LUCA TELESE
Metamorfosi di un incoerente
Se c’è una cosa che a Fini riesce incredibilmente bene è rigenerarsi. Entrare e uscire da storie e matrimoni come si cambiano cravatte e occhiali. È vero, non c’è parentela possibile fra il ragazzo del Fronte della Gioventù con i rayban e l’uomo con la montatura di acciaio sottile che difende il multiculturalismo, fra il missino che sventolava la Fiamma con Le Pen e l’uomo della destra europea che si batte per la fecondazione assistita. Scordatevi la coerenza: Fini non ce l’ha e non pretende di averla. Ma siccome non ce l’ha nessuno, il problema è relativo. Il vero punto, invece, è capire se riuscirà a tenere uniti tutti i suoi sincretismi contradditori di oggi: uomo delle istituzioni ma anche di partito, rifondatore della destra del futuro, ma anche resuscitare dell’orgoglio antiberlusconiano missino. Fini ieri ha archiviato Casalecchio del Reno, il predellino, le comiche finali e l’Auditorium, 17 anni di vita. Ma forse, come nel 1991, passando da un errore a una premonizione, riuscirà ad azzeccare il cambio di epoca.
Rispondi