Da quando si è candidato ha perso 12 chili. Lui ci ride su: “Ho fatto la dieta che seguivo prima di ogni trapianti al fegato, quelli da 12 ore in sala operatoria: la mattina carboidrati, la sera proteine e verdure, tanti pomodori per il potassio, o succo di mirtillo per gli antiossidanti”. Poi si ferma improvvisamente: “Non scriverlo però…. Non vorrei dare consigli preziosi ai miei rivali”. Dove è finito il cardiochiurgo compassato di qualche mese fa?
Ignazio Marino sembra un altro uomo: magro, camicia bianca e jeans alla Steve Jobs, eloquio spigliato, continue battute. Altro sorriso: “Le primarie mi hanno cambiato”. Racconta della madre svizzera del canton Ticino – Valeria, 87 anni – che lo segue su internet passo passo: “Ignazio, aggiornate il sito!”. Racconta dello stupore di molti per la scelta (che spiega) di non parlare mai più di 45 minuti nelle riunioni. Sciorina dati sui congressi truccati, non rinuncia a parole durissime sulla situazione interna del Pd, un po’ chirurgo, un po’ moralizzatore: “Bisogna incidere l’ascesso e asportarlo: altrimenti questo partito va in setticemia”.
Marino, le sue accuse sulla Calabria sono supportate dai fatti?
“In quella regione il territorio è soffocato dal malaffare. E nei congressi del nostro partito ci sono dei fenomeni poco chiari”.
Mi dia dei dati.
“Ecco qui. A Santa Maria, Catanzaro, c’è un circolo con 162 iscritti, dove Bersani prende 180 voti e Franceschini 36. Non è strano? Il totale sarebbe 216!”.
Può essere un caso, un errore.
“Allora ecco un altro ‘caso’. Ancora Catanzaro: un circolo, 379 iscritti dove Bersani prende 474 voti, Franceschini 128 e io 4…”.
Il totale è 606 voti!
“Non mi stupirei, data la portata di questo miracolo, di vedere Pierluigi e Dario camminare sulle acque. Ma c’è di peggio”.
Prego.
“Caraffa, ancora in Calabria: 5 iscritti, 36 votanti, 100% per Bersani. Altro prodigio”.
Che spiegazione da?
“Vorrei che le spiegazioni me le dessero gli altri. E che dicessero se questi voti li vogliono. Mi pare evidente che ci sono dei capibastone che orientano il voto”.
E’ sicuro di non averli anche lei, dei capibastone mariniani
(Ride amaro) “Beh, allora dovrei suicidarmi per come li ho scelti male”.
Le diranno che lei recrimina perché arriva terzo.
“Al contrario. Noi stiamo ottenendo dei successi clamorosi: siamo secondi a Milano con il 35%… A Torino siamo appaiati alla Franceschini con il 19%! I nostri dati più bassi problema, guardacaso, sono al sud. Dove il voto è meno trasparente”.
Contro la camorra lei ha addirittura invocato il soccorso dei geosatelliti americani…
“Non è un’esagerazione. Anche noi dobbiamo capire che bisogna ricorrere a strumenti eccezionali per controllare il territorio e debellare la criminalità in quei territori”.
Campania e Calabria.
“E Sicilia. Sono stato allo Zen 2, dove hanno bruciato la scuola, sigillando le telecamere come nei film, per impedire ai ragazzi di sottrarsi al reclutamento della mafia. La legalità, 25 anni dopo la denuncia di Berlinuger sulla questione morale, deve essere una discriminante anche per noi”.
Lo dice anche quando ci sono condannati del Pd?
“Io non ho dubbi: fare il parlamentare è un privilegio. Noi dobbiamo escludere dalle liste chiunque abbia condanne definitive”.
E cosa pensa dell’assessore Tedesco, nome simbolo dell’inchiesta di Bari, che siede al suo fianco al Senato e gode di immunità?
“Non posso esprimere un giudizio sull’inchiesta. Però il suo è un caso di conflitto di interesse. Vede, io in America, ogni anno devo compilare un modulo in cui spiego cosa fanno tutti i miei parenti, per evitare ogni sospetto di illecito”.
Il Pd dovrebbe far fare lo stesso ai suoi amministratori e ai suoi dirigenti?
“Mi pare il minimo”.
Le daranno dello schedatore.
“Schedare vuol dire conoscere informazioni che possono risovlere problemi”.
I suoi colleghi non saranno entusiasti…
“Ma perchè se lo fa una azienda non lo deve fare un partito? E intanto così eviteremmo di avere una assessore che si occupa di sanità, e che magari ha un figlio che vende protesi agli ospedali”.
Quanto ha sofferto per la storia delle sue note spese tirata fuori da Il Foglio?
“Mi ha rafforzato. E’ stata una operazione che gli americani definiscono come character assassination…”.
Crede che le sue spiegazioni abbiano persuaso?
“Mi sono difeso da una accusa ridicola. Detto questo, per trasparenza, ho messo tutto su internet, così chiunque può controllare. Dopodichè, chi mi diffama, a partire dai giornali, lo querelo”.
E’ vero che lei, negli incontri del Pd, non parla mai più di 45 minuti?
“Sì. Per il resto botta e risposta. Mi hanno detto che gli altri, negli stessi posti dove sono stato io, domande non ne hanno volute”.
Lo sa che la accusano di avere posizioni antipartito?
“Assurdo. Però trovo bizzarro che in molte realtà ci siano più iscritti che elettori”.
Quale risultato si augura?
“Sopra il 5% è un successo comunque”.
Si sta abbassando l’asticella? I primi dati la danno all’8.5%?
Al contrario. Gioco sul 25 ottobre. Gli iscritti che voteranno sono 500mila. Gli elettori che andranno alle primarie potrebbe essere 3.5 milioni in più. Ecco perchè si riapre tutto”.
Pensa che gli iscritti non siano rappresentantivi?
“Credo che le storie politiche dei miei due avversari producano anche riconoscenza e legittimo affetto. Alle primarie il voto d’opinione conterà di più”.
Perchè non si fa un confronto?
“E’ dal 3 agosto che lo chiedo, ogni giorno!”.
E cosa le rispondono?
“Ah, ah, ah… Che farlo prima del voto sarebbe una mancanza di rispetto per gli iscritti”.
La cosa la fa sorridere…
“Oh sì. Sarebbe come se una professoressa mettesse prima il voto e poi interrogasse”.
Sui temi etici anche Bersani e Franceschini dicono che garantiranno la lacità.
“Davvero? Mi chiedo cosa direbbe Bersani a Letta, che aveva già annunciato il suo voto sulla leggina Englaro di Sacconi. E che cosa direbbe Franceschini alla Binetti”.
Lei la vuole cacciare la Binetti?
“Veramente è lei che dice che se ne andrebbe se vincessi io. Solo che anche lei, come tutti, deve sentirsi vincolata all’opinione del 99% degli iscritti del Pd”.
Lei dice che il leader del Pd non può venire né dalla storia del Pci che da quella della Dc
“Proprio così”.
Facile, solo lei ha questo requisito fra i tre sfidanti!
“So che c’è un conflitto di interessi. Ma possono rappresentare il nuovo Bersani e Franceschini, la cui carriera politica è iniziata nell’ultimo terzo del secolo scorso”.
Luca Telese
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