Forse, con un ministro che sguscia via come un’anguilla, provoca, e di sé dice «sono troppo intelligente per…», conveniva allearsi, trovare una strategia comune, fare gioco di squadra, e invece. L’esperimento estivo di «In Onda», un talk di approfondimento politico e di varia umanità, è molto interessante perché sia Luisella Costamagna (accidenti, una che è sopravvissuta a Santoro e a Costanzo!) che Luca Telese dimostrano di saperci fare (La7, dal lunedì al venerdì, ore 20,30).
Però, già quell’idea iniziale di salutare il pubblico invertendo le parti (la Costamagna saluta al posto di Telese e viceversa) è roba da antiquariato televisivo, un’inutile finta cortesia. I due sono bravi, appartengono alla stessa area ideologica, ma tendono a primeggiare, l’uno sull’altro e basta, appunto, un personaggio tignosetto come Brunetta per metterli in crisi. Solo il gioco di squadra avrebbe reso possibile una strategia per mettere l’ospite alle corde (visto che era lui a voler mettere alle corde i conduttori), i due però sono andati ognuno per conto suo.
L’unica strategia adottata finora, anche con grande ironia, è l’archetipo favolistico della Bella e la Bestia. Che funziona con interlocutori normali, che accettano di rispondere alle domande. Con Brunetta ha dimostrato i suoi limiti: perché è molto difficile intaccare il «parlar sentenzioso», quel dispositivo retorico che serve anche a mascherare le idee esponendole come verdetti inoppugnabili («governare significa governare senza ipocrisia», prendi, incarta e porta a casa!). È probabile che col passare dei giorni l’intesa migliori, ne siamo certi. Adesso siamo nella fase in cui uno compensa i difetti dell’altro; in futuro ci vorrebbe qualcosa di più. La cosa più interessante è che mentre Rai e Mediaset d’estate tirano i remi in barca, La7 sperimenta. Chi vive di esperimenti e chi di espedienti.
Aldo Grasso – Corriere della Sera
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