di Alessandro Sallusti*
Cari lettori,
dovete sapere che Italo Bocchino ha denunciato chi scrive, e altri 36 cronisti, e persino un lettore del nostro giornale, per stalking. Ebbene sì, questo leader fallito ci ha trattato come dei molestatori, si è rivolto ai magistrati nella speranza di intimidirci.
Noi, ovviamente, ci siamo limitati a fare il nostro dovere di cronisti. Raccontare, cioè, la verità su questo signore, un ex fascistello presuntuoso che oggi si mette le cravatte buone e prova a raccontare la balla di un Futurismo riformista. In questi mesi, invece, abbiamo solo messo in fila i fatti: abbiamo raccontato che aveva un nonno repubblichino, un padre missino, che da ragazzo a scuola andava male e che toccava il culo alle maestre. Avete il diritto di sapere cosa si cela dietro quel bel faccino da secchione ipocrita. E vorrei vedere chi si azzarda a criticare il nostro diritto a fare cronaca: i lettori devono sapere che Bocchino è un marito infedele, che se la fa con la ministra Carfagna, andando a razzolare nell´harem del Presidente del Consiglio, e per giunta con la speranza di farla franca. Illuso. Abbiamo raccontato senza troppi giri di parole la semplice verità: che vive a sbafo dei cittadini con lo stipendio da deputato, che come imprenditore è un editore sul lastrico e che non paga gli stipendi ai suoi giornalisti. Di lui ci siamo limitati a raccontare quello che sappiamo: che ha provato a sputtanare Berlusconi mettendo in giro la voce che c´era stata la festa di Casoria. Infame ed ingrato. E sia chiaro che non c´è nulla di personale, solo notizie. Bocchino è un servitore mediocre, che sogna di fare le scarpe persino a quel palle mosce del suo padrone Fini, e questo sia detto senza nessuna offesa, solo per onestà e completezza. Bocchino ha fatto lavorare la moglie in Rai, ha un cognato che fa affari strani, e un suocero che meriterebbe di essere inquisito, se non altro, per quella brutta storia delle false fatture di cui qui, però, per carità di patria preferiamo tacere. E´ vero: siamo duri, a volte, ma sempre corretti. E´ lui che è un infame, diciamo la verità. So qual è l´obiezione che qualche giornalista doppiopesista di sinistra si illude di sollevare: ma voi avete attaccato Bocchino proprio quando è diventato un nemico del vostro editore. Ennò, cari: ci siamo mossi molto prima, appena abbiamo pensato che stava per tradire. Era una merda d'uomo:ma non c'è rancore, in noi. Questo è solo un fatto.
* (testo raccolto in meditazione postprandiale da Luca Telese)
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