Il giorno più terribile della “guardia repubblicana” di Silvio Berlsuconi: quello in cui bisogna difendere il Cavaliere costi quel che costi. Difenderlo anche di fronte all’inverosimile, anche di fronte all’innegabile.
Sono giorni terribili quelli in cui tenere la linea vuol dire sfidare il principio di verosimiglianza e l’incastro della logica. Eppure in prima fila ci sono anche loro: Allessandro Sallusti, Daniela Santanchè, Maurizio Gasparri, tanto per fare i nomi dei più tetragoni tra i fedelissimi.
In un giorno così, con piglio quasi eroico anche il più berlusconiano dei berlusconiani, Giorgio Stracquadanio ha trovato la forza di rispondere anche alle domande ribalde e senza filtro di un giornale come il nostro: “Siete dei maniaci persecutori, ossessionati dall’antiberlusconismo. Siete dei malati”.
Daniela Santanchè, invece, adotta un altro registro. Ostenta ironia, sicurezza, toni minimali: “Nulla. Non è successo nulla. Nulla di diverso da quello che è stato tentato contro Berlusconi ai tempi di Noemi e della D’Addario. Arrivano un po’ di intercettazioni, i quotidiani ostili a Berlusconi, come il vostro, scrivono quintali di pagine e di illazioni, si solleva una grande nuvole di polvere, di pettegolezze, di cattiverie. E poi – sorride la sottosegretaria – Berlusconi ritorna più forte di prima”. Pausa: “Non avete capito che Berlusconi tra la gente è più forte che mai! Più cercate di farlo passare per un maniaco, più gli vogliono bene”.
Altra pausa: “Non mi costa proprio nessuna fatica difenderlo – dice la Santanchè – perchè trovo osceno che si cerchi di farlo fuori per via giudiziaria, che lo si attacchino su vicende private, che la sinistra in crisi cerchi scorciatoie per ovviare alla sua sconfitta”. E le intercettazioni? Anche qui la sottosegretaria sorride: “Ma di che parliamo? Chiacchiere”. E l’imputazione di sfruttamento della prostituzione minorile? Il sorriso diventa un grido: “Balle, balle, balle! Non hanno in mano nulla di nulla. Solo fumo”.
E Alessandro Sallusti? Anche lui ha accettato la sfida dei talk show senza nessun imbarazzo. Anzi. A Giovanni Sartori, che gli rammentava la telefonata in Questura ha risposto con un sospiro: “Professore, ma quante volte lei avrà telefonato per dare una mano a una sua studentessa?”. Sartori, quasi allibito: “Veramente mai”. Sallusti: “Sicuro?”. Sartori: “E poi io non sono premier”. Il direttore del Giornale: “Siamo tutti uomini…”. il politologo, sbottando: “E poi Ruby non è una studentessa!!”. Al che Sallusti, sempre impassibile: “Questa è una vicenda privata di Silvio Berlusconi. Non ci sono reati, capisco che molti giornalisti di sinistra muoiano dalla voglia di guardare dal buco della serratura, e provare che Berlusconi sia un mostro. Beh, non è così. E’ solo una persona generosa, che ha aiutato una ragazza in difficoltà”.
Che dire di Gaetano Quagliarello? Il professore universitario, oggi vicecapogruppo ha gridato al Tg3: “Le prove voglio vedere! Voglio vedere i preservativi!”. Inveisce addirittura, Fabrizio Cicchitto: “E’ un blitz militare!”.
Se parli con Stracquadanio, invece, i duello diventa quasi un corpo a corpo: “Poi voglio rileggere tutto, d’accordo?”. D’accordo, si comincia. Gli chiedi cosa pensa dei reati di cui il Cavaliere è accusato: “Non penso nulla. La Bocassini è ossessionata da Berlsuconi, Forno è un magistrato ossessionato dai fantasmi erotici”. Gli parli dei fatti che nessuno più nega, come la telefonata del premeir alla Questura. Ti risponde serafico: “Embè?”. In qualsiasi parte del mondo un premeir che telefona per chiedere la scarcerazione di una ragazza accusata di prostituirsi si dimette: “In Italia no, e allora? E poi non era una prostituta. E poi lo stesso funzionario di polizia nega che ci siano state pressioni”.
Però la minorenne ad Arcore c’è stata: “Tutto sbagliato. C’è stata a cena, allora? E’ una colpa? Quale sarebbe il reato?”. In una intercettazione Emilio Fede dice di aver pagato una ragazza decimila euro perchè aveva delle foto”. Stracquadanio non si sposta di un millimetro: “Primo. Quelle intercettazioni non dovrebbero esistere. O le hanno date i magistrati ed è un reato, o le hanno malamente imparate a memoria i miei colleghi che non possono trascriverle e allora – con tutto il rispetto . non mi posso fidare della loro memoria”.
Provi a ricordare che in passato si è discusso delle interpretazioni, ma non si è mai messo in discussione che le intercettazioni fossero vere. Il direttore del Predellino, coriceo, ributtal a palla nell’altra metà del campo: “Ma secondo te, che fai il giornalista, Fede è così sprovveduto da non immaginare di essere intercettato?”. Quindi Stracquadanio non crede possibile che abbia detto quelle cose: “Dico che si parla di tante cose al telefono, per millantare, per divertire… Quando è capitato a me, di essere intercettato, nulla di quello che era stato capito era interpretato correttamente”.
Ecco un tentativo di interpretazione. Cosa vorrà dire “Noemi è la sua Pupilla io per lui sono il culo”? Stracqudanio non vacilla: “Può non voler dire proprio nulla. Sono ragazze che si vantano”. E cosa vorrà dire la Minetti quando dice: “Un pompino 300 euro. Una notte 300 euro”.
Il deputato azzurro sorride: “Ma nemmeno per strada si contratta così!!! Ma di che state parlando? Ma pensate che c’era il ticket a prestazione, e poi si passava alla cassa per farsi pagare?”. Perché no? “Certo. Come per i caffè al bar: io ne ho fatti quatro, datemi mille e trecento euro… Maddài”. Quindi tutte invenzioni? Prima la D’Addario, poi Noemi, poi Ruby… “ Alt! Tutte storie diverse”.
Ma Stracquadanio difende Berlusconi sempre e comunque, qualsiasi cosa accada? “Non capisco la domanda. Potrei anche diventare islamico e andare alla mecca. E’ possibile, man molto improbabile. DI cosa lo accusate? Di cosa lo ac-cu-sa-te?”. Lo accusano i magistrati: “Fumus persecuotionis. Sputtanamento privato. A Berlusconi piacciono le donne? Certo, lo dice pure lui”.
Non sarà affetto da satiriasi? “E’ una domanda del cazzo! Se a uno piacciono le donne ne vede molte”. Quante? Cinque, sei? “Molte di più, e allora?”. Se poi chiama in questura per farle rilasciare non è più una questione privata: “Non puoi giocare su due tavoli, fare sia il legalitario che il moralisti”. Chiedo: E perché no? Scoppia in una risata: “allora sei veramente una chiavica”.
Luca Telese
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