Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Alla festa del Quirinale il Fatto non è gradito

“Il giallo del ricevimento al Quirinale” inizia di prima mattina. Non è il titolo del libro di qualcuno dei tanti “Anonimi” che hanno scalato le classifiche della prima repubblica. Ma il dubbio che prende corpo nella redazione de Il Fatto, quando si scopre che questo nostro piccolo giornale è l’unico quotidiano che non vede il suo direttore fra gli invitati del tradizionale ricevimento ufficiale per la festa del 2 giugno. Che si tratti di una svista? Di un errore? Di una dimenticanza? Oppure di una reazione (legittima, per carità) alle critiche che in diversi momenti Il Fatto e alcuni suoi editorialisti hanno rivolto al presidente della Repubblica? Trattandosi di una delle istituzioni più efficienti della Repubblica, le ipotesi di errore accidentale vengono deppennate di prima mattina. Quella di una “rappresaglia”, però, ci sembra ugualmente inverosimile.
Il ricordo corre alla cerimonia di augurio di fine anno, sempre al Quirinale. Antonio Padellaro, in quell’occasione, ricette un invito con stemma presidenziale spolverato d’oro zecchino, un cartoncino per eventuale accompagnatore, e persino un ambito ticket per parcheggiare la sua macchina su piazza del Quirinale. La domanda sorge spontanea: il nostro piccolo quotidiano è stato forse declassato? E se si per quale motivo? Chi scrive viene incaricato di chiamare il portavoce del presidente, Pasquale Cascella, vecchia conoscenza di una corposa pattuglia di questo quotidiano (e del suo direttore) per i comuni trascorsi a L’Unità. In ufficio mi risponde, cortesissima, la sua segretaria: “Il dottor Cascella è già nei giardini, sa, c’è la cerimonia…”. Ovviamente lo sappiamo, proprio per quello avevamo chiamato. Volevamo solo sapere se c’era stato un errore materiale, o un depennaggio intenzionale dalla lista degli inviti. La segretaria del portavoce, con grande cortesia, mi rimanda al collaboratore del portavoce, di cui mi gira il telefonino. Lo chiamiamo. Lui chiede: “Vuole sapere se il direttore de Il Fatto è nella lista degli invitati?”. Proprio così: “Sa, io non posso risponderle, perché adesso sono ai giardini (pure lui, ndr.). Se vuole posso controllare se c’è l’accredito per lei”. Anche lui è molto cortese, ringraziamo per la gentilezza e la disponibilità, ma spieghiamo: vorremo capire se l’invito per il direttore del  giornale è stato smarrito. “Sinceramente non so posso dire – risponde – una parte degli inviti sono gestiti direttamente dal Cerimoniale del Quirinale, se vuole la richiamo entro le 16.30 per farle sapere”.  Fino alle 17.00 non arriva risposta. Alle 17.30 il cronista si presento all’ingresso del Quirinale, dove trova un accredito stampa. Ma ovviamente il dubbio resta, anche perché,  pochi minuti dopo, l’informatissimo Dagospia batte in tempo reale uno dei  suoi dispacci che suona così: “Tutti (o quasi) i direttori di quotidiani nazionali sono stati oggi gentilmente pregati di festeggiare la festa della Repubblica deambulando lungo i giardini del Quirinale. Tutti – scrive Dagospia –  eccetto il direttore de "Il Fatto", Antonio Padellaro. Domani ne leggeremo della belle”. Negli splendidi giardini, fra una chiacchiera e l’altra, andiamo a caccia degli uomini dell’ufficio stampa. A questo punto, “il giallo” è diventato pubblica notizia, esige una risposta. Davanti  al tavolo degli affettati appare il vice. Gli chiediamo se è riuscito a scigliere l’enigma. Risponde imbarazzato: “No, non ho avuto modo…. Ma lo scopriremo”. Poco dopo le sei, in redazione chiama il direttore di Medusa, Carlo Rossella. Anche lui, dopo tanti anni di Colle, quest’anno è stato depennato. Trattandosi di uno degli uomini più vicini a Berlusconi la cosa ci conforta: quindi non può essere stata una esclusione politica. Pochi istanti dopo, dietro la sagoma discreta dello stilista Renato Balestra, uno degli invitati d’onre, ecco un altro esponente dello staff presidenziale. Forse sa qualcosa? Risponde con una punta di imbarazzo: “Sa, quest’anno ci sono stati molti tagli”. Non solo alla finanziaria, dunque, ma anche agli inviti. E’ quasi sera. Il cronista sta per tornare in redazione con il cuore rinfrancato, quando scorge il portavoce del presidente. Cascella si libera di un interlocutore, e improvvisamente offre la soluzione dell’Enigma: “Volete sapere perché Padellaro non è nella lista?”. Sembra emozionato, quasi turbato: “Io l’ho depennato! Sono stato io, diglielo pure”. Attimi di stupore. E’ un fiume in piena: “In tanti anni di lavoro non mi era mai capitato di essere pubblicamente insultato, con un editoriale contro di me, sulla prima pagina di un quotidiano! Solo Padellaro lo ha fatto”. Di quale editoriale si parla? L’insulto era tale da comportare depennamento. Ancora Cascella: “Padellaro scrive non vuole avere rapporti con il Quirinale? Bene, è stato accontentato”. Sembra dispiaciuto: “Sono stato offeso due volte: come persona e come professionista. E’ incredibile. Nemmeno i giornali della destra l’hanno mai fatto”. Di nuovo in redazione. Recuperiamo il fondo incriminato:””Avevamo scritto – osservava Padellaro il 25 marzo – che Napolitano  sarebbe sicuramente intervenuto a difesa del potere giudiziario… Pensavamo di avere bene interpretato, oltre l’opinione dei nostri lettori, gli intendimenti del capo dello Stato. Purtroppo non era così. Un’aspra reprimenda di un autorevole consigliere del Quirinale ci è piovuta addosso. Non è paciuto il titolo ‘Napolitano dice’ e neppure l’appello, pur rispttosamente rivolto”. Non sembravano parole tanto offensive. Anzi, la conoscenza e la stima che a Il Fatto si nutre per Cascella è tale, da convincerci che non sia lui, il colpevole, malgrado la confessione spontanea. Leale e fedele come sempre, Cascella ha impugnato la pistola fumante, addossandosi la colpa, per proteggere le più alte istituzioni.

di Luca Telese


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7 risposte a “Alla festa del Quirinale il Fatto non è gradito”

  1. Avatar francesco

    Ciao Luca, mi meraviglio che un attento giornalista e opinionista della tua bravura scriva su n° 1 dei Quotidiani italiani sia per la forma e la sostanza che rappresenta a noi lettori di cui ne siamo fruitori di quelle notizie e informazione .che solo il FATTO riesce a raccontarci con forza, coraggio e spirito obbiettivo e io ne sono pienamente consapevole di quanto sia dura per l’UNICO giornale che va controcorrente in una Italia irriconoscibile e e sono FIERO di acquistarvi e leggervi e cosi tanti e tanti che lo facciamo e cresceremo ,purchè il FATTO continui la sua Veste che ha deciso di indossare fin dal 1° numero. questo voleva essere una piccola e modesta premessa. sono Francesco e leggendo stamattina il tuo art. de il depennamento al nn invito al quirinale, vi siete sentiti esclusi dal cerimoniale salottiero festaiolo.
    il Quotidiano è deve rimanere un giornale serio un giornale che è gli m occhi della gente deve essere ll’ orecchio della gente, la parola deve essere il grido di libertà e di giustizia della gente, caro Luca se ce qualcuno in questo momento che ha perso l’occasione della vostra nn presenza , ebbene Luca nn dobbiamo sentirci creditori di un avvenimento che non citocca in quanto e una festa soltanto per chi la costruita sulla casta dosciplinata e servile , sulle amicizie colluse e intrisa di avvisi e di indagati, di divise macchiate da tangenti e da abusi di potere, dal clero ipocrita con le sue via crucis (è ne ha moltI ! ) agli Industriali con i loro colletti inamidatie le loro troie imbellettati da gioielli con i SOLDI fregati al fisco ,minando cosi’ la situazione economica Italiana , e potremmo continuare ancora su questa vera e nn falsa riga. se ce e lo dico con convinzione di causa qualcuno, che ha perso questa occasione in DEMOCRAZIA e lo STATO. invece se vuoi la mia vera ,Opinione c’è andata molto bene se nn abbiamo partecipato e nn lo dico per snobbare nessuno e una vera intuizione a dimostrazione che il BAVAGLIO e Reale e alquanto vero perchè questa e la classica CENSURA all’Italiana. Io e tanti lettori siamo contenti che il Fatto e rimasto fuori dai salotti borghesi e fradici di mal costume, e che Tu ,l’Amico Padellaro il nostro bravo Direttore, Il Combattente e Tenace Travaglio , il grande Piter Gomez e tantissimi giornalisti che ne fanno parte di questa vostra e nostra FORTEZZA. e sara la nostra R E S I S T E N Z A !!! Francesco Lo Cascio

  2. Avatar massimo

    Suvvia, per una tartina e un bicchiere di prosecco. Però è comprensibile lo sdegno: essere accomunati con Rossella (che telefona in redazioneeeee?)…
    Bah.

  3. Avatar luca v.
    luca v.

    Ma di che c’è da meravigliarsi? Se ancora rimanesse qualche dubbio residuo, come Berlusconi è il peggior presidente del consiglio della storia repubblicana, Napolitano è il peggior presidente della Repubblica (forse in assoluto, di sicuro dell’era berlusconiana). La sicumera, l’indolenza, l’arrendevolezza, la permalosità, la presunzione di intoccabilità e di infallibilità aggravata dall’essere il primo ex-comunista (sai che gloria!) salito allo scranno più alto: fa veramente vomitare. Solo D’Alema sarebbe riuscito a superarlo in peggio

  4. Avatar ste.xin

    Vuol dire che state lavorando bene! Continuate così, non fermatevi!

  5. Avatar luciano neri
    luciano neri

    Caro Telese
    ho fatto una breve visita a questo sito perche’ incuriosito dal contributo di leggerezza che il suo approccio scanzonato ha apportato a LA ZANZARA ( per i suoi lettori : trasmissione radiofonica quotidiana diffusa dalla radio dei padroni che gode di ampio seguito , seppur bisognoso di rieducazione ).
    La lettura della sua biografia e , soprattutto, il tenore e le argomentazioni dei commenti degli affezionati lettori del FQ mi spingono a fare una piccola scommessa : per un professionista della comunicazione come lei il rapporto con qualsiasi tipo di audience finisce per far parte del bagaglio professionale ; io credo tra non molto lei riterra’ la sua esperienza in questo giornale come stimolante , arricchente e .. conclusa.
    Cordialmente

  6. Avatar margherita
    margherita

    niente Padellaro, ma al suo posto Amanda Sandrelli……

  7. Avatar aghost

    Dai Telese cristo, il ricevimento al Quirinale! Basta con questi riti da supercasta, il Quirinale costa quattro volte Buckingham palace, il doppio dell’Eliseo e della Casa Bianca, otto volte il cancellierato tedesco, 29 volta la “Zarzuela” spagnola! Il nostro Quirinale ci costa, da solo, quasi quanto l’intera somma complessiva dei palazzi presidenziali di Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, 235 milioni di euro contro 261,5!

    Quando si farà pulizia anche e soprattutto in questi sprechi assurdi e indecenti? Ci sarà mai un giornale che abbia il coraggio di denunciare, a testa bassa, queste sconcezze? E quanto ci costano gli altri palazzi, palazzo Madama o Montecitorio? Grazie alla Ue sappiamo almeno che siamo il paese più scalicinato d’Euorpa ma che i nostri europarlamentari hanno gli stipendi pià ricchi…

    Neppure nella Romania di Ceaucescu c’era tanto sfarzo e contemporaneamente tanta impudenza… Sappiamo com’è finito Ceaucescu, gli italiani invece sono ormai definitivamente lobotomizzati.

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