Egregio dottor Augusto Minzolini, ieri Ella – con il consueto senso dell’umorismo involontario che la sua testa non inutilmente lucida sempre evoca – ha avuto il buon cuore di informarci su come immagina che siano percepiti i suoi editoriali: “Se si obietta che l’intervento di Santoro era ironico, io non ho neanche usato quell'ironia”. Quindi, mentre Michele Santoro viene sanzionato per il suo delittuoso “Vaffanbicchiere”, il direttore del Tg1 ci dice, non solo che non si rende conto di svolgere funzioni di ufficiostampismo seriale per conto di Palazzo Chigi, ma anche che da oggi non gli si può concedere nemmeno l’attenuante dell’umorismo. Se la punizione di Santoro ha prodotto questo outing, almeno sarà un sacrificio non vano. Ciononostante questa confessione costituisce una vera disgrazia, perché la speranza che almeno ci fosse in lei la percezione della sua comicità, è forte in ogni spettatore, quando Ella appare in video sostenuto dal prestigio delle sue boisserie al metro quadro stile salotto del nonno, e le costole di enciclopedia Treccani in bella mostra, che stanno al suo eloquio romanòfono post gruppettaro come l’idea della legalità agli evasori delle Cayman.
Egregio dr. Mauro Masi, ieri Ella ha ritenuto doveroso sospendere Michele Santoro per uno sfottò indirizzato alla sua persona, sicuro di aver fatto bene, anche se è curioso che non la turbi che il principale tiggì Rai si spinga temerariamente a titolare che l’avvocato Mills è stato “assolto” (quando in realtà è stato “prescritto”). In attesa della dotta giurisprundenza annunciata dal direttore dalla testa non inutilmente lucida alla nostra Beatrice Borromeo (sei mesi fa, non abbiamo visto una riga) ci chiediamo se le sia utile sapere che questa creativa tesi è stata smentita anche da un pronunciamento della Corte di Cassazione. Problema: se l’incredibilmente diffamatorio “vaffanbicchiere” frutta due giornate di squalifica, quanto deve restare lontano dal campo il direttore dal cranio elettrolucido per queste facezie? Ci permettiamo di segnalarle – qualora le sia passato di mente – il caloroso saluto dei conduttori di Unomattina – Stefanio Ziantoni e Susanna “Butterlfy” Petruni (quella della farfallina) – che salutavano il presidente del Consiglio dicendogli: “Questo programma è casa sua”. Evidentemente si trattava di un altro omaggio alle direttive anglosassoni da lei impartite, e applicate con evidente zelo in tutta l’azienda. Egregio dottor Masi, se un intellettuale in odore di anarchismo come Aldo Busi viene giustamente sospeso dalla sua puritana azienda per aver bestemmiato all’Isola dei Famosi, quale sanzione va applicata al premier che ha fatto altrettanto in pubblica via? In attesa che Ella risolva il dubbio, i tiggì dell’azienda hanno giustamente evitato di mostrare l’immagine di repertorio per non turbare le coscienze. Con una operazione non meno meritoria, di quella dei cronisti anglosassoni che aggiungevano applausi mai ricevuti dal nostro beneamato premier, all’assemblea Onu, donandogli in fase di montaggio quelli raccolti da Kofi Annan. Non meno brillanti, egregio ed illustre direttore generale, sono state altre memorabili performances di Unomattina, a partire dall’indimenticata illustrazione, del best seller Due anni di governo Berlusconi, introdotto da una virtuosa conduttrice, come “una lettura indispensabile per l’estate” (per questo, forse, se ne scorgevano copie sotto ogni ombrellone). A rendere avvincente questo mirabile esempio di servizio pubblico, c’era la nitida figura dell’onorevole Sestino Giacomoni, noto statista di profilo risorgimentale, nonché – certo per caso – collaboratore di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Un’altra pagina di bel pluralismo, dottor Masi, la bella diretta del discorso di Mirabello del presidente Fini, commentata dalla coppia Maurizio Gasparri-Fabrizio Cicchitto, certo sbilanciata a sinistra, ma piena di ironica e spensierata verve.
Egregio dr.Paolo Garimberti, siamo lieti che nell’ambito di una breve pausa fra un set e l’altro, lei abbia trovato il tempo di allontanarsi dal campo da tennis per definire “sproporzionata” la pena comminata a Santoro. Più tardi, qualora mentre ripone nel fodero la sua racchetta in grafite dovesse tornare a riflettere sul tema, vorremmo suggerirle che, avendo Ella già raggiunto l’età della pensione, il silenzio o le dimissioni, possono degnamente onorare il suo noto ruolo di presidente di garanzia.
Luca Telese
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