Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Berlusconi e la riforma De-costituzionale

L’uomo si sa, è dotato di fervida fantasia, e nella sua testa si agita una Bicamerale neurale: il cervello del premier è sempre impegnato a cancellare qualche articolo della Costituzione (a quanto pare emenda anche nel sonno). Ieri è arrivata l’ultima perla: “La libertà di stampa non è un diritto assoluto”, Silvio Berlusconi dixit. E così – zac! – è partita una sforbiciata anche all’articolo 21, inutilmente garantista e troppo vincolante per i governati desiderosi di stampa benevola.
Il diritto de-costitzionale. Evidentemente hanno ragione Pippo Civati ed Ernesto Ruffini – due giovani leoni della nuova generazione del Pd – secondo cui “è ormai necessario scrivere  una manuale di diritto de-costitzionale  con tutti gli articoli della Carta ormai rivisitati dal Cavaliere”. L’unico problema, aggiunge ironico Civati “E’ che questo libro di testo andrebbe aggiornato quasi tutti giorni”.
La legge più uguale per me. Sul primo capitolo, invece, non ci sono dubbi. Andrebbe dedicato all’articolo 3, che il premier ha già riscritto con opportune modifiche parlando dei propri processi: “La legge è uguale per tutti, ma è più uguale per me” (testuale) con una involontaria parafrasi orwelliana. Si dovrebbe poi passare all’articolo 41 già ampiamente riformulato, più o meno  così: “Bisogna liberalizzare davvero l’impresa, rimuovendo i limiti imposti dalla Costituzione sovietica del 1946”. In quel testo,“si parla molto di lavoro e quasi mai di impresa – aggiunge il premier –  che è citata solo nell’articolo 41. Non è mai citata la parola mercato. Purtroppo una legge ordinaria non basta, bisogna riscrivere la Carta”.
Una Corte bolscevica. Senza parlare del ruolo e della composizione della Corte Costituzionale, anche questo rivisitato: “Oggi, come è noto, la Corte è costituita da una maggioranza di giudici di sinistra che quando decidono che una legge non gli va bene la fanno impugnare la abrogano”. Ieri, però, la cattedra di diritto De-costituzionale ha dato il meglio di sè. Per rispondere allo sciopero dei giornalisti, indispettito dal silenzio dei media, Berlusconi ha rovesciato la prospettiva. Non è la legge che vieta di pubblicare le notizie  ad essere un bavaglio per la libertà, dice il premier. Ma “la stampa schierata con la sinistra, pregiudizialmente ostile al governo, che disinforma, distorce la realtà e calpesta in modo sistematico – parole del Cavaliere – il diritto sacrosanto della privacy dei cittadini, ad aver imposto il bavaglio alla verità”. Ovvio. Il tutto consegnato a un memorabile discorso destinato ai promotori della Libertà, i legionari berlusconiani che dovranno difendere la democrazia nei giorni della caduta degli Dei. Il presidente affida loro “il compito non facile ma importante di liberare la verità da questo bavaglio”. Per Berlusconi sono “certi giornalisti” che “calpestano il diritto ad un uso sereno del telefono”, “invocando la loro libertà come se fosse un diritto che prescinde dagli altri”. Berlusconi li bacchetta. E qui arriva la perla di dottrina: “In democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra il proprio limite negli altri diritti egualmente meritevoli di tutela che, in caso della privacy, sono prioritariamente meritevoli di tutela. Un principio elementare della democrazia ma che la stampa italiana, nella sua maggioranza, ignora”.
Ironia & durezza. E le parole  con cui il Guardasigilli Angelino Alfano annunciava al Quirinale “modifiche significative”? Abrogate pure quelle. La prima risposta è arrivata dai finiani di FareFuturo guidati da Filippo Rossi: “la libertà di stampa – si legge sul sito – non è mai abbastanza” ed è un “diritto assoluto”. Dura anche la capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro: “Il premier attacca la stampa tacciandola di fare disinformazione”. Sarcastico Nichi Vendola: “Berlusconi prova a rovesciare la realtà: la sua idea è che bisogna irrigimentare la stampa per raccontare propagandisticamente l’Italia come il paese della cuccagna”. I diritti Costituzionali saranno pure relativi: le vocazioni anticostituzionali del premier restano, venate di aspirazioni assolutistiche, con buona pace di chi vorrebbe dialogare con lui sulle riforme all’insegna del “male minore”.

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3 risposte a “Berlusconi e la riforma De-costituzionale”

  1. Avatar olga piscitelli

    Gentile Luca,
    effettivamente esiste una riforma de-costituzionale, ma esiste anche il manuale aggiornato giorno per giorno – quasi tutti i giorni, per davvero – di cui ti mando il link.
    La compilazione, fatta per il sito di Libertà e Giustizia, è mia, mi assumo dunque ogni responsabilità per errori e mancanze: nella mole di lavoro mi sarò di sicuro persa qualcosa.
    L’aggiornamento continua, quello che puoi leggere è la versione per la stampa che si ferma ai primi due anni di governo B. e va dunque da maggio 2008 a maggio 2010.
    Buona lettura
    http://www.libertaegiustizia.it/libretto-nero/

  2. Avatar gianni rosa
    gianni rosa

    Solo adesso che tutti ne parlano ti/vi siete decisi a parlare dello scandalo eolico in SARDEGNA quando lo gridavo io, qui nel tuo sito in cerca di aiuto, hai preferito ignorare e mettere i miei commenti in moderazione, bella schifezza.

  3. Avatar luca v.
    luca v.

    Mentre il Malpaese è sull’orlo di una crisi istituzionale senza precedenti e stanno per scoppiare scandali di fronte ai quali Tangentopoli sembra una recita scolastica, l’ebete Bersani è in viaggio di acculturamento negli States. Si spera che qualcuno lo nominini nuovo Toro Seduto a patto che resti confinato in una riserva indiana per il resto dei suoi giorni

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