Per chi di voi si divertisse a scandire il count down, siamo arrivati, oggi a quota 24.300 abbonati. Quasi tutti hanno già spedito il bollettino, e la marcia procede al ritmo di 300 al giorno. Oggi, su Panorama, è uscito questo pezzetto di Paola Sacchi, che va a sfrugugliare in maniera intrigante i rapporti con l’Unità:
Padellaro saccheggia L’Unità. Campagna acquisti per «Il Fatto»…
Sarà in edicola il 23 settembre. Ma Il Fatto, il nuovo quotidiano di Antonio Padellaro, ha già strafatto in quanto a shopping di penne pregiate nella stampa di sinistra. L’ex direttore dell’Unità si è aggiudicato anche due grossi calibri dell’Espresso: Peter Gomez e Marco Lillo, autori delle principali inchieste d’assalto del settimanale debenedettiano.
Un colpo che si aggiunge al saccheggio già fatto all’Unità, dove Padellaro ha sfilato alcune firme storiche messe in panchina dal direttore Concita De Gregorio: l’ex quirinalista Vincenzo Vasile, autore di libri sulla mafia come l’ultimo Era il figlio di un pentito (Bompiani), e l’ex caporedattore centrale Nuccio Ciconte.
In partenza per Il Fatto viene dato anche l’emergente Malcolm Pagani, figlio della scrittrice Barbara Alberti che proprio De Gregorio aveva portato all’Unità. Non pago, Padellaro si è aggiudicato la stessa segretaria di Concita. I nuovi acquisti si aggiungono a un parterre che va da Luca Telese a Furio Colombo e Marco Travaglio. Sia Padellaro sia Travaglio detengono una quota del giornale. Nella proprietà anche le case editrici Chiarelettere, Aliberti e un imprenditore marchigiano.
Basta per pagare il cospicuo shopping di firme rosse? Nelle casse del giornale, che radunerà tutta la nuova voga dipietrista, grillista e giustizialista, ci sarebbero già 3 milioni di euro assicurati da 22 mila abbonamenti, online e cartacei. E un bacino saranno i 400 mila utenti del blog di Travaglio e Gomez. Insomma, se saranno i più rossi fioriranno. (Paola Sacchi)
Adesso, a parte il fatto che anche Paola Sacchi, a volere essere pignoli, è una giornalista che è cresciuta a l’Unità (per questo è anche bene informata), considerato che io stesso ho scoperto solo questa sera che la nostra angelica Eloisa era la segretaria particolare di Concita (sapevo che lavorava all’Unità, ma non esattamente), andrebbe aggiunto che abbiamo altri due valenti colleghi che vengono dall’Unità (“Machine” Ferrucci e “diesel” Wanda Marra). Diverso il discorso per Malcom Pagani (senza “elle” l’ufficiale dell’anagrafe tragicamente sbagliò): di lui si può dire che è una di quelle carriere metafora di come il giornalismo italiano sia incartato e incrostato, tendenzialmente ostile e refrattario alla novità. E’ vero quello che che scrive Paola. Arriva a l?unità con Concita. Parte con il botto. E’ versatile, scrive di spettacoli, ma anche di politica, ma anche di sport. Ha un’agenda impressionante…. Ebbene, quando l’editore-sòla de l’Unità (quello che voleva fare il premier e ha perso con Cappellacci) decide di tagliare i fondi al giornale, i primi a pagare sono i giovani. Sono stati assunti come precari perchè sono giovani. E sono i primi ad andarsene perchè sono precari. E’ un serpente che si mangia la coda. Malcom (come molti altri) continua a produrre pezzi su pezzi. Pagato a pezzo. Quindi non pagato (o pagato tardi). Arriva al colloquio con Padellaro, gli fa un’ottima impressione, lui e il caporedattore, Nuccio Ciconte, che fino al giorno prima non lo conoscevano, valutano il suo curriculum e decidono di assumerlo. Tutto qui. Una storia piccola, che però racconta molto del mercato italiano, e anche del Fatto, e del mondo in cui questo giornale sta partendo.
Ma, a parte questo, va anche detta un’altra cosa: che noi non ci confrontiamo con l’Unità. O almeno non solo. Visto il momento drammatico che sta vivendo la stampa italiana, sarebbe bello puntare a rubare copie anche al Corriere della sera e a La Repubblica. Non avremo R2 e i supplementi sontuosi e leccati, non avremo cento pagine sulla patata o sui segreti della zanzara. Ma ci faremo leggere….
Luca
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