Certo che la politica ai tempi del Pd è più logorante dell’acido muriatico. Prendete il caso Puglia. Due palle un soldo – bang, bang! – ieri si è eclissato malinconicamente il mito dello sceriffo Emiliano.
Bionde e Hashish. Per un mese ha ballato nel saloon del duello con Nichi Vendola, ha dettato le regole, ha affisso proclami, ha fatto girare vorticosamente le sue pistole e il suo sorriso generoso… E ieri – improvvisamente – il sindaco di Bari è passato da tutto a nulla, da king maker – candidato in pectore a controfigura. Era l’uomo perfetto per la politica moderna, fino a due mesi fa: il sindaco che mangia frutti di mare crudi al mercato, nulla a che vedere con i radical-chic. Uno che aveva girato con la pistola nella cintura, da magistrato, e che piaceva pure a destra… Bang, bang!. L’uomo che diceva di se: “Ho vissuto in mezzo a bionde, hashish, panetti e neve bianca, ho arrestato albanesi, scafisti e intoccabili…”. Bang, Bang!. L’uomo che diceva del Pd: “Vorrei un partito strutturato come Al Quaeda… Orizzontale. Ogni gruppo autonomo e capace di espandersi all’infinito”. Bang Bang!: “Il Pd deve essere un partito europeo, occidentale e anticomunista”.
Esploratori & trapper. E adesso? Da ieri gli passa davanti un giovane-vecchio come Francesco Boccia, il cavaliere pallido, l’uomo dell’Arel di Enrico Letta, investito – nientemeno! – di un “mandato esplorativo”. Che poi, è vero che c’è stato un precedente Marini, ma di “mandati esplorativi” dopo il pleistocene della prima repubblica, dopo i governi Goria non se ne ricordavano. Per giunta: il mandato sulle primarie allo sconfitto delle primarie precedenti: se si poteva immaginare un messaggio simbolico, peggiore di questo era difficile: ma si sa, nel Pd è l’ora del merito. Eppure è fatale, anche nella grammatica del western bonelliano: se arriva il trapper, l‘esploratore, il segugio, è perchè l’eroe che risolve con la pistola ha la stella di latta appannata. Solo sei mesi fa Emliano era quello che vinceva a Bari con il 59%. Così spavaldo da ripetere: “Io e Vendola siamo fratelli! Nessuno è meglio di lui. Gli organizzo io la campagna elettorale, Massimo capirà!”. Nemmeno Nichi fosse il suo Kit Carson. Poi il buio, la sovraesposizione, la febbre terribile della vanità che ti fulmina come una lampadina, ed è Massimo (D’Alema) che fa cambiare idea a lui. Ci sono problemi sulla candidatura di Vendola. Emiliano cambia marcia: “Le tre grandi personalità della Puglia (Vendola D’Alema e lui stesso, Ndr.) si devono sedere intorno a un tavolo per trovare un soluzione”. Ovvero: la soluzione potrebbe essere lui stesso. Lo sceriffo smette di parlare in terza persona e quasi si arrabbia: “Sputatemi in un occhio se mi candido a presidente della regione!”. Ma Vendola non molla. E’ il governatore uscente, dice, ha diritto alle primarie: “Se vince un altro mi tiro indietro e lo sostengo”. Anche se fosse Emiliano? Il governatore con l’orecchino sorride: “Sapevo che voleva fare campagna per me, ma se vince sarei lealmente al suo fianco. Deve riuscirci, però”. I vendoliani fanno di peggio: cartellone in barese con scritto: “Emiliano, japr l’ecchie!” (“Apri gli occhi…”). Emiliano tris cambia ancora e si indigna bang, bang!: “Io che corro contro Nichi? Non esiste”. Passa solo una settimana e il sindaco pistolero cambia di nuovo spartito: “Io non corro. Ma Nichi si deve fare indietro”. Ari-bang! “Io candidato? Non ci penso proprio. Solo se me lo chiede Nichi”. Ma Vendola non ci pensa manco morto, e continua a dire che lui vuole le primarie. Allora – bang bang! – arriva l’Emiliano che dalle colonne di La Repubblica ulula: “Nichi è un traditore!”. Adesso c’è solo la prima persona: “Solo io posso battere Fitto!”. Bang, bum!: “Anche se Vendola non corresse nel centrosinistra, io posso vincere da solo contro tutti”. Ratatatà: “Sono già al 60%!”.
Ad personam. Però si da il caso che anche nel saloon del centrosinistra pugliese ci sia un problema. Una legge che non consente al sindaco di candidarsi. E che problema c’è? Si chiede lo sceriffo: “Quella legge va cambiata subito”. E le primarie? “Non si possono fare”. E il Pd? Bang, bang! “Corro solo so mi votano all’unanimità”. E così si arriva ad un altro Ok Corral. Il 28 dicembre l’assemblea del partito tutt’altro che unanime, è spaccata. Si fanno i conti: forse Emiliano non ha i numeri. Per di più irrompono i campesinos vendoliani (molti con tessera del Pd) e provvidenzialmete non si vota più: “E’ stato squadrismo, dice il sindaco sceriffo”. Ma il giorno dopo, bang, bang (e cinque) cambia ancora: “Accetto le primarie. Ma a patto che Nichi mi garantisca che i suoi votano la legge ad personam”. Invece Vendola fa l’indiano: “Non posso”. E da Roma arriva la doccia scozzese di Bersani: “Non si fa nessuna legge ad personam”. A questo punto il pistolero estrae per l’ultima volta. Ma la pistola è scarica. Click, click: “Non mi candido più”. Augh!
Luca Telese
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