Ho mandato alla redazione del Il Fatto una richiesta di far votare(in rete)in maniera democratica se Telese meriti o meno la possibilità di collaborare al nuovo giornale. Con l’occasione ho segnalato una lista contenente una decina di nomi di giornalisti freelance(anche volti noti che hanno preferito lasciare le redazioni di giornali e TV, locali e nazionali, piuttosto che asservirsi all’informazione di regime dettata dalla linea politica dell’editore/direttore)e di bloggers alla paolo papillo(che merita di sicuro più di Telese di fare informazione su Il Fatto). Con questo NON mi prefiggo di certo una risposta nè un cambio di rotta imponendo la linea del giornale on line da parte di Padellaro&Co. sulla decisione(a mio modo di vedere sbagliata)di imbarcare gente del calibro di Telese, ma soltanto la possibilità da parte dei cittadini(e lettori)di esprimere ancora una volta ed in maniera democratica la loro opinione(pro e contro)su chi è meritevole o meno di credibilità… e forse i vari componenti del CDA de Il Fatto farebbero BENE a tenere in dovuta considerazione gli umori che il caso Telese ha sollevato nei loro potenziali lettori oltremodo presi in giro da personaggi del calibro di Telese. Fate vobis ..
Marco
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Caro Marco,
l’idea e’ interessante, mi apre degli orizzonti, un mondo, un sistema di pensiero, il tuo. Allo stesso modo in cui suggerisci di votare sulla mia assunzione, si potrebbero votare – democraticamente – i primari delle cliniche, magari i cardiologi e i pediatri, di certo i callisti che ti fanno male, i dentisti che toccano la radice, i librai, i professori, i presidi, i tassisti, naturalmente la formazione della nazionale, e poi anche quella della tua squadra del cuore, si potrebbe dare le pagelle un po’ a tutti, e votare su internet, oppure mettere i gazebo per strada, stile Pd, e aprire le urne: "Siete pronti ad accettare che un nemico del poplo scriva le brevi di cronaca?".
Ma davvero lo vedi cosi’, il mondo? Ma davvero pensi che un giornale non sia un prodotto d’autore (di un direttore e e di un collettivo)? Sei convinto che debba essere il frutto di un plebiscito, di un piccolo referendum, condotto per via telematica? Ma allora perche’ porre limiti? Si potrebbero votare via internet anche gli articoli da inserire o meno, gli editoriali della prima, sulla proposta di ritirare dalle edicole i numeri che non ti sono piaciuti, sul licenziare i colleghi che hanno l-alito pesante, e poi, una volta sperimentato i metodo sulla carta stampata, passare all’editoria seria o al cinema, e riscrivere il finale dei film o dei libri che non ci piacciono. C’ qualcosa in questa tua meravigliosa proposta che ha un vago retrogusto orwelliano, ma in una declinazione amgtriciana, l’idea che il plebiscito debba farsi legge, prevalere su tutto. Anzi, gia’ che ci sei, accorpa al tuo lodo Telese un bel referendum sul lodo Schifani. Cosi’ se poi vince il riportino dell’impunito ti diverti ancora di piu’. Quando voteremo se licenziarti dal tuo posto di lavoro, giuro, votero’ per difenderti. Per mostrarti che nella tua scienza almeno una cosa ti manca, lo spirito volterriano.
Luca
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