Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Paolo Guzzanti

“Mignottocrazia, stella polare della politica”

Paolo Guzzanti vanta l’insolito primato: aver coniato un lemma che oggi corre sulla bocca di tutti, e senza di cui non è più possibile fare cronaca politica: “Mignottocrazia”. Ora, mentre divapano le polemiche su compravendita, prostituzione, ipotesi di baratto fra corpi e seggi, è impegnato in una corsa contro il tempo per consegnare alle stampe un pamphlet con lo stesso titolo, Mignottocrazia: esce in ottobre per Aliberti.
Senatore Guzzanti, perché non ha chiuso le bozze?
Vuole la verità? Ogni giorno salta fuori una notizia macroscopica sul tema, che mi costringe a riaprire i capitoli.
Ad esempio?
Ultima settimana tre volte: compravendita di deputati, dichiarazioni di Angela Napoli, esternazione di Giorgio Stracquadanio, che ha il merito, va detto, di far chiarezza.
Come ha impostato il suo pamphlet?
Il sottotitolo provvisorio, non so se diventerà definitivo, è: La sera andavamo a ministre.
Potrebbe non esserci perché si è pentito in corso d’opera?
Al contrario. Mi piaceva l’assonanza con La sera andavamo in via Veneto di Scalfari. Rende bene la bassezza di un’epoca, il dramma
di una classe dirigente.
E perché non lo tiene?
Fra le ministre ci sono persone, come la Prestigiacomo, su cui potrei giurare, in fatto di estraneità alla mignottocrazia…
Com’è il sistema che ha definito con questa parola?
Semplice: la mignottocrazia è un sistema politico fondato sul sex appeal. Che oggi è diventato – attenzione, non solo nel centrodestra, come dimostrano tanti casi – un sistema di selezione delle classi dirigenti. In alcuni casi, purtroppo l’unico.
Da quando è così, se è così?
Ho avvertito che qualcosa era cambiato un giorno che, durante una convention di Forza Italia di quelle con i cieli azzurrini e le ragazze vestite con il tubino di Armani, ebbi definitivamente  chiaro l’atteggiamento maschilista di Berlusconi.
Cosa accadde?
Nulla di clamoroso, per gli altri. Ma per me sì. L’incontro era finito, c’era una baraonda pazzesca, ci trovammo io e Berlusconi in mezzo a tanti corpi.
E…
E lui, gridando alleegramente mi disse: “Paoloooo! hai visto che pezzo di fica dietro di te? Perché non allunghi la mano e non le tocchi il culo?”.
Si potrebbe obiettare che non era la prima, e nemmeno l’ultima battuta.
Ma era gridata in pubblico, da  un presidente del Consiglio. L’idea che un premier occidentale potesse esprimersi così era per me inconcepibile.
Lo conosceva già, e bene.
Non certo dall’infanzia. E c’è una differenza fra ciò che si può dire in privato, magari di dubbio gusto, e ciò che si può gridare in pubblico.
Craxi amava le donne….
Aveva delle pubbliche amanti, se per questo, come Anja Pieroni. So che aveva assediato anche delle giornaliste che lo intervistavano, al Raphael… Ma non avrebbe mai gridato dalla tribuna di un congresso, che gli piacevano le tette o le gambe delle donne socialiste.
Si dice: la differenza è che Berlusconi non è ipocrita in pubblico. Cosa risponde?
Che è un modo di pensare pericoloso. L’ipocrisia, in moltissimi casi, è un valore. Se io vedo una bellissima ragazza per strada, può passarmi per la mente di strapparle le mutande. Ma se lo faccio divento uno stupratore, non una persona… sincera .
Lei dice che Berlusconi porta  questo elemento istitintivo ancestrale in politica…
Ho coniato il termine Mignottocrazia quando la sessualità di Berlusconi non era ancora tema di interesse nazionale. Ora sono convinto che per lui questo tratto sentimentale sia comune al privato e alla politica…
Cioè?
Berlusconi esalta la legittimità dell’istinto, ma la civiltà moderna è la fine dell’istinto. Con lo stesso slancio con cui vuole strappare le mutande alle ragazze che gli passano davanti, Berlusconi vuol strappare le mutande alla Costituzione.
Diranno: lei fa moralismo.
Ma io voglio essere moralista in questo. Lui è a suo modo un genio, un genio del male, perché è riuscito a imporre un passaggio
di epoca alla politica italiana…
Però?
Però non si può accettare senza ribellarsi un sistema dove il sex appeal diventa criterio discriminante rispetto all’intelligenza.
È definitivamente acquisita questa mutazione?
Basta guardare il Pdl di oggi per capire che Berlusconi ha solo due modi per giudicare le donne: o belle mignotte in carriera, o brutte da segare.
Susciterà un altro putiferio.
Perché? Qualcuno nega che fra una graziosa troietta e una grassa geniale ci sia partita nel Pdl?
Lo negano le donne del Pdl
Non voglio polemizzare, con loro. Ma trovo ipocrita che nel Pdl in cui tutti si danno di gomito, quando c’è una nuova ragazza in carriera, le mie colleghe giochino al rito dell’indignazione.
Cosa pensa del caso Noemi?
Non so, quindi non ne parlo. Però ho letto che anche lei si aspettava una carica. E…
E cosa sa, invece?
So che Berlusconi prende le cotte, palpeggia, tocca, allunga le mani. Anche con gli uomini, e non certo per fini sessuali. So
che persino Putin è furibondo perché lui lo tocca, ogni volta diventa pazzo.
Ma produce consenso?
La mignottocrazia ammicca agli elettori. Gli suggerisce l’idea: faccio quello che volete fare voi, quindi è giusto. Invece non lo è affatto, per questo la combatto.

Luca Telese


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5 risposte a ““Mignottocrazia, stella polare della politica””

  1. Avatar luca v.
    luca v.

    Ok, Berlusconi è affetto da satiriasi senile, ci sputtana all’estero e non ha in grande stima il genere femminile (come del resto gli elettori, i politici, i giudici, i giornalisti della carta stampata, i rossi ecc. ecc.). Non mi sembra un motivo sufficiente per trasformarsi da idolatra in fustigatore. Mi sembra che Guzzanti (che peraltro si è dissociato da Berlusconi per la disinvolta politca estera del satrapo di Arcore) abbia chiuso un occhio, anzi due, su tutto il resto: conflitto di interessi, connivenze mafiose, origine oscura delle fortune berlusconiane, impunità fatta politica ecc. ecc. Cosa faceva prima di scandalizzarsi delle sgallettate che affollano il parlamento italiano?

  2. Avatar davide
    davide

    LIBERIAMO IL PAESE DA QUESTO MALFATTORE BRIANZOLO PERVERTITO!!!!!

  3. Avatar gabriele
    gabriele

    berlusconi……..IN GALERAAAAAAAAA!!

  4. Avatar Mirko
    Mirko

    Ma dove vuole andare Papino il Breve!
    Con quella “panza” non riesce neanche più a guardarsi il bigolo.

    Chissà se si è fatto liftare pure quello..?

  5. Avatar antronio
    antronio

    berlusconi ha mercimonizzato lo stato e la politica, ha comunicato e comunica che tutto è commerciabile, anche i valori più alti, basta avere i soldi. ha diviso la società rafforzando i ricchi ed impoverendo e poveri; la disgrazia più grande è che ha distrutto una classe dirigente favorendo la mignottocrazia ed il becero servilismo. la bugia mediatica è il suo punto di forza. meno male che siamo alla fine del berlusconismo.

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