Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Un, due e tre…Mariastella!

Che ci fanno sulla motovedetta dei carabinieri i bambini di casa Gelmini? Lo capiremo fra poco. Quest’anno, però, abbiamo già scoperto che, non il sospetto, ma il gossip – diversamente da quanto credeva padre Ennio Pintacuda – è l’anticamera della verità.
E così Novella 2000, testata un tempo snobbata dai lettori radical chic come concentrato di facezie e amenità, si è via via trasformata, per i lettori più attenti, in una vera e propria “Novella bolscevica”, il settimanale che sotto la sovrastruttura apparente del pettegolezzo ci mostra le verità nascoste del potere, esattamente come Chi di Alfonso Signorini, sotto l’apparenza dell’effimero, svela le aspirazioni dell’immaginario berlusconiano.
Un esempio? Nella settimana in cui Veronica Lario divorziava da Silvio, questa estate Novella aveva in prima pagina la foto strappata di Berlusconi e della Lario con un titolo secco ed inequivocabile: “Divorzio”. Mentre Chi, con una meravigliosa elusione, pubblicava solo la foto della first lady, con un titolo a suo modo geniale: “Veronica, la fine di un sogno” (come dire: solo lei è protagonista e vittima della storiaccia di Noemi).
Anche il famoso press book della “Madonna di Valva” (dal nome del comune che ha assegnato a Noemi il memorabile premio al “talento che verrà”) è apparso su Novella, mentre Chi ci raccontava del suo fidanzato (falso). Un servizio con foto, posate (e addirittura con i genitori!), doppia coppia romantica e artefatta. Infatti pochi numeri dopo Diva & donna svelava la verità (si trattava di un tele-fanciullino scritturato per dare una immagine più rassicurante alla fanciulla). Il Cavaliere ripeteva disperato: “I giornali popolari di Murdoch parlano di me in tutto il mondo”. E in realtà l’affermazione sarebbe dovuta essere rovesciata: in tutto il mondo tranne che in Italia (con l’unica eccezione di Novella, appunto) i settimanali rosa facevano il loro mestiere: qui, misteriosamente parlavano d’altro. Ancora una volta Chi era prodigioso: pur di non approfondire il Noemi-gate si produceva in una storia del Cavaliere a puntate, con tanto di foto semi-inedite, con Berlusconi giovane fotografato in stile Humphrey Bogart. Mentre Novella 2000 pubblicava una lunghissima intervista al ragazzo di Noemi (Gino Flaminio, quello vero) che secondo il Riformista meritava di essere considerata – nientemeno! – “la carta dei disvalori dei giovani al sud”, unica spiegazione sociologica del perché le nuove generazioni votano a destra.
Questa settimana “Novella bolscevica” (non riferite il nomignolo alla direttrice, Candida Morvillo, sennò ci rimane male, lei ritiene di svolgere semplicemente il suo mestiere) fa un doppio colpo sul governo. Da un lato “il giallo dei capelli” di Berlusconi (con ampia documentazione fotografica). Dall’altro il matrimonio della ministra Gelmini. Servizio affettuoso, e privo di qualsiasi malizia, a prima vista quasi elegiaco. C’è il ministro Bondi, ci sono i fiori, i tacchi, lo sposo, i figli degli amici in posa. E poi, girando pagina, quella piccola sorpresa. Una motovedetta bianca e blu dei carabinieri imbarca il plotoncino dei giovani ospiti. Nella didascalia si legge: “Dal giardino della villa, una delle motovedette dei carabinieri che pattugliano il ramo del lago di fronte all’edificio fa salire un gruppo di bimbi ospiti del ricevimento di nozze (sopra) e li porta a fare un giro sul lago di Garda”. Ecco, qui le cose iniziano a farsi più complesse: “Oltre ai carabinieri – scrive ancora Novella – a presidio della sicurezza e della privacy delle nozze, c’erano decine di poliziotti e guardie municipali”. Perché non c’è dubbio: il ministro ha diritto a difendere la propria privacy, ma quando inizia a mobilitare le forze dell’ordine per farlo, le cose vanno meno bene. E vanno ancora peggio, quando apprendiamo che i carabinieri fanno fare la gitarella ai piccoli ospiti della Gelmini. In questi anni i carabinieri delle scorte sono stati costretti a fare di tutto: ad esempio prendere multe per sconfinamenti nei parchi naturali con Gianfranco Fini (un errore, ci ha spiegato). Peggio è andata agli infermieri di Palazzo Chigi costretti loro malgrado al servizio taxi (con finto malore) per l’onorevole Gustavo Selva (che doveva andare a Omnibus). Domanda. Se quello che scrive Novella è vero, non sarà il caso che il ministro che taglia le classi e gli insegnanti di sostegno – sollevi le forze dell’ordine almeno dalle incombenze del baby sitting? Cara Mariastella, attendiamo lumi.

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