di Luca Cordero di Montezemolo*
Amici, come sapete non ho nessuna intenzione di dedicarmi alla politica, mentre invece sarei piacevolmente disposto a fare il premier. Il Paese ha bisogno di risposte chiare, di decisioni nette, di riforme. A cominciare dalla scuola, dove possiamo recuperare da subito competitività e stile con l'introduzione del gembriulino Burberry in tutte le classi del ciclo dell'obbligo. Dicono che io voglia fare politica.È una calunnia, chi la mette in giro sarà sonoramente smentito.
Però non posso farci nulla se molti farebbero qualsiasi cosa pur di aderire a un partito che contasse tra i suoi soci Andrea Romano e me. Siamo anche noi per la giustizia sociale,ovviamente. E io non ho mai dimenticato la massima di uno dei tanti Italiani che è riuscito a realizzare le opportunità che il destino gli ha offerto: "Nella vita – diceva l'avvocato Agnelli – l'importante è il punto da cui si parte. E io, modestamente, ho cominciato dalla fine".Ecco, noi siamo un movimento che vuol dar voce all'Italia che comincia dalla fine. Vogliamo superare le divisioni obsolete fra capitale e lavoro, grazie all'esempio pacificante di Sergio Marchionne. Vogliamo mettere fine all'invidia sociale estendendo la possibilità di aderire al Rotary a tutti gli Italiani che pagano le tasse. Vogliamo archiviare l'era del populismo Berlusconiano, sostituendo la promessa demagogica del milione di posti di lavoro con quella più concreta del milione di posti in tribuna (a Maranello). Non ho mai detto che non voglio fare politica, anzi. Io non posso fare a meno di impegnarmi, per il bene del paese. Non sono io che voglio il Governo. È l'Italia che mi vuole al Governo per il bene del Paese.
(*testo raccolto per fotosintesi da Luca Telese)
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