di Michela Vittoria Brambilla *
Cari lettori, forse non lo sapete, ma è la prima volta che un premier mette a disposizione della patria la sua voce e la sua autorevolezza per promuovere il proprio Paese in uno spot. Voglio che lo sappiate: per fare questo meraviglioso regalo all’Italia, il Presidente non ha voluto un euro. Certo, nel fervorino si è dimenticato di citare le Alpi e gli abitanti di Val D’Aosta, Piemonte, Liguria Lombardia Trentino, Friuli, Veneto si sono incazzati. Ingrati. Non è colpa sua se nell’archivio di Mediaset questa catena montuosa straniera è già catalogata come “Monti Padani”. Ha ragione il nostro premier: la sua voce è calda, pastosa, sensuale. Lo speakeraggio è così appassionato che le salivazioni indotte dalla pasta biadesiva sono una risorsa poetica. La voce di Berlusconi nelle prossime ore produrrà un effetto messianico sulle prenotazioni alberghiere, i soggiorni di nostri concittadini all’estero passeranno da 180 milioni di pernottamenti a zero. Agevoleremo il risultato chiudendo frontiere e spazi areo-navali a tutti, tranne religiosi, missionari, spalloni, contrabbandieri e ovviamente gli yacht battenti bandiera delle Cayman: rispettiamo chi svolge una funzione sociale, dagli aiuti umanitari all’evasione. So che il presidente è soddisfatto. Ma purtroppo non si gode il suo successo: E’ tornato in sala di incisione per doppiare il sonoro della Metro A di Roma, da “Anagnina” a “Ottaviano”, a “non oltrepassate la linea gialla”. Preso da uno slancio di generosità si è sostituto anche al segnale orario di Raiuno (“Troppo triste, pare Bondi”), al “Cis-Viaggiare informati” di Isoradio (“Troppo lento, pare Iannuzzi”), alle istruzioni di emergenza delle hostess Alitalia (“Posso mimare anche le tette, se serve”). Per fugare ogni sospetto di conflitto di interesse, il presidente ha generosamente coinvolto alleati e Opposizione: Fini mimerà il sonoro dei semafori per ciechi, i gutturali di Bossi copriranno lo scarico degli Autogrill, Di Pietro sarà la nuova voce delle avvertenze d’uso dei lassativi. Bersani – che voleva un ruolo istituzionale – darà la sua voce all’annuncio dei ritardi per Trenitalia. Dalla Bicamerale all’Audiocamerale.
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