Claudio, iniziamo l’intervista con una confessione. L’hai fatto per soldi?
Per soldi? Ma sei matto? Ma voi del Fatto siete fuori dalla grazia di Dio!
Nel caso lo sono io…
E infatti sei tutto pazzo tu, solo a chiedermi una cosa di questo tipo.
Allora lo hai fatto per beneficenza?
Ridi, ridi. È più o meno così. Prendo poco, pochissimo, quasi nulla. Giusto un rimborsino spese. Poco più di quarantamila euro per i sondaggi e i servizi che offriamo al candidato.
Il candidato, infatti, è Gianni Lettieri, l’uomo del centrodestra a Napoli. E “il benefattore” è Claudio Velardi, ex guru dalemiano a Palazzo Chigi (lui è convinto di essere l’Alastair Campbell partenopeo), ex assessore bassoliniano con il centrosinistra a Napoli, lo spin doctor italiano per eccellenza, progressista e spregiudicato, bipartisan e fiutoventista, già passato per una campagna elettorale a favore del centrodestra (vinta) al fianco di Renata Polverini. Intervistare Velardi è una specie di esercizio spirituale. Qualunque domanda gli fai ti risponde con un sorriso, ti dice che hai detto una “cazzata” e passa avanti. Il suo endorsement, ancora una volta, è un segno dei tempi, una testimonianza della crisi del centrosinistra.
Velardi, iniziamo dalle cose semplici. Quanti compagni ti hanno dato del rinnegato?
Uhhh…
Come “Uhhh”?
Tutti mi incontrano, per strada, mi baciano, mi abbracciano, mi fanno le feste. I compagni che capiscono di politica dicono: “Hai azzeccato tutto”.
Non credo che tu stia dicendo la verità…
Massì, lo so, lo so… Una parte di loro, appena giro l’angolo, cambiano espressione, qualcuno si farà pure il segno della croce. Ma sono sinceri quando mi abbracciano, credimi.
E perché dovrei crederti?
Perché sono cresciuti in questa famiglia politica, abituati all’ipocrisia, convinti che non ci si possa sottrarre alle regole di omertà di un sistema di potere…
Stai scherzando? Sei tu che ti sei messo con il potere.
Ma quando mai? Qui, a Napoli, il regime, anche se in via di declino, è questo centrosinistra. Una lobby di organizzatori di consenso…
Una lobby che ti aveva eletto assessore.
Ma tu sei uscito pazzo!
Claudio, non è che stai diventando scordarello? Ti ho intervistato quando ti sei dimesso.
Appunto! Nessuno mi ha regalato nulla. Io ho regalato un po’ del mio tempo a questa città, per passione politica.
E intanto adesso gli vuoi fare le scarpe, bella riconoscenza.
Non c’è nessuna incoerenza: ho provato a cambiare le cose, non ci sono riuscito. Per un anno ho dato il mio stipendio alla Caritas, e poi me ne sono andato. Adesso cerco un’altra via.
Veramente allora dicevi che ti aveva cacciato il Pd di Veltroni.
Era vero. Ed è un motivo di vanto, per me, anche oggi.
Adesso sei passato dalla parte dell’uomo di Cosentino…
Ma allora dimmelo che vuoi provocare e l’intervista finisce qui…
Cosa non è vero, scusa?
Cosentino con Lettieri non c’entra nulla. Cosentino ve lo sognate voi la notte. Io parlo solo con Gianni.
Peccato che Cosentino sia il padrone del Pdl in Campania.
Il Pdl in Campania non esiste: è un clan di capibastone che organizzano piccole clientele sul territorio.
E Lettieri chi è Biancaneve o il principe azzurro?
Lettieri è una persona pulita, l’unica speranza per cambiare questa città.
Chi ti ha chiesto di aiutarlo? Il Pdl o Berlusconi?
Veramente ho conosciuto Lettieri in Sardegna, al mare. Un giorno, in spiaggia lui mi fa: “Mi piacerebbe provare a cambiare questa città”.
E tu gli ha detto: “Ti aiuto io”?
No, gli ho detto: “Tu sei pazzo. È impossibile, chi te lo fa fare?”. Poi però si è buttato, e ho voluto sostenere questo generoso tentativo.
Immagino le feste che ti farà Bassolino, quando lo incontri, visto che vuoi fare la pelle al suo Pd…
Veramente se incontro Antonio lo bacio e lo abbraccio e lui mi fa le feste. Poi si dice che Bassolino faccia votare per Lettieri. Quindi si potrebbe persino dedurre che io lavoro per conto di Bassolino a favore di Lettieri, eh, eh…
Credo che domani ti arriverà una smentita.
Figurati. Io sono parte degli elettori Pd che si ritrovano un candidiato illegale.
Divertente: una vita per il garantismo, adesso parli come De Magistris…
No, guarda. Io sono un legalitario. Sono dalla parte dei 44mila che hanno votato per le primarie e che sono stati privati del loro diritto di sapere chi ha vinto.
Tu con chi stavi?
Ma che domande! Con il riformismo, con Umberto Ranieri. Se sono qui è per colpa di quello che gli hanno fatto.
Cioè?
Se vinceva Ranieri, avrei fatto la campagna per lui.
Claudio, stai perdendo la bussola?
Al contrario, seguo una logica stringente: gli oligarchi del Pd nazionale hanno commissariato Napoli, e hanno imposto un prefetto come candidato. Io difendo la democrazia.
Intanto Lettieri è un imprenditore fallito.
No, questo non te lo permetto.
Sai bene che è vero.
Nell’anno della grande crisi tutti gli imprenditori tessili sono falliti….
Maddàai, Claudio, che dici!
Ossì. L’unica differenza dagli altri è che lui non ha lasciato nessuno a spasso!
Adesso mi dirai che le elezioni le vince lui, vero?
Sto cercando di fargliele vincere al primo turno. In fondo è il replay del ‘93. De Magistris è nei panni della Mussolini, e Lettieri è il nuovo Bassolino. Come vedi, con grande coerenza, sono sempre dalla parte del rinnovamento.
di Luca Telese
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