“Quella di Berlusconi è una furbata. Anzi è peggio di una furbata, è una truffa”. Tonino Di Pietro è furibondo. Il leader dell’Italia dei valori considera “anticostituzionali” i provvedimenti del governo Berlusconi per disinnescare i referendum di giugno: “Sono solo dei trucchi per impedire l’unico referendum di cui gli importa: quello sul legittimo impedimento. Ma il governo non rinuncia né al nucleare né all’acqua. E allora l’unico modo per non farsi infinocchiare è andare tutti a votare, il 12 giugno”.
Onorevole Di Pietro che cosa intende fare, adesso?
Il primo che deve intervenire, adesso, è il presidente della Repubblica. È lui che deve garantire il diritto dei cittadini a potersi esprimere.
Non la convince la resa del governo?
Ma nemmeno per sogno! Anzi, posso dire una cosa su Bersani?
Prego
Ho visto che Bersani si rallegra perché dice che Berlusconi ha riconosciuto le nostre ragioni.
E non è così?
Primo: non mi pare di aver visto questo grande impegno di Bersani per i referendum quando noi ci spaccavamo la schiena sui banchetti per raccogliere le firme.
Secondo?
Il governo, nella speranza di impedire che i cittadini andassero a votare, ha letteralmente fotocopiato il nostro quesito, traducendolo in sei commi di un disegno di legge.
È un suo diritto.
Come no. Peccato che abbia aggiunto due commi truffaldini che dicono esattamente il contrario. Tra cui il più importante, anzi il più grave.
Quale?
Quello che dice: la materia energetica sarà affidata all’agenzia per il nucleare. Capito che miserabile trucco?
Vuole dire che è la prova dell’insincerità del proposito?
Ma certo. È come affidare la gestione dell’Avis a Dracula e poi stiperei se ha dato un succhiatina alle scorte del plasma.
Napolitano cosa dovrebbe fare?
Oh, è semplice: non firmare la legge-furbata. Stiamo parlando di un quesito approvato dalla Corte, controfirmato dal Quirinale, e già calendarizzato dal ministro dell’Interno.
Ci sono altri appigli per la vostra protesta?
C’è una formulazione surreale: il governo potrebbe prendere nuove determinazioni in materia energetica “sentito” il Parlamento.
Vuole dire che se così fosse non sarebbe necessario un voto del Parlamento sul nucleare?
Ma quale voto e voto? Passata la festa, e gabbato il santo, se la cavano con un discorso! Questo del governo è un trucco criminale.
Sul piano formale che cosa farete?
Abbiamo già presentato un ricorso in Cassazione. Ma abbiamo intenzione di impostare la campagna elettorale come se il quesito fosse ancora in vigore.
Dice sul serio?
Certo. Vorrà dire che il terzo quesito, quello sul legittimo impedimento varrà anche per gli altri due.
Un voto politico?
Certo. Se scatterà il quorum il dato ineludibile sarà che il governo viene bocciato dagli elettori malgrado il suo tentativo di fuga. E non è finita.
Che altro?
Ieri, due signor nessuno del Pidielle, i soliti carneadi telecomandati, hanno presentato due emendamenti al regolamento della Rai in campagna elettorale.
C’è il trucco anche lí?
Ce ne sono due: il primo vuole dare il trenta per cento dello spazio delle tribune al comitato per il non voto, in modo da ridurre quello del sí ad un terzo. Il secondo vuole far cominciare la campagna referendaria solo dopo le amministrative.
Per ridurre i tempi di dibattito?
Certo. Resterebbero solo dodici giorni. Di fronte a tutto questo l’unico modo è andare a votare sí. Un sì contro Berlusconi.
di Luca Telese
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