«Copiare» dalla Lega sulla questione settentrionale? Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte – dirigente nazionale del Pd -, sorride, solo alla domanda: «No, scusi, la questione così è malposta: sul piano della battaglia per il federalismo, direi, che è la Lega che dovrebbe copiare da me e dalla mia giunta…».
Presidente Bresso, è sicura di quello che dice?
(Sorride) «Credo di esprimermi in un buon italiano».
Lei fa parte di uno di quei partiti che il Carroccio definisce «centralisti» e «schiavi di Roma»…
«Conosce la mia formazione politica?».
Nella prima Repubblica – tra La Malfa e Mazzini – lei era una centralista repubblicana.
«Nooo, si sbaglia. Facevo parte della corrente che nell’Edera si riconosceva nelle posizioni cattaneiane».
Nel senso di Cattaneo?
«Sì. Ultrafederalista, quindi, e per giunta lo sono fin da ragazza».
E uscendo dalle collocazioni risorgimentali dove si colloca? «Guardi, cerchiamo di essere molto concreti. Io non combatto la Lega sul terreno del federalismo, anzi».
Anzi cosa?
«Condivido e sostengo la richiesta di maggiore autonomia amministrativa. Ma sfido il partito di Bossi ad andare più in fondo».
Cosa vuole, la secessione?
«No, ma un federalismo vero. Non questo progetto orribile votato dall’attuale governo».
Orribile? Adesso lei ruba anche il lessico delle camicie verdi.
«Ma lei lo ha letto il testo? Perché bisogna leggerlo».
Mi spieghi che cosa non va.
«È più che orribile. È dannoso: qui anziché aumentare le competenze e l’autonomia ce la stanno riducendo. Vorrei che i leghisti si unissero a me nella protesta contro Roma ladrona».
Lei, una donna democratica, che parla di «Roma ladrona»?
«Con questo governo siamo diventati, direi, tecnicamente ed economicamente schiavi di Roma».
Mi faccia un esempio…
«Beh, i cosiddetti Fas, i fondi per le aree sottoutilizzate. Non erano mica destinati tutti al Sud, che crede? Il 15% spettava a noi».
Lei usa l’imperfetto.
«Certo. Ce li hanno congelati, chissà quando li rivedremo».
Mi faccia un altro esempio.
«Il turismo. Lei sa che quello della Brambilla è un ministero abusivo? La Brambilla è tecnicamente abusiva».
Lei sta cercando di far impallidire il lessico di Borghezio.
«No, sto solo enunciando fatti. Il turismo, ai sensi della nostra Costituzione, è prerogativa esclusiva delle Regioni: c’è una motivazione di grande buonsenso, in questo».
La Brambilla allora è incostituzionale?
«Con la creazione di quel ministero il nostro territorio viene spogliato di fondi e competenze che dovrebbe amministrare in piena autonomia. E per di più c’è stato un referendum che lo ha abolito quel ministero. Va bene che in Italia si dimentica tutto».
Insomma, la Bresso è molto più federalista della Lega.
«La Bresso è meglio federalista di questo governo. Ed è contenta, come è avvenuto in passato, se la Lega vota gli ordini del giorno della sua giunta per difendere le competenze regionali».
Però le competenze sui trasporti sono tornate a voi.
(Altro sorriso) «Oh, sì! Peccato che il governo centrale ci abbia tagliato i fondi per realizzarle. Quindi ritorniamo sempre al modello di Roma ladrona».
Adesso non mi dica che lei è anche favorevole alle ronde.
«Non sono le ronde il punto».
Non mi dica anche lei che il problema è un altro.
«Ci rifletta un attimo. Fra le materie di sicura competenza del governo centrale c’è di sicuro l’ordine pubblico».
Quindi le ronde dei cittadini non dovrebbero esistere?
«Quindi io voglio che la sicurezza sia garantita dallo Stato».
Lo Stato ci prova.
«Sa secondo me qual è la vera riforma federale sul piano della giustizia? La lotta alla mafia e alle camorre, che dal Sud stanno pian piano estendendo la loro area di influenza alle nostre regioni».
Quindi tutto questo per dire no alle ronde.
«Rispetto a questi problemi non contano nulla».
È su posizioni leghiste anche sull’immigrazione?
«La stupirò. Io credo che la clandestinità vada combattuta, e che sia un male per i nostri territori. Però…».
Però cosa?
«Ci vogliono anche i flussi, e non solo per le badanti. Lo sa che nella mia regione gli agricoltori non trovano più raccoglitori per la frutta?».
Lei ha chiesto che il presidente del centro restauro di Torino fosse piemontese…
«No. Abbiamo chiesto che fosse una persona che lavora e risiede a Torino».
Come mai?
«Ci sono molte persone che possono svolgere questo lavoro sul nostro territorio. Peraltro a titolo gratuito!».
«Io sono più federalista di Bossi. E ora Roma è di nuovo ladrona»
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