Luca Telese

Il sito web ufficiale del giornalista Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Il terzo uomo

Voglio essere il prossimo primo ministro". Se queste parole di ieri il candidato premier del partito Liberaldemocratico inglese Nick Clegg le avesse dette un mese fa lo avrebbero preso per pazzo. Ed invece, i primi “trielli” televisivi della storia britannica ci dicono che il paese (un tempo) più bipolare del mondo, ormai è diventato talmente “tripolare” che l’uomo che fino a pochi giorni fa era considerato solo un terzo incomodo annuncia di correre per vincere: “C’è una fluidità in queste elezioni – spiega il candidato dei Libdem – che forse non si vedeva da una generazione, non posso prevedere cosa accadrà ma si stanno spezzando i vecchi schemi, i vecchi ancoraggi e le vecchie routine”. Sarà vero? E soprattutto: sarà vero solo per l’Inghilterra?
Sondaggi-choc. Sempre ieri Il popolarissimo Sun ha pubblicato un sondaggio choccante che vede i lib-dem al 33%, i conservatori al 32% e i laburisti del premier Gordon Brown al 26%. Se fosse così sarebbe come una bomba atomica, un verdetto che ribalta tutte le rendite di posizioni della politica britannica. La seconda domanda sorge spontanea. In Italia potrebbe accadere qualcosa di simile? E se sì, chi potrebbe essere “il Clegg italiano”? Contrariamente agli scorsi anni, quando ha vergato tutte le prefazioni alle edizioni italiane dei libri di Cameron, Il leader più vicino al profilo di Clegg, oggi, sembra proprio Gianfranco Fini. Con posizioni molto avanzate sui diritti civili e sull’immigrazione (in alcuni casi – come sulla cittadinanza – “più progressiste” della sinistra) e con posizioni liberali e moderate sul terreno economico.
Un Clegg italiano? E se qualcuno dei dirigenti di Fare Futuro azzarda che Fini “potrebbe raccogliere il 15%”, persino il Corriere della sera (che da quando il presidente della Camera ha rotto con Silvio Berlusconi gli spara addosso tutti i giorni) ha dovuto riconoscere nella rubrica di analisi di Renato Mannehimer che l’appeal elettorale di Fini non è indifferente: “Ha un serbatoio del 20%”. Certo, il quotidiano di via Solferino aggiunge subito dopo che “il voti certi sono solo il 5%”. Ma i dirigenti del Pdl si sono messi a studiare le tabelline con grande attenzione: che un partito che nemmeno esiste, e un leader che tutti i giorni viene attaccato dai giornali del suo schieramento e dipinto come un Giuda traditore possa essere accreditato di un 5% sicuro e un 20% potenziale è già un segnale stupefacente.
Il terzo elemento che va posto sul quadro, poi, arriva dalle ultime elezioni regionali, dove Pdl e Pd, malgrado i (reciproci) proclami di vittoria hanno raccolto, messi insieme poco più del 50% dei voti in due.
“Il terzaforzismo”. Lo spazio per una terza forza c’è già, come ben sanno Pierferdinando Casini e Luchino di Montezemolo che in quella dimensione sperano di far nascere una nuova leadership. Ieri, sul sito di Farefuturo, Filippo Rossi, nume tutelare della fondazione finiana scriveva: “Quel che sta succedendo può apparire solo un gioco politico, un gioco di potere. Ma non è così: c’è dell’altro. Molto altro. E tantissimi italiani, a destra come a sinistra, l’hanno capito”. Curioso. Perchè per la prima volta uno degli uomini vicini al presidente della Camera ammette un’attenzione per gli elettori del polo concorrente. Fantascienza? Forse. Ma non c’è dubbio che voti un tempo scongelati possono muoversi oggi in tutte le direzioni.
Eluana e i bed&breakfast. Intanto, esattamente come accadde in Italia per il caso Englaro (quando Berlusconi puntò sul rapporto con la Chiesa) , tra i conservatori inglesi scoppia un putiferio per le polemiche create dall’emergere delle posizioni più tradizionaliste. Infatti, il ministro ombra degli Interni Chris Grayling ha fatto perdere due punti nei sondaggi per due battute avventate su una delle istituzioni del sistema economico britannico, il bed an breakfast: «Ritengo che gli albergatori inglesi cristiani dovrebbero avere il diritto di rifiutare ospitalità alle coppie omosessuali», ha detto, mettendo in grande difficoltà Cameron e subendo attacchi sia da destra che da sinistra.
Infine, il terremoto elettorale in Inghilterra dovrebbe suonare come un segnale di allarme anche per il centrosinistra italiano. La scelta di non rinnovarsi e di puntare sulla leadership anticarismatica di Gordon Brown, e sulla continuità di immagine del premier con il vecchio labour, ricorda molto da vicino le ultime performance di Pierluigi Bersani e la continuità dei gruppi dirigenti post-comunisti.
Dal sondaggio di Mannehimer risultano altri elementi sorprendenti: ad esempio che Fini ha una popolarità superiore (52% a 64%) di quella di Berlusconi. E poi, addirittura, che fra i partiti estranei al centrodestra Fini ha un tasso di popolarità del 65%. Il sondagigo di Mannehimer parla addirittura di un forte zoccolo di consenso (estimatori esclusivi, il 20%), per il presidente della Camera, fra “i 24-35enni laici che non si recano mai alle funzioni religiose”. Forse, a parte le dinamiche interne del Pdl, l’unico modo per impedire che anche in Italia nasca una terza forza stile “libdem”, sarebbe che la sinistra ricominciasse a fare la sinistra, e riuscisse a darsi un profilo di forte innovazione.
di Luca Telese


Scopri di più da Luca Telese

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

3 risposte a “Il terzo uomo”

  1. Avatar luca v.
    luca v.

    Giusta osservazione. Possibile che in un Paese dove Berlusconi fa schifo a due terzi o piu’ dell’elettorato continui industurbato a governare? Dove il PD, che fa venire il latte alle ginocchia a tre italiani su quattro, resti il maggior partito di opposizione senza che nesuno riesca a insidiargli la leadership? Che il bipolarismo di comodo che paralizza da quindici anni il sistema politico non trovi un nuovo sbocco?
    Pero’ a Fini-Nick Clegg ci credo poco. Non perche’ il personaggio non abbia una sua popolarita’ (a sinistra come a destra) ma perche’ il suo potenziale bacino elettorale e’ risicato. Chi lo voterebbe? Nessuno della Lega nemmeno sotto tortura, nessun berluscones che lo ha in odio grazie al fuoco “amico” sparato dai media berlusconiani da mesi contro il traditore interno, forse gli ex AN ma non tutti (troppi gerarchetti si sono ormai accasati tra le truppe di Re Silvio e le uscite di Fni sono troppo liberal per quella cultura), forse qualche centrista casiniano-rutelliano ma non papalino, credo nessuno degli attuali astenuti (tra cui il sottoscritto), forse qualche elettore deluso dal PD o dall’IDV (ma non basterebbe a ribaltare la situazione). Forse sono pessimista, ma non vedo vie d’uscita. Mi sa che Fini e’ solo l’Ignazio Marino della destra….

  2. Avatar alessandro tauro

    C’è anche da dire però che i Liberal-democratici britannici, in particolar modo dopo l’emersione di Clegg, sono diventati un partito più “sinistrorso” che “finiano”. Per moltissimi aspetti ha letteralmente sorpassato a sinistra lo stesso Labour (e non solo sui diritti civili).
    Il partito propone nuove libertà civili, aumento della tassazione per i redditi più alti e incremento della progressività delle imposte (programma più socialista che lib-dem), incremento dei servizi sociali, riforma elettorale proporzionalista, aumento delle tutele sociali e lavorative, disimpegno militare all’estero, enormi finanziamenti ed incentivi per l’energia rinnovabile.
    Clegg ha addirittura definito il suo partito “un’avanguardia del centrosinistra progressista”, in un paese in cui i termini “left” and “right” politicamente sono usati molto raramente…

    Diciamo che dal punto di vista tecnico, considerando la provenienza moderata del partito, il paragone con Fini è attinentissimo. Dal punto di vista strettamente politico-programmatico, Clegg mi fa pensare più a un Nichi Vendola o un Antonio Di Pietro che a un Gianfranco Fini.

  3. Avatar pasquino
    pasquino

    La terza forza in Italia c’è già purtroppo (per me): la Lega. Il vero partito di destra ultraconservatore. Bisogna sperare in un nuovo centro che catalizzi i voti dei disillusi. In caso contrario Silvio e Umberto andranno a nozze almeno per i prossimi 10 anni. Un centro difficile da costruire viste le anime che lo compongono, spesso antagoniste.
    1) l’anima giustizialista di Di Pietro;
    2) l’anima di radice catto liberale e garantista di Casini;
    3) il nuovo movimento di Rutelli (sempre che non si accasi alla corte di Silvio)
    A sinistra viene avanti come un ciclone, dal basso Grillo e il suo movimento 5 stelle.
    Vedremo ….

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.