Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Da Miliband a Viespoli

C’è un unico, incredibile filo che unisce le vite parallele (anzi divergenti) di David Miliband, Massimo D’Alema, Antonio Tajani, Renata Polverini, Nicola Cosentino e Pasquale Viespoli. La politica a volte è anche così, un vorticoso incrocio di sliding doors, porte che girano vorticosamente e decidono con il loro capriccio destini e carriere.
Volete provare a capire perché? Partiamo dall’ultimo anello della catena, Pasquale Viespoli. Ieri all’esame tricologico antidroga il deputato del Pdl – una vita nel Msi e poi in An – era il primo a scherzarci su, con raffinata ironia, individuando questa connessione (apparemente) invisibile: “Eh, eh… se Miliband resta al governo a Londra, io me ne resto tranquillo”. Viespoli è uno dei dirigenti più popolari del Pdl in Campania, fa parte di quella destra che per tanti anni era orgogliosa di rivaleggiare con la sinistra per il primato sui temi della legalità. Il giorno in cui Cosentino era stato investito come candidato alla presidenza della regione era il grande sconfitto. Perché se l’area che viene da An otteneva il Lazio (con Renata Polverini) era ovvio che la Campania spettasse a Forza Italia e al sottosegretario di Casal di Principe. Adesso l’Europa e la richiesta di arresto possono cambiare radicalmente questo scenario. Metti che Cosentino non si candida più. Metti che Tajani lascia l’Europa e corra nel Lazio. Metti che Miliband non si candidi e il designato socialista sia D’Alema… Allora nel Lazio va un ex azzurro, e in Campania non può che correre un ex aennino. Ma se il filo di questa catena di Sant’Antonio si srotola, anche nel centrosinistra campano cambia tutto. Contro l’inquisito Cosentino può correre l’inquisito De Luca. Ma se viene meno Cosentino, e arriva Viespoli, il confronto diventa imbarazzante. Così il paradosso vuole che tutte queste carriere siano appese una all’altra. Sulla carta esiste anche un’altra meravigliosa possibilità. Che David Miliband corra in Campania con il Pd.
Ps. Peccato che quel retrogrado di Gordon Brown al contrario di Berlusconi, non si prenderebbe mai un ministro sospettato di legami con Gomorra

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