Se devi ragionare sul cortocircuito fra informazione, scandali sessuali, crisi della politica (e del Pd), Fabrizio Rondolino è una delle persone che ti può dire di più. Non solo perché nel 2000 si dimise dal ruolo di consigliere per la comunicazione di Massimo D’Alema, a Palazzo Chigi, per via di un protoscandaletto a “luci rosse” (l’uscita di un suo romanzo, Secondo avviso, che – l’abbiamo già raccontato – conteneva delle pagine hard). Ma anche perché solo 7 giorni fa, ha fatto clamore una indiscrezione pubblicata sul sito che dirige con Claudio Velardi The Frontpage.it : Fini si sarebbe “riappacificato” con Berlusconi anche perché “pressato” da alcune foto hard.
Cominciamo da qui, Rondolino, perché avete scritto e ritrattato?
Avevamo avuto una soffiata, che ci pareva attendibile… Poi abbiamo capito che quell’articolo condivideva una insinuazione sgradevole difficile provare. Ci abbiamo pensato, abbiamo concluso: è un terreno molto spinoso su cui è difficile avventurarsi. Non lo rifaremo.
Avete fatto l’autocritica…
L’ho fatta due volte, anche retroattivamente.
Cioè?
Un anno fa ero partito dall’idea che bisognasse colpire Berlusconi sul caso Noemi. L’ho scritto, l’ho sostenuto in pubblico…
Pentito anche di quello?
Prendo atto che è stato fatto, non solo da me, e non ha prodotto nulla.
Non vuol dire necessariamente che fosse sbagliato.
Sai, pensavo che il passaggio dal ruolo di padre di famiglia a quello di vecchio puttaniere bastasse a fargli perdere consenso. Invece, il sex-giustizialismo è diventato una scorciatoia prepolitica che non arriva all’obiettivo che si era proposto.
E come te lo spieghi?
E’ passata l’idea: ma almeno lui va con le donne.
Visto che sei anche un dalemiano di vecchia data…
Diciamo pure dalemista: implica meno responsabilità per lui.
Che cosa dici del presunto coinvolgimento del lider maximo nel “complotto”?
(Ride) Quale dei tanti? Lui c’è sempre di mezzo, sai.
Il Caso D’Addario, secondo Panorama.
(Ride ancora) Una puttanata! Ma non perchè penso che se lo sia inventato Mulè. Qualche Pm l’avrà pure ipotizzato, senza fondamento, però.
La famosa frase sulla “scossa” è la pezza d’appoggio.
L’hanno già usata per spiegare anche le indagini su Spatuzza. Dovrebbero decidersi. Anche gli scheletri nell’armadio di Berlusconi sono più d’uno, eh, eh.
E i “dalemoni” di D’Alema a sinistra?
Dati alla mano, la sfida a Vendola in Puglia è stata un disastro.
Quindi lo critichi?
Al contrario. D’Alema è uno dei leader ha vinto il congresso. Che ha diritto di fare delle scelte. Quando non avranno più una maggioranza saranno giudicati. Io – da vero partitocrate – sono contro le primarie che fanno saltare questo principio.
Perché?
II tanto vituperati partiti, quando esercitano controllo, evitano problemi. Prendi Bologna…
Il Cinzia-gate?
Vedi, Del Bono può avere quante amanti gli pare… Però un tempo, quando circolavano voci, qualcuno dal partito chiamava e diceva: Finiscila con questo bancomat!
E Marrazzo?
Anche lui, per quel che mi riguarda può far sesso con chi vuole. Ma il problema lì è un altro. Al pari di Berlusconi, Marrazzo si è fatto eleggere usando un’altra immagine.
Quindi?
Io e te, possiamo anche fare delle orge con i trans. L’uomo pubblico non può.
Non esageriamo.
Lui deve tenere fede a quella immagine. Vedi, la questione sessuale, in questo caso, diventa una parte esplosiva della questione morale.
E il caso Sircana?
Lui non si è dimesso, e rispetto la sua scelta. Io al suo posto lo avrei fatto.
Perché era sposato?
No, perché era portavoce del governo. La sua immagine privata e la sua ricattabilità si proiettavano su tutto l’esecutivo. Ma non voglio dare giudizi. Anche qui, se ci fosse stato un partito…
Sono entrambi prodiani.
Appunto.
Come appunto?
Capita ai cardinali, perchè non potrebbe capitare ai prodiani?
Se è per questo può capitare anche ai dalemiani.
E’ diverso, noi veniamo da una cultura che, paradossalmente, è molto più controllata di quella dei cattolici.
Quella comunista?
Beh, sì.
Dagospia apre sull’aborto imposto alla Iotti.
Non c’è bisogno di arrivare all’archeologia.
Gli anni cinquanta…
Tanto per fare un esempio molto più recente su D’Alema.
Quale?
“Non la sai la vera storia del suo primo matrimonio, quello.. “dimenticato”?
Con Gioia del Mastro, nel 1973…
Ah, era il 1973? Pensa, proprio a ridosso della laicissima battaglia sul divorzio…
Ma a che ti riferisci?
Me lo ha raccontato lo stesso Massimo, con molta ironia, in diverse occasioni. Lui conviveva con la sua ragazza, aveva non più di 25 anni…
Ebbene?
Fu convocato dai dirigenti del partito pisano, che – parola di più parola di meno – gli fecero questo discorso: ‘Caro compagno, tu sei libero di fare quello che vuoi, certo, ma adesso hai un ruolo pubblico, sei consigliere comunale, se non capogruppo…’ Quindi…
Cosa?
Gli chiesero di regolarizzare la sua situazione. E lui lo fece. Non perché avessero un figlio! Perchè abitavano insieme, capisci? C’era un controllo micidiale e furono costretti a sposarsi.
Non ci credo.
So che anche con il suocero, un uomo geniale, ora vive in Israle, ha ancora ottimi rapporti. Pensa, Massimo nel tentativo di dribblare disse una cosa del tipo: ‘Ma noi non abbiamo nemmeno i soldi per il rinfresco!”.
E come fece?
Non fece. Gli risposero: “Non preoccuparti, ci pensa il partito’. Lo chiamò il responsabile organizzazione: “Compagno regolarizzati” E la coppia convolò a nozze
Forse eccessivo, direi.
Guarda, da partitocrate ti chiedo: ‘Ne sei sicuro?’. Sono cose che abbisamo vissuto. Ogni volta che c’erano problemi di questo tipo, il responsabile dell’organizzazione chiamava e dirimeva il nodo. Era un controllo sociale, ma anche una rete.
Ma anche un vincolo, mi meraviglio di te, che sei un orgoglioso libertino.
Intanto erano altri tempi. Ma di sicuro, in questi, nè il caso Sircana, nè quello Marrazzo, né quello del Bono, sarebbero potuti accadere.
Luca Telese
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