di Piero Fassino*
Egregi lettori de Il Misfatto. Scrivo con un moto di profondo sdegno a questa testata, che si è distinta nell’ignobile campagna contro il presidente del Senato Renato Schifani, ieri culminata nell’indegna gazzarra che ha macchiato la nostra bella festa democratica. Non nascondetevi dietro un dito. Vi conosco e vi combatto fin dagli anni di piombo: voi non siete la sinistra: voi siete il sovversivismo massimalista che da sempre ci impedisce di governare, di fare riforme condivise, di aprire una nuova stagione di dialogo con il centrodestra. Voi odiate il Pd persino più di Schifani, avete contestato lui perché non volete bene a noi, siete allergici al riformismo.
Voi siete gli stessi che hanno aggredito Silvio Berlusconi quando lo invitammo al nostro congresso; siete quelli che tirano treppiedi e miniature; quelli che hanno applaudito Nanni Moretti quando ci ha sbertucciato a piazza Navona; siete come quei brutti ragazzini fanatici delle agende rosse che si sono permessi di venirmi a importunare: siete come le squadracce fasciste, siete come gli assassini brigatisti di Marco Biagi e di Massimo D’Antona, siete uguali agli sterminatori serbi della guerra del Kossovo che io e D’Alema ci onoriamo di aver fatto bombardare dall’alleanza atlantica. Voi vi annidate dentro il nostro elettorato come delle serpi, ne siete diventati la maggioranza, pretendete di condizionarci. Voi seguite quel pifferaio demagogo di Travaglio e quel tardo-azionista ingenuo di Padellaro. Vi eccitate per il radicalismo bobkennedyano di Furio Colombo e scendete in piazza per difendere il populismo di Michele Santoro. E’ la vostra rozzezza culturale che ci ha ridotto in minoranza, che ci ha reso fragili e vulnerabili. Voi siete gli stessi che hanno detto no al nucleare, gli stessi che mi hanno costretto a scendere in piazza con quella ridicola bandiera arcobaleno sulle spalle ai tempi dell’Iraq, subito dopo aver votato le missioni militari in tutto il mondo. Voi siete così brutti, che voglio dirvelo senza giri di parole: anche io vi odio. Rispetto a voi Schifani è un galantuomo. Anzi, un uomo d’onore.
(*testo rubato nella ressa da Luca Telese)
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