne, con l’ego arroventato. Questo governo di machi ipododati e grotteschi in crisi testosteronica, ancora non lo sa, ma ha scritto oggi il proprio epitaffio.
Luca Telese
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