Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

La stecca di Bersani al festival Raiset

Vedi com'è fatto (male) il Pd. Avevo appena pubblicato su Il Fatto (sabato) un articolo che conteneva una cauta apertura di credito a Pierluigi Bersani per la sua recente conversione viola. La sera stessa mi sono pentito di averlo scritto, dopo aver visto la drammatica performance del segretario del Pd sul palco del'Ariston. Per chi (fortunatamente per lui) se la fosse persa, le cose sono andate così. Mentre la serata stava finendo, fra un gorgheggio di Pupo e un pistolotto in busto di stecche di balena del manichino della Clerici, ad un certo punto, non si sa come, approdano sul palco del festival tre operai di Termini Imerese. Scelti male, visibilmente imbarazzati e stralunati, calati dal nulla come dei marziani, intervistati da Maurizo Costanzo con un tasso di passione civile pari a zero. Ecco, pensi, un'altra foglia di fico per accreditare il mito di Sanremo mangia-tutto, Termini imerese compresa. Quando il micro-talk operistico (de' noantri) sta per chiudersi, Costanzo tira fuori l'asso: "Vorrei sentire un paio di persone in platea….". E provate a immaginare chi? Costanzo dice: "Ecco… quel signore,… se gli date un microfono…". Quel signore è il povero Bersani. Che si alza con il vestito della festa, gessato blu (ma chi li veste i leader della sinistra?) fuori luogo e vagamente imbarazzato. Fa appena in tempo ad inanellare tre banalità colossali – va detto che dato il clima sarebbe stato difficile dire di meglio – e poi inizia ad essere bersagliato dai fischi. La faccia del leader del Pd è terrea, fa appena in tempo a dire ancora una mezza parola imbarazzata. Poi brontola sconfitto: "Beh… mi fermo qui". Dopodichè Costanzo fra un succinto predicchettino ai contestatori e da la parola ad un altro signore. Indovinate chi? Il ministro Scajola. C'è qualche fischio anche per lui, ma va detto che sciaboletta se la cava meglio. Alza la voce, non ci sta, dice quello che deve dire. Ora. Come è possibile subire con tanta rassegnazione lo sfregio di quattro baldraccone in pelliccia e di un pugno di loggionisti impasticcati da 500 euro a biglietto? Quella faccia rassegnata, quel gettare la spugna, quell'incapacità di tenere il punto del dramma nemmeno quando si parla di Termini Imerese dovrebbero suggerire a Bersani almeno un paio di cose. Primo: se uno non c'ha il fisico, non si mette a giocare a rugby fuori casa. Secondo: se uno non ha le palle, non si mette a fare il leader. Terzo: se la sinistra mostra meno grinta di Scajola persino quando si parla di operai è impossibile vincere. Ma la domanda più grossa è questa: davvero Bersani e i suoi spin doctor credevano che la conquista delle masse popolari potesse passare per l'espugnazione del festival di Raiset consacrato a Emamuele Filiberto e agli imbrillantinati di Amici?" Davvero non aveva intorno nessuno, il povero Pierluigi, che gli dicesse: "Meglio non andare, finisce che fai una figura da pirlone?". Se è così siamo davvero alla frutta.


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4 risposte a “La stecca di Bersani al festival Raiset”

  1. Avatar Paola

    a Bersani gliel’aveva detto Zoro (Diego Bianchi).. ma si sa, lui è un comico..
    anch’io avevo gioito alla notizia del PD con i Viola il 27 febbraio..
    incredbile la capacità di automartellazione di questo partito
    meriterebbe una batosta che gli faccia aprire gli occhi, ma purtroppo se perde di brutto saranno guai anche per gli altri italiani
    un saluto

  2. Avatar Marco B.
    Marco B.

    @Antonio
    si sà che chi dà buoni consigli lo fà perchè non può più dare il cattivo esempio …

    @salsicciottodell’informazionefilopiddìsalvofareunpistolottosubitodopo(alias luca telese)
    bella la comparsata di bersanetor a san scemo .. vale quasi l’appoggio di di pietro a de luca .. ma tu continua pure a ritenerti un giornalista ..

  3. Avatar paola di marco
    paola di marco

    ho letto il tuo articolo su “il fatto quotidiano” di ieri 21/02. Tutto vero. Non è la lampadina, è tutto l’impianto elettrico che va rifatto. La figura di Bersani a Sanremo è stata una delle cose più tragiche che potevano accadere al povero Bersani. Ti giuro che mi ha fatto una pena tremenda ma anche tanta rabbia. Ma è possibile che non sia riuscito a difendersi, a mettere insieme due parole, come giustamente dici tu Luca, su un tema che dovrebbe essere un cavallo di battaglia per un leader di sinistra? Ha fatto una figura allucinante, da persona remissiva e timida, quasi si fosse trovato lì per una sorta di autoflagellazione!
    Così, con questi toni così remissivi e timidi, il pd non và da nessuna parte!

  4. Avatar ipse dixit
    ipse dixit

    Bersani è semplicemente patetico, goffo, anticarismatico per eccellenza, grigio-tinto, un personaggio dell’apparatnick protosovietico colla faccia da pizzicagnolo della bassa, un leader vecchio per un partito nato vecchio, che vince le primarie grazie ai voti dei nostalgici del vecchio PCI (che però aveva ben altri leader), e che – se solo avessero lasciato candidare Grillo (goffamente stoppato da codicilli da avvocaticchi di provincia) avrebbe raccattato a malapena il 5% delle preferenze, come i sondaggi di allora evidenziavano. Che tristezza: è una discesa senza fine, da Fassino beccamorto all’ebete Veltroni al chierichetto Franceschini al pelato tinto Bersani, ormai si vede solo il precipizio…

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