Wikileaks. O meglio: Wiki-fear. Ovvero: la paura di Wikileaks. Cresce così, di ora in ora, il terrore del grande complotto in cui si sublimano tutte insieme la crisi del governo, l’enfasi dei presagi, le grida dei ministri che denunciano la “campagna internazionale” per screditare l’Italia e la minaccia incombente, l’isteria all’ennesima potenza del Cavaliere.
Arriva dall’America, la minaccia. Un sito “pirata”, migliaia di documenti che potrebbero divulgare i report segreti sul governo italiano. E Silvio Berlusconi passa la sua giornata al telefono, fra il microcongresso (copyright di Alessandra Sardoni) dell’Alleanza di centro di Francesco Pionati e i messaggi stile Bin Laden per i promotori della libertà di Michela Brambilla. Il premier sfodera toni apocalittici, ripete ai suoi fedelissimi, la mattina : “Chi dovesse votare contro il governo dopo essere stato eletto nel Pdl sarà segnato per tutta la vita con il marchio del tradimento”.
Mica male per uno che vuole invitare alla ricucitura e al dialogo in vista del 14 dicembre. Mica male, perché è chiaro che quando parla di “traditori” Berlusconi pensa a Gianfranco Fini e ai suoi compagni i di viaggio di Futuro e Libertà. Interessante anche l’oscillazione di sentimenti del premier, che alterna la rabbia alla misericordia, e che nel messaggio ai Pio-nati boys ripete: “La politica è un grande atto di carità, diceva un famoso pontefice, e credo che interpretandola in questo modo si sia nel giusto”.
Carità e misericordia. Ce ne sarebbe sicuramente bisogno, nel momento in cui si avvicina il redde rationem della fiducia, e il duello con il presidente della Camera si fa spietato: “Qualche finiano – racconta sarcastico Berlusconi – mi diceva di essere convinto di essere salito su di un treno a guida Fini con destinazione la terza gamba del centrodestra insieme alla Lega e al Pdl invece si ritrovano su un treno a guida Bocchino, Briguglio e Granata con destinazione la sinistra e quindi si interrogano se macchiarsi del reato di tradimento e slealtà verso gli elettori”. E se questro è il tono del confronto, proprio subito dopo che Futuro e Libertà aveva annunciato che avrebbe fatto passare la riforma Gelmini mettendo termine ai voti congiunti con l’opposizione, le parole del premier suscitano una immediata reazione del presidente della Camera. “Il primo tradimento viene da coloro che hanno sempre definito il Pdl come un partito plurale, di massa e dell'amore – dice Gianfranco Fini da Lecce, intervenendo una iniziativa di partito di Futuro e Libertà – in politica le categorie come il tradimento non devono mai essere evocate”.
Sì, Fini davvero non ci sta: “Sono stato cacciato per aver sostenuto che il Pdl era in soggezione della Lega, il tempo mi ha dato ragione, così come quando parlavo di legalità mi accusarono di essere un sovversivo: poi è scoppiato il caso Cosentino… ”. Sale la grande paura della polpetta avvelenata, del’incartamento al vetriolo di qualche siluro via internet (o via Wikileaks) che potrebbe far precipitare la situazione. E basta questa paura a far crescere la febbre: “Berlusconi – dice Marco Pannella dai microfoni di Radioradicale – ha paura dell’annunciata pubblicazione da parte di Wikileaks di quello che lo Stato italiano, e lui in prima persona, può aver davvero fatto prima della guerra in Iraq. Se davvero verranno pubblicati tutti i rapporti, emergerà il tradimento vero della Costituzione, messo in atto da Berlusconi, con il suo uomo di mano, che costa carissimo al mondo e all’Italia, Gheddafi, cui l’Italia riconosce risarcimenti sontuosi”.
È davvero così? Intanto anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, dopo il collega degli Esteri Franco Frattini, lancia l’allarme contro la web-minaccia e racconta le sue incertezze in vista della fiducia con disarmante sincerità: “Il 14 dicembre non sappiamo se avremo la fiducia e se continueremo a governare. Se la otterremo continueremo ad impegnarci in questa direzione”.
È una doppia vigilia di angoscia, dunque. La maggioranza che si sfalda, internet che incombe, i toni di battaglia dentro l’ex Pdl che si fanno sempre più spietati e feroci. Solo un anno fa, ma sembra un secolo, si celebrava l’epifania del partito dell’amore.
Luca Telese
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