Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

La Lega vince, e Paragone si inventa Telepadania

Alla fine grida, Gianluigi Paragone, mentre si rivolge brusco agli operai di Termini Imerese, in collegamento dalla Sicilia: “E’ meglio convivere con la mafia come fate voi o ascoltare quello che dico io? Eh? eh? Che cosa è meglio? Meglio convivere con la mafiaàààà? Meglio convivere con la mafiààà?”.
Nemmeno una settimana dopo il voto, la presa del Nord già si proietta su scala catodica. Venerdì sera, infatti, è nata Telepadania. Il bello è che è nata sulla Rai. Finito l’embargo disposto dalla commissione di Vigilanza e dal direttore generale di viale Mazzini, è andata in onda su Raidue, una trasmissione memorabile che può servire da efficace vademecum sui nuovi tempi: si tratta di “L’ultima parola” di Gianluigi Paragone. L’ex direttore della Padania è l’unico conduttore che ha avuto il fegato di fare outing sulla lottizzazione a viale Mazzini: “Sono in Rai grazie alla Lega”, ha detto. E bisogna aggiungere che guardando il suo programma si nota: la scaletta del nuovo corso, l’altra sera, prevedeva inchieste sui disastri e il malffare del Sud, apologia dei nuovi vincitori del Carroccio, schede tecniche per dividere l’Italia secondo un nuovo, originalissimo criterio cromatico-orografico: il prodotto interno lordo. Visto da Paragone lo stivale sembra tornare a criteri pre-risorgimentali: ci sono gli stati verdi, ridenti e produttivi del nord (Lombardia compresa) poi c’è il rosso residuale del centro, ed infine il bianco amorfo del sud improduttivo. Gli ospiti: Matteo Salvini in collegamento – indovinate un po’? – da RadioPadania. Poi il neogovernatore Luca Zaia. E quindi il padanissimo direttore di “Libero” Maurizio Belpietro. A fare da sparring partner un sorprendentemente moscio Leoluca Orlando e il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Piccola curiosità: non c’era nessuno del Pdl (evidentemente già simbolicamente annesso dalla Lega anche se in redazione giurano che era stato invitato Maurizio Lupi). Il terzo padanista in studio, ovviamente, era il conduttore.
E’ soddisfatto Paragone, per il botto di ascolti. La nuova formula verde Padania in termini di Auditel apparentemente rende: 9.90% di share (picchi del 15%) rispetto agli esordi anemici delle prime puntate (6-7%). E non si può dire che non sia stato trasparente nel dettare la nuova linea. I siparietti sono stati meravigliosi. Si era appena conclusa l’invettiva sugli sprechi in Calabria (con Agazio Loiero è come sparare sulla croce rossa) con l’ormai “ex” presidente della regione Calabria che fugge all’inviato paragoniano per non rispondere delle nomine. Si prosegue con il collegamento incuffiato con Salvini. Il dialogo con Paragone è felice: “Chiamano anche molti siciliani, molti calabresi, contenti per il successo della Lega…”. Sarà, ma il primo ascoltatore che si sente ha un timbro bergamasco: “Pensate che a scuola, il maestro di mio figlio, con un forte accento meridionale, ha detto: ‘Dovete gombrare il guaderno con i righi….”. Paragone, abilissimo, capisce che siamo a livelli da paleo-antimeridionlaismo e passa la palla a Orlando. Il numero tre del’Italia dei valori (forse era un po’ assonnato), lì per lì lascia correre e addirittura esalta la Lega con le solite banalità: “Ha il radicamento sul territorio…”. Poi si passa al collegamento con gli operai di Termini Imerese, presentati come una banda di assistiti. Gli interessanti ovviamente si incazzano. E qui parte il siparietto tra un operaio (“Tu stai facendo cattiva informazione! Noi siamo gente che va a lavorare alle cinque del mattino e paga le tasse!”). Paragone, come abbiamo visto non tira indietro la gamba: “Per la mafia non vi lamentate, però!”. Il colpo di grazia lo dà Belpietro: “Potete dire quello che volete, ma io i conti del vostro stabilimento li ho letti… Siete sempre in deficit! Le macchine prodotte da voi costano mille euro in più che in qualsiasi altra fabbrica”. L’operaio gli da del tu ed è imbufalito: “Ma cosa dici? Non sai nulla!”. Belpy: “Siente mal collegati…”. Il dipendente di Termini Imprese: “Siamo l’unica fabbrica che ha un porto a un solo chilometro di distanza, non sapete quello che state dicendo”. Zaia interviene, quasi serafico: “Non voglio infierire su questi lavoratori in difficoltà, ma ho sentito tante cose inesatte. L’unica cosa certa è che noi del nord paghiamo molte più tasse degli altri, e che il federalismo fiscale farebbe bene anche al sud”. Meno male che almeno De Luca si arrabbia: “Non posso accettare questi cliché antimeridionali, questi luoghi comuni: io governo una città dove si fa più raccolta differenziata che a Milano!”. Anche Orlando si risveglia: “Questa è gente che lavora”. Parole sacrosante, che però si perdono. A questo punto si ritorna alle cuffie di Radiopadania. E bisogna dire che fra la versione televisiva e quella Fm non si notano differenze apprezzabili. “Buona Padania a tutti!”, direbbe sicuramente il camerata Borghezio, che al confronto dei nuovi eroi sembra un pericoloso moderato.
 

di Luca Telese


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3 risposte a “La Lega vince, e Paragone si inventa Telepadania”

  1. Avatar Orientalista partenopeo
    Orientalista partenopeo

    Ottimo articolo, Luca.
    Orientalista partenopeo (moderatore di un forum a te ben noto :))

  2. Avatar Mirko
    Mirko

    Il paragone in bretelle ha omesso di dire quanto e come i legaioli con “Roma ladrona” ci si ingrassano.
    Come suini, va da sè.

  3. Avatar maro
    maro

    non l’avrei mai creduto…ma sono completamente d’accordo con Telese. Paragone è stato disgustoso, non potevo credere alle mie orecchie. Vera informazione pilotata ad uso del padrone, un grande giornalista che urla con chi è in difficoltà, un grande uomo. Zaia e Belpietro sono riusciti a far brilllare Storace, ottimi.

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