L'ultima che si sono inventati è "la festa del 2 maggio". Ovvero: una festa del lavoro che si prolunga per due giorni, che inizia l'1 e prosegue il 2, una sorta di kermesse all'Asinara, una piccola Woodstock sarda a metà fra festa del lavoro e happening politico musicale, un evento nell'evento, nel cuore dell'isola che è dentro l'isola. Ovviamente, gli inventori sono ancora una volta "loro": gli operai della Vinyls autoreclusi volontariamente all'Asinara da più di due mesi. Ed è solo l'ennesima trovata di questa formidabile pattuglia di operai – anziani e giovanissimi – che hanno deciso di prendere in mano il loro destino, e di stravolgere i codici della comunicazione da cui erano stati espunti, ribaltare il ruolo di comparse che i media gli avevano assegnato.
Erano "attori non protagonisti" condannati all'anonimato, adesso sono soggetti mediatici, gente che va in onda in prima serata e batte i miliardari nevrotizzati della Ventura. Sono partiti dalla marginalità delle brevi in cronaca, dalle menzioni rapsodiche nei telegiornali regionali, si sono inventati una collisione di simboli: "il reality vero" che risponde a quello virtuale. E adesso iniziano a proiettare la loro storia oltre la dimensione dello sciopero o della singola iniziativa. In una parola: hanno costruito una narrazione. Non solo. Adesso possono permettersi di ipotizzare nuovi capitoli.
Dapprima l'invito a tutti gli altri disoccupati colpiti dalla crisi ad aggiungersi, adesso quello a tutto il pubblico a partecipare. Se ci pensate, è come se si intrecciassero tra di loro due rivoluzioni che infrangono le due costanti di tutte le altre lotte – anche epiche – di questi mesi: la solitudine e l'impossibilità di comunicare. Io non so come andrà a finire questa storia. Nessuno oggi è in grado di dirlo. Però c'è una trattativa in piedi con la Ramco (società che si è detta disposta a comprare la fabbrica del Pvc) che senza la protesta dell'Isola non esisterebbe nemmeno. E c'è una disponibilità dichiarata dell'Eni, che prima era una indisponibilità certa.
C'è oggi – anzi, la settimana prossima – una festa che per il solo fatto di avvenire dentro il teatro della rappresentazione dell'isola diventa curiosa e non rituale. C'è l'invito al popolo viola, c'è l'a partecipazione di Legambiente. Questa non è più una delle tante manifestazioni, questa è un'intuizione di futuro. Ed ecco perché il 2 maggio all'Asinara è diventato già – prima ancora di essere celebrato – uno di quegli eventi di cui dire: io c'ero.
Luca Telese
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