La vendetta, come sempre più spesso accade, è arrivata dalla rete. E così, in queste ultime, decisive ore, il Partito democratico si ritrova crocifisso dalla satira via internet, grazie al successo travolgente di un video parodistico di 3 minuti e 42 secondi, quello degli autoproclamati «Democratici Anonimi». Una staffilata di sarcasmo, un concentrato di sulfurea eresia. Ovvero, l’effetto del video che contiene le testimonianze di sei ragazzi che si dichiarano «ex elettori del Pd», ma che nella finzione parlano, e che vengono inquadrati, come se fossero i partecipanti a una seduta di autocoscienza di alcolisti anonimi. L’effetto è spiazzante. Raccontano di aver votato per il Pd come se avessero assunto delle droghe: «Ti dici: domani smetto, ti ripeti, è solo un periodaccio, ti crei mille alibi… ». E un altro anonimo: «Non ce la faccio, non ce la faccio, ho bisogno di aiuto… ». Un altro: «Tutte le sere guardavo youdem, Red Tv… i miei non mi riconoscevano più». Un altro: «Ora sto bene, sto facendo un percorso… sono sei mesi che non leggo il Riformista… Ogni tanto ci ricasco, lo compro… ma poi ci faccio gli aeroplanini di carta». Adesso il video è diventato uno spettacolo itinerante, una sorta di appello a non votare Pd, a votare alla sinistra del partito di Franceschini. Alcuni degli «anonimi» danno indicazione per Di Pietro, la maggioranza per Sinistra e libertà. Tutti sono caustici con Franceschini, la Binetti, Veltroni bersagli prediletti di ogni ironia.
Effetto valanga. All’inizio il video era nato come una testimonianza, quasi per gioco, ora è già un piccolo fenomeno di culto, di quelli che creano reazioni a catena. Per una settimana è stato il secondo video più visto su YouTube, e poi ha innescato la reazione dei messaggi emulativi, decine di video amatoriali che riprendono il tormentone. Tanti ragazzi che si ritraggono mentre dicono che votavano Pd e che ora non lo faranno più perché «Dico basta, voglio smettere!». Infatti, il video spot dei «DA» si chiude con l’appello tipo pubblicità progresso: «Se hai bisogno di supporto, rivolgiti a noi». Poi è nato un sito (boboanchio.blogspot.com) che raccoglie tutti i materiali prodotti e autoprodotti e i commenti.
«Pubblicità progresso» antiPd. Quindi sono nati i manifesti del tipo: «Rita Montalcini ce l’ha fatta (ha detto che non vota più Pd, ndr) Ce la puoi fare anche tu». Infine l’ultimo colpo di scena. Uno show multimediale che irrompe nella campagna elettorale, costruendo attorno ai video, alla parodia e alle testimonianze uno spettacolo politico. Per dire: questa sera, i Democratici anonimi saranno alla festa nazionale di Sinistra e libertà a Roma. Ma ci arrivano alla loro maniera, affiggendo per Roma la locandina di un finto congresso medico, degli studiosi delle terapie di recupero degli elettori intossicati.
Il retroscena. E dire che tutto nasce da un piccolo retroscena. Pochi mesi, fa, il giornale del Pd, l’Unità, per i tagli imposti dall’editore Renato Soru, chiudeva il supplemento satirico M. L’ennesima delusione per il nucleo di giovani creativi che si era raccolto intorno al settimanale. Tutti elettori del Pd, tutti delusi dalle svolte clerical-confessionali e – sopra ogni cosa – dalla presenza simbolica di Paola Binetti: in uno dei finti manifesti stile propaganda Pd, c’è un gruppo di giovani che spingono fuori il cognome della deputata teodem, con sotto lo slogan: «Più fuori lei, più dentro tu (quello originale era: «Più forti noi, più forte tu»). In un altro c’è una foto della parlamentare dell’Opus Dei, con finta spiegazione: «Da quando ha incontrato i Democratici anonimi, il cilicio è tornato a essere solo un piacere sessuale».
Binetti nel mirino. Come si capirà, i «DA» sono politicamente scorretti. E sono nati intorno ai licenziati di M. La principale animatrice Francesca Fornario, 34enne, ex caporedattrice del supplemento, spiega: «Quello che ci unisce è il senso di delusione per il ricatto del cosiddetto voto utile. La domanda che ci siamo fatti è: utile a che cosa? Velleitario, semmai, perché chiede consenso in nome di ideali che non rappresenta più». La Fornario lavora all’Unità, ed è rimasta stupita delle reazioni di simpatia raccolte anche in ambienti vicini a Franceschini: «Un giorno ho aperto il sito del giornale e il nostro video era arrivato pure lì! Io continuo a essere una collaboratrice del giornale, e Concita De Gregorio mi ha chiamato per dirci che ha simpatia per la nostra iniziativa». Ma cosa sono i DA? Un gruppo di eretici, o un drappello di contestatori? La Fornario sorride: «Siamo un gruppo di pressione che con strumenti democratici chiede agli elettori di non votare Pd, per non avallare le sue incredibili piroette». E perché c’è l’appello più o meno esplicito a votare Sinistra e libertà? «Perché crediamo che rafforzare la sinistra sia l’unico modo per impedire lo spostamento a destra del Pd. Sl è a un passo dal quorum, aiutarla a raggiungerlo significa aiutare la sinistra a ritrovare la sua forza e la sua identità».
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