L’altra sera “Tetris”, un programma serale di La 7, ha dedicato alcuni minuti alla nostra modesta attività di videoattivismo. Conduceva in studio il signor Luca Telese, che ama definirsi “un comunista che scrive sul Giornale”. In effetti viene dall’ufficio stampa di Rifondazione Comunista. Forte di questa distinzione, sta facendo la sua strada nel mondo dei media: tiene una rubrica sulla radio pubblica, conduce un talk show su una tv nazionale. Di quelli banalizzanti e appiccicosi, senza alcun rigore di informazione e tanti ospiti che si sovrappongono e si autopromuovono. Senza avvertirmi, l’altra sera, in una puntata dedicata alla qualità dell’informazione italiana, il “comunista che scrive sul Giornale” ha mandato in onda alcuni pezzi di nostri video, mescolando a piacimento brani del dvd e di youtube, dando notizie inesatte, premurandosi di presentarmi come un tipo da prendere con le molle, in quanto rompicoglioni e un po’ folle. Poi ha dato la parola ad alcuni degli ospiti in studio, pregevoli individui come il viceministro padano Roberto Castelli, il giovin presentatore parente dell’editore David Parenzo, il deputato berlusconiano Paolo Guzzanti, fresco di pentimento ma tuttora scrivente sul Giornale padronale e percettore di robusta indennità parlamentare, la dipendente di Mediaset Cristina Parodi. Sotto lo sguardo compiaciuto del conduttore, ognuno ha potuto coraggiosamente dire la sua contro di me, in mia assenza. E il bello è che la trasmissione era tutta un richiamo al rispetto della par condicio. Che evidentemente deve valere per molti, ma non per tutti. Ho scritto al “comunista che scrive sul Giornale” per domandargli se fosse stato almeno sfiorato dalla tentazione di invitarmi dopo aver deciso di tirarmi in ballo e come fa con gli altri autori dei quali presenta i libri. Mi ha risposto così: ma sei sempre incazzato con il mondo, in fondo ti ho fatto uno spot e lo sai. Una risposta degna di un marchettaro, non di un giornalista. Sia pure comunista e scrivente sul Giornale.
Piro Ricca
***
Dunque,
mi fa piacere che ci sia questo dibattito. Io rimprovero a Ricca solo di avere un ombelico così arroventato che scotta.
Ad esempio: quella era una puntata che portava in televisione Beatrice Borromeo, censurata su Raidue. Ma a lui non importa. Lui è innamorato delle sue cose (e fa bene) come se fossero le uniche cose giuste del mondo (e fa male) e allora di tutto il resto se ne frega. De Magistris lo ha difeso. Ma lui non ci pensa proprio, il suo ego soffre perchè qualcuno lo ha criticato. E sti cazzi. Io ricevo milioni di critiche, ma non penso di essere al di sopra di tutto e di tutti. Sono l’unico giornalista che ha mandato in onda un video di Ricca, e quello che si dovrebbe incazzare – conme ho scritto a molti! – è Emilio Fede. E invece Ricca, simpatico, integerrimo, brillante, ma terribilmente e fastidiosamente arrabbiato con il mondo intero, cerca di affermare il principio che di lui non si può palrare senza di lui (alora non si può parlare di Berlusconi se non c’è Berlusconi?). Alla Vita in diretta hanno parlato un’ora di Tetris senza di me, e non mi è passato per la testa di pensare che dovessero invitarmi. Per giunta io avevo preavvisato Chiare Lettere e la portavoce della casa editrice, GIulia Civiletti, che avrei mandato il video… Quindi? Quale violazione? Quale censura? Scopriamo invece che Ricca non manda in onda una intervista Guzzzanti. Per puro caso, certo. Ma dopo che lo abbiamo scoperto, lui dice che non ha avuto tempo, che non lgi andava di metterla su… Se usassimo i tuoi parametri dovremmo dare ragione a Paolo, e prendere atto che lo hai censurato. Ma a me invece stai simpatico, nella tua disperata, vitale e vorace ricerca di visibilità. Ho già scritto a molti che sono disposto a invitarti, in una delle prossime puntate, legato a una tavola come Hannibal Lecter.
Luca Telese
Rispondi