Luca Telese

Il sito web ufficiale del giornalista Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Azzurro Padania

di Umberto Bossi*

C'erano già trecento armigeri bergamaschi, pronti, nelle valli: bastava un mio gesto, e nessuno avrebbe potuto impedire una carneficina. Questo mondiale era contro la Padania, contro il federalismo, contro tutto quello che noi rappresentiamo: un torneo pieno di giocatori zebrati, marocchini con il vizio del dribbling, meridionali mal camuffati. Non era roba per la Lega, e lo abbiamo detto da subito: il tricolore mettetelo pure nel cesso.
C'erano trecento figlioli di Busto Arsizio, sul prato di Pontida già con gli elmi e le alabarde. Se non li avessi fermati io, sarebbe stata una strage: a noi Lippi ci fa una sega, perchè siamo tutti armati di manico, e quel Camoranesi non mi piaceva per nulla, ha la faccia da beduino e i modi dei terroni che menano il torrone senza andare mai a rete. Ho visto dei negri persino nell'Inghilterra: è vero che sono buono perché ho una moglie siciliana, ma Capello stia in guardia, perché la pazienza della razza piave è al limite. Glielo abbiamo detto, a quei signoroni di Roma, che se la nazionale non prendeva posizione sul federalismo la vedevamo nera: l'è minga finita qui! Mi sono rotto i maroni, non sto fermo a sorbire le meline di Roma mentre il veneto soffre. Qui c'è un solo ministro che ha in mano i fili del potere, e non contratta con nessuno: sono io. Attento, Brancher, attento, perché ti spediamo a casazzurri appeso per i piedi.
C'erano duecentocinquanta ragazzoni di Carugate, che gli veniva già voglia di menare le mani. Sono andato io, a fare da paciere, ma attenti alla rabbia del Nord: questo è l'anno del samurai, la geopolitica si è rimessa in movimento, il Brescia è tornato in serie A, la Lega da oggi gioca a zona. Chi prova a entrare nel sacro recinto del Po gli spezziamo le gambe.
C'erano duemila figlioli con i bastoni in mano, ad Adro, che volevano partire, per farglielo sentire, al signor Fini, come è nodoso il legno del Nord. Se pensano che ora si riparta da quello scimmione abbronzato, Balotello, Balotelli, come si chiama lui, hanno preso un abbaglio. Ho chiesto a Borghezio di attendere, ma non si mette il freno al vento indipendentista. Avevamo promesso federalismo, sicurezza, lotta a Roma ladrona. Non abbiamo ottenuto un ficosecco. Abbiamo barattato il federalismo con le poltrone, svenduto la sicurezza al berlusca per tre ministeri, piazzato le tende a Montecitorio. Ma ora ci siamo rotti i coglioni. La vita di una cittì vale meno del costo di una cartuccia, due euro se va bene. Caro Prandelli, te ne vai al Frosinone: la Nazionale stavolta sventolerà il sole delle alpi, e se la prende la Trota.

(*testo raccolto sotto ipnosi da Luca Telese)


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