Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Bossi è la stampella di Berlusconi, ma anche la sua rovina

Certo, il momento magico si sente. E’ partito dalla Puglia per staccare dopo una campagna massacrante, ma si aggira per i vicoli del centro di Roma, chiunque lo veda lo saluta. Nichi Vendola in queste ore è diventato suo malgrado un simbolo: “Sei l’unico che ha vinto, aiutaci!!”, gli grida una professoressa a corso Vittorio Emanuele. “Sono volata da Stoccolma solo per votare te”, gli sussurra una studentessa da Feltrinelli. “Siamo andati e tornati da Lecce in 12 ore per sostenerti”, dicono degli studenti affacciati ad un bar vicino a piazza Navona (che brandiscono una copia de Il Fatto). Il neo-governatore si gode il momento magico con una punta di pudore, ma felicissimo. Quando un altro ragazzo, da un tavolino di piazza del Fico grida: “Per me esisti solo tu! E Berlusconi!” gli scappa da ridere: “Ti ringrazio, ma temo che dovrai scegliere”. Che fare dopo la sconfitta, per Vendola è un pensiero dominante.
Molti dicono: Adesso Nichi si deve iscrivere al Pd.
(Faccia stranita). “Io non voglio iscrivermi al Pd. Io con il Pd voglio discutere”.
Perché dici di no?
“Perché l’identità del Pd è uno dei problemi della coalizione che deve nascere: è un partito che non ha un chiaro progetto culturale, un contenitore elettorale che spesso produce effetti bizzarri”.
Ovvero?
“Funziona come una centrifuga che tritura gruppi dirigenti: Veltroni, Franceschini… Io non ho ancora capito quali erano le differenze politiche, su cosa si dividono”.
Molti dicono: per te aderire è come Parigi val bene una messa per Enrico IV. Un atto di sottomissione che ti regala un biglietto in prima squadra.
(Ride) “Se io avessi un problema di collocazione personale non avrei fatto quello che ho fatto in Puglia, la battaglia delle primarie. Per mia fortuna non ce l’ho, sono un uomo felice che ha altri problemi”.
Quali?
“Come ricostruire una coalizione e tornare a vincere”.
Cosa manca?
“Beh, tutto. Anche solo capire chi sono gli invitati a tavola. A volte temo che la sinistra non impari mai”.
A che ti riferisci?
“Vedo che è iniziata la campagna di demonizzazione contro i grillini al grido: ‘Ci hanno fatto perdedre’”.
E invece tu cosa diresti?
“C’è gente che ha passato una vita a inseguire Buttiglione, che ora vuole iniziare un nuovo cammino partendo da un veto”.
Non bisogna inseguire Rocco?
“Per carità, io con lui farei un seminario di filosofia: ma voglio dire che deve finire la cultura altezzosa della repellenza
per cui si mette all’indice un nemico interno”.
Tu cosa avresti fatto?
“Io ho fatto. Con i ragazzi delle Cinque stelle parlo, discuto, ragiono. SI trovano punti di convergenza e di dissenso. Ma intanto va capito che non sono l’orco, ma una delle cose più nuove e vive di queste elezioni. Insieme ai ragazzi delle fabbriche di Nichi”.
Dicono: sono fondamentalisti.
“Se è per questo esiste anche il fondamentalismo di palazzo, il vangelo insopportabile della realpolitik”.
Ogni riferimento a D’Alema..
“I riferimenti sono tanti”.
Elenca gli errori che portano alla sconfitta.
“Il primo, sempre lo stesso: il centrosinistra pretende sempre di raccogliere senza seminare”.
Il secondo.
“A Piazza del Popolo abbiamo avuto la percezione dell’indispensabilità l’uno del’altro. Il meraviglioso pluralismo di quella piazza era una speranza, non una minaccia. Ma se poi non ci si parla, se non si apre il cantiere…”.
Quando va fatto?
“Subito”.
Passiamo a un altro errore.
“L’analisi dell’avversario e della sua crisi”.
Ovvero?
“Il berlusconismo è un racconto in crisi, e dopo l’insorgenza tragicomica delle guerra per bande e delle liste mancate, le urne lo hanno dimostrato. Però quella crisi non trova sponde a sinistra, e sbocca a destra”.
Nella Lega…
“Proprio così. Noi ci siamo fatti raccontare dai giornali che tutto per loro è andato bene,.”
E non è così?
“Macchè: la stampella della Lega maschera malamente la crisi, ma è anche un fattore che la accelera”.
Tu non consideri Bossi una costola della sinistra?
“Questa è un’altra follia ricorrente. Ho citato in tutti i comizi la vergogna dei bambini lasciati a pane e acqua dal sindaco del carroccio in provincia di Vicenza perché non avevano pagato la retta. Su follie come questa la sinistra deve fare battaglia culturale ogni giorno”.
Si dice: Maroni è il miglior ministro del governo.
“Come no. Ed è anche il teorico della cattiveria come simbolo politico, dell’ordine pubblico come discirminazione, della galera come soluzione ai problemi sociali”.
La sinistra pensa di dover competere su quel terreno.
“Una follia. Nella campagna elettorale in Puglia la destra non ha usato l’argomento nemmeno una volta: lo avevano disinnescato con le politiche sociali. Noi contro il nuovo razzismo dobbiamo dare battaglia”.
Hai una ricetta?
“Di sicuro una: liberiamoci della subalternità alle idee della destra. Facciamo un corpo a corpo sul loro terreno, con i fatti”.
Ad esempio?
“Il fisco. Possiamo raccontare a questo paese che le uniche tasse che sono saltate sono quelle dei ricchi e che la pressione fiscale è aumentata?”.
E gli argomenti positivi?
“Il lavoro e la libertà. Finché il lavoro resta marginale anche la sinistra lo sarà”.
E la libertà? La vuoi contendere al Cavaliere?
“Ma certo! Il mix liberismo populismo inventato da Berlusconi promette una libertà che non c’è, e che viene sostituita dal rancore sociale dei ricchi, che interpretano e illudono i sentimenti dei proveri”.
Come si rompe questo congegno?
“Raccontandolo. Dietro questa ideologia cultural sentimentale ci sono l’immaginario guardone dei reality, e il populismo manipolatorio di Beautiful”.
Cos’altro serve?
“Uscire da discussioni inutili tipo: va inseguita o no l’Udc? In Piemente l’Udc c’era e la Bresso ha perso lo stesso. Dobbiamo costruire un’idea della crisi diversa da quella della destra…”.
E poi?
(Sorride). “Ricominciamo a pensare in grande. Magari rispolverare una geniale idea di Berlinguer, il congresso di futurologia. Oggi vince chi ha un’idea del futuro, e non del passato”.

di Luca Telese


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4 risposte a “Bossi è la stampella di Berlusconi, ma anche la sua rovina”

  1. Avatar roberto
    roberto

    Il berlusconismo è un racconto in crisi ?? E allora la sinistra ?!?Forse uno scritto emanuense, vista la velocità e la capacita di adeguarsi !! ll paese ha bisogno di risposte,di fatti concreti, forse basta poco!!!!!!

  2. Avatar Antonio
    Antonio

    Roberto, il berlusconismo è un racconto in crisi perché è la Lega che ha fatto l’exploit, mentre il Pdl ha avuto un calo mica male. Certo , poi la sinistra sta messa moooolto peggio, su questo non ci piove.

  3. Avatar roberto
    roberto

    Io sapevo che piovesse, ma quiiiii ! ! ! ! ! ! Purtroppo viviamo in un paese in cui il senso critico è latitante da troppi anni e per aggravante,mi sembra sempre più conformato.

  4. Avatar ginoginetto
    ginoginetto

    Vedendo cosa diceva Bossi qualche anno fa ci si domanda chi si sia conformato e quale forma abbia preso oggi: http://www.youtube.com/watch?v=1vSgONXTD-o, alla fine si rivelerà per quello che era??????? Intanto ha sistemato il figlio alla Regione, poi Il federalismo che non lascerà a Vendola neanche i soldi per comperare le garze agli ospedali pugliesi e allora toccherà cantare meno male che Silvio c’è

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