Il sindaco di Firenze si incatena davanti a La Repubblica e l’Espresso, Pansa scrive che tra il Pd e le due testate è finito un amore. Lui, che ha scritto uno dei saggi più caustici sulla sconfitta del Pd (Sinistrati, Mondadori), scherza: «Oddìo! Sono in conflitto di interessi, visto che scrivo sia per l’Espresso sia per la Repubblica…».
Lei ha scritto Sinistrati: si sente in colpa, dopo la protesta di Domenici?
«Per nulla. Non solo perché non parlo di lui, ma perché ho scritto che per me la questione morale nel Pd non c’è».
Non esiste a sinistra né a destra?
«Né lì né là. Vede, posso pensare le cose peggiori del centrodestra (e lo faccio!), sono critico col Pd, ma ragiono in termini politici, non giudiziari».
Cos’è per lei la questione morale?
(Ride) «Un modo breve per dire: ci sono dei problemi».
Ne I sinistrati c’è un capitolo in cui si critica Berlinguer, per aver messo al centro la questione morale.
«Lui era convinto che dare una impronta etica alle sue scelte avrebbe contribuito a selezionare “i migliori” contro “gli uomini del malaffare”».
Lei invece no, mi sembra.
«Per me la politica ha regole precise: diffido molto di chi pretende di farla introducendo idee estranee: morali, etiche, religiose. Per Bobbio gli onesti erano “una vecchia truffa reazionaria”».
Cosa produce questo «innesto»?
«Direi cosa non produce: la diversità della sinistra ha impedito che ci fosse una vera Bad Godesberg nel Pci».
Lei dice che il problema di Veltroni è che è convincente.
(Sorride). «Io sono uno di quelli che gli ha creduto. E quindi o faceva propaganda, e i sinistrati sono quelli come me… Oppure pensava davvero di vincere, e allora il sinistrato è lui».
Michele Serra scrive che il suo libro – come altri – parla dei problemi della sinistra, e non di quelli della destra.
«Ora, a parte che io sono convinto che la proposta economica e programmatica della destra oggi sia modesta, mi chiedo se Serra si sia accorto che la destra ha vinto. Mi pare del tutto logico, quindi, che si scriva sulla crisi della sinistra. Raccontare la crisi della destra oggi mi pare più difficile: non c’è!».
Il Pd e la Repubblica: come vede l’incatenamento di Domenici?
«Sinceramente mi è sembrato un gesto medatico, una bizzarria italiana, una cosa non del tutto sensata».
Perché?
«Domenici non è il mugnaio che cerca un giudice a Berlino e non ha altri strumenti. Se alza il telefono ai giornali ci arriva quando vuole».
E l’articolo di Pansa?
«Che la Repubblica sia la principale agenzia culturale della sinistra italiana mi pare più che innegabile, ovvio».
Ed è vero che è un «amore finito»?
«Sono amico di Giampaolo, ma non ho la palla di vetro».
Ma se i «sinistrati» subiranno nuovi sinistri alle europee il Pd terrà?
«Guardi, questa domanda va girata a Rutelli, e ai suoi amici del nuovo conio».
«Se Domenici s’incatena forse ha ragione Pansa: l’amore è finito»
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