Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Io, Marco e l’Unità

Cari Travaglisti,
Vi devo dire la verità, a me una delle cose che mi piaceva di più del progetto Unità se ci fossi entrato, era riuscire a stare in un giornale con Marco. E’ qualche anno che mi capita di litigare con i suoi detrattori di destra, e persino di sinistra (purtroppo ci sono, vedi il demenziale articolo di D’Avanzo e il memorabile titolo di Repubblica: "I fatti non sono la realtà"….). Io e lui, insieme, costituiamo, tecnicamente, "un chiasmo". Ovvero: io un giornalista di sinistra che lavora a Il giornale. Lui, con una provenienza di destra, a L’Unità. Non è un assurdo. Il problema non siamo noi due, ad essere fuori sesto, ma il modo in cui sono fatti i giornali oggi. In un paese normale, i ginornali independenti farebbero a botte per assicurarsi un opinionista come lui. Ma in un paese in cui non c’è mercato, in cui gli editori sono prevalmentemente palazzinari, o rappresentanti di partito (più o meno in incognito) viene criticato persino a l’Unità. Pazzzesco. Marco è stato nell’organico di La Repubblica pagato per non scrivere!
Vedete, la vera differenza tra lui e certi pseudo-girotondini che millantano pose eroiche (uno che mi fa morire è Ricca, quando vedo il suo blog mi metto le mani nei capelli, un altro è FurioColumbus con i suoi allucinati articoli su Barigazzi), è che Marco – vedi Inciucio – nei suoi libri spara a 360 gradi, a destra e a sinistra, senza guardare in faccia a nessuno. Che ha talento da vendere e capacità di documentazione poderosa. Tutte cose che fanno impazzire i suoi critici improvvisati. Ho detto publbicamente a Raio 24, che solo in Italia poteva essere criticato lui sul caso Schifani, e non Schifani (!).
Ho visto che qui qualcuno mi chiede conto dei miei articoli "feroci", con Veltroni. Sono lì, come potete vedere, in rete. Ma non li considero "feroci", piuttosto giustamente severi, dato quello che sta accadendo. E il ragionamento è questo: Veltroni è una grande delusione per molti progressisiti, che si aspettavano da lui – non dico la rivoluzione bolscevica – ma che almeno qualcosa di sinistra potesse dirlo. Si è ammosciato, tutto qui. Ha negato la sconfitta. Ha messo su questa pagliacciata del governo ombra. Si è coltivato questa rovina che è la Binetti… Ha messo su una squadra di brocchi terrificanti fra cui la Madia sfavilla. Si è un pochettino "veltrusconato", e questo per il nostro paese mi pare un danno devastante. Io ho una identità politica precisa – comunista italiano nel senso di Berlinguer – ma non ho una appartentenza a squadre politiche. Non solo: non credo che un giornalista debba averla. Ho pubblicato un anno fa una biografia di Veltroni ("Il piccolo principe") nella mia collana, che era criticamente simpatizzante, se posso usare questo termine. ne ho scritta io stesso una su Cofferati, quando pensavo che potesse (vedi manifeastazione articolo 18 ) rapprersentare una alternativa agli inciucisti. Ha deluso (almeno me). Come Veltroni.
Anzi direi che sul Walter, dopo quello che (non) ha fatto il mio giudizio si è direi ribaltato. Sono scetticamente deluso. Tutto qui. Dopodichè, di questi tempi – se uno fa il gironalista – è davvero difficile capire dove si possa trovare un equilibrio per scrivere. Appena si è diffusa la notizia che sarei potuto andare, a l’Unità qualcuno mi ha definito "amico dei fascisti" nella bacheca (!) perchè ho scritto un libro sulle vittime di destra degli anni di piombo (800 pagine, tre anni di lavoro, e quelli lo scambiano per un pamphlettino). Non pretendo che abbiano letto Cuori neri. Ma mi spaventa il grado di superficialità per cui aver scritto su quella carneficina significhierebbe essere di destra… Altri hanno minacciato barricate, altri hanno ripescato quei pezzi su Veltroni coem se fossero capi di imputazione… A questo punto, preferisco stare dove sono scrivere quello che mi va di scrivere (perv ragioni storiche e professionali al Gornale nessuno me lo impedisce), dire quello che dico, e lasciare agli altri la libertà di pensare quello che vogliono di me. Non sono uno di quelli che vuole piacere a tutti i costi. Anzi. Mi è sempre piaciuta la massima di Pertini: "Tutti gli uomini di carattere hanno un cattivo carattere. E io modestamente ho carattere".

Luca

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Cari Travaglisti, (2)

NEOBERLINGUERISMO. La prima cosa da dire è che Berlinguer è stato tradito e utilizzato da tutti i dirigenti postdiessini. Veltroni e D’Alema, lo scorso anno, hanno sponsorizzato due libri su Berlinguer, ognuno cercando di trarlo darla loro parte. In estrema sintesi: secondo D’Alema Berlinguer è un dalemiano mancato, secondo Veltroni un veltorniano mancato. Secondo Fassino (che infatti è cretino), era un cretino. Esagero? Andatevi a rileggere la ridicola biografia di grissino di ferro, in cui dice che Berlinuger è morto perchè non aveva una linea politica (volgare e grottesco, prima che cretino). Sto scrivendo un libro sulla Bolognina, chissà quando uscirà, si intitola "Qualcuno era comunista" (alla Gaber, perchè secondo me la crisi della sinistra inizia quando si uccide il Pci per fare una cosa senza carne nè pesce. Chi andasse a scovare nel mio archivio scoprirebbe un pezzo sul congresso dei Ds di Firenze in cui spiego che cosa penso di loro: sono diventati "Pop-brezneviani". Nel senso che hanno perso tutte le passioni e le idealità del comunismo, ma hanno recuperato forme di stalinismo che il Pci non ha mai conosciuto (non ai loro livelli). Sognano l’unanimismo, che è il loro vero obiettivo perchè hanno paura della democrazia. E’ un’opinione un po’ spigolata, me ne rendo conto, ma è quello che penso scrivendo della sinistra da 15 anni.
VELTRONI. I leader della sinistra post, dalla Bolognina ad oggi, hanno cambiato tutti idea come banderuole al vento. Tutti. Anche i migliori. Io non ho cambiato idea su Veltroni, è lui che è cambiato. Ma in termini tecnicamente politici. Volete un esempio? Nel 2001, quando l’Ulivo perde perchè candida quel fesso di Rutelli (uno che giustamente Berlusconi voleva al posto di Bondi, a Forza Italia) e perchè è stato così fesso da dividersi da Rifondazione, Veltroni vince a Roma – e lo teorizza! – perchè dice: la sinistra vince solo se è tutta unita. E’ il Veltroni che parla di laicità, che dice di voler essere "kennedyano", che dice che bisogna riscoprire le idealità. Bene. Dopo aver teorizzato tutto questo, fa esattamente quello che aveva criticato in Rutelli: manda a quel paese Rifondazione, ma anche – inspiegabilmente! – Socialisti e tutti gli altri. Voi direte: perchè, ti piacciono i cespugli? Lo so, qui esprimo un’altra opinione che non va di moda. La sinistra ha vinto perchè c’erano i cespugli. Ha vinto perchè c’erano molte diverse varietà. Se uno segue Berlusconi sul terreno della monocultura finisce desertificato. E’ quello che sta accadendo. Così posso rispondere pure a quello che mi parlava dell’articolo su Berlusconi. Guardate che il predellino è una cosa alla Sarkozy. E’ un fatto tecnico, mica un complimento. A me Sarkozy non mi pare un genio, e fra l’altro pure lui porta i tacchi. Diciamo che prediligo Carlà.
E qui ritorno ancora ai miei pezzi sul Pd. Primo dicendo una cosa presuntuosa. Che il Pd partisse male, anzi malissimo, l’ho capito molto prima. Diciamo che dentro di me (pur avendo una grandissima simpatia umana per Walter, e persino dei legami umani "indiretti") ho capito che Veltroni non avrebbe fatto nulla di quello che ci si aspettava da lui (non la rivoluzon, ripeto, ma qualcosa di "Veltroniano") dopo aver pubblicato nella mia collana la famosa biografia "criticamente simpatizzante". Poi è venuto la squallida assemblea di Assago (leggetevi la cronaca), in cui già annunciava che voleva buttare a mare tutti e correre da solo. Poi è venuta la scelta camomillosa e partitica di Franceschini numero due (già la Bindi sarebbe stata tutta un’altra cosa), già c’erano state le primarie taroccate per fare tabula rasa (sempre ala voce unanimismo: persino l’un per cento di Adinolfi dava fastidio). Poi c’è stata la scelta fallimentare dell’orrido Bettini come numero due del Pd. Poi c’è stata la coglionata di candidare Rutelli a Roma. Poi ci sono state le liste (Madia Calearo, do you remmenber?). Questo è semplicemente giornalismo. Credevo che fossero delle sciocchezze, ho scritto perchè, quello che non solo io avevo profetizzato (non ci voleva nostradamus) si è facilmente realizzato. Se tu candidi quello della Confindustria del veneto che nega l’aumento agli operai e ha la suoneria di Forza Italia sul telefonino (sempre Calearo!) poi ti stupisci che lgi operai non ti votino? Io no. Ma le elezioni sono andate molto peggio di quanto lo stesso Walter e i suoi non pensassero. E l"l’onorevole sconfitta preventivata (altro errore) è diventata una caporetto. Il veltrusconi (eccome se esiste, vedi idea di sbarramento alle europee) è un’altra fesseria storica. Che cosa dovrei dire, che sono paraculate? No, e infatti penso e scrivo il contrario. E sono così appassionato (ma potete benissimo leggere incazzato), proprio perchè vorrei che la sinistra vincesse prima dei prossimi cento anni (se non altro per il bene di mio figlio Enrico). In tutto questo qualcuno qui mi dice: ma perchè scrivi soprattutto di sinistra? Perchè tutti i giornalisti politici hanno una specializzazione (io, almeno per ora, non sono un editorialista) e la mia è quella: è come dire a uno che fa il dentista perchè non fa anche trapianti. Forse sono persino in grado, ma prima ancora dei problemi di indirizzo, c’è questa divisione di ruoli che non è decisa da me (altrimenti sarei direttore).
Però voglio rispondere chiaramente a chi mi dice: come, ti dici "libero", e poi sul giornale non scrivi un editoriale contro Berlusconi? Ma guardate che nemmeno Marco, su L’unità scrive contro Fassino. per aver detto, in una assemblea girotondina, che quelli di D’Alema erano "entrati con le pezze al culo a Palazzo Chigi e usciti ricchi", il gruppo dei Ds (Cuperlo, Violante, Caldarola e altri) minacciarono di togliere il finanziamento pubblico a l’Unità!. Non perchè lui lo avesse scritto su quel giornale, ma perchè lui lo aveva detto da libero cittadino, e però scriveva anche su quel giornale. Tra parentesi: queste cose le ho raccontate, ad esempio con interviste a Marco, su Il giornale. Questo vuol dire che serve più coraggio? Che bisogna andare a sparare ai censori? No, perchè nessun giornalista è in grado di pubblicarsi un pezzo da solo. Però con il proprio lavoro si può crescere, e contrattare condizioni sempre migliori .E poi, siccome la realtà è complessa, ci sono cose (ma immagino che succeda anche per il vostro lavoro) che a volte vorresti scrivere e non puoi, a volte non potresti scrive e le scrivi lo stesso, che a volte ti fermano e che a volte invece finiscono in pagina non si sa come. Attenzione: non solo al giornale. In tutti i giornali. Non mi piace appuntarmi medaglie sul petto, non lo faccio, chi vuole legge e giudica. Però vi racconto un solo aneddoto. Ho avuto grande simpatia su Cofferati, e ho avuto da cronista, il giusto necessario a capire che (ben prima del 23 marzo) stava diventando un fenomeno. Era un outsider, nessuno sapeva tutto di lui. Propongo a Belpietro di scrivere una biografia a puntate su Il Giornale (!). Accetta (!!!). Perché? Perchè Maurizio è meno prevedibile di quanto non si pensi, percè ogni giornale vuole avere qualcosa di diverso. Dopo le prime quattro puntate (piene di notizie, non di opinioni) i lettori de Il giornale erano imbufaliti. Telefonavano e dicevano: bastaaaaa! (forse avevano ragione loro). Su Il Barbiere della sera esce un pezzo che raccoglie tutte le incredibili voci che circolavano in proposito. Era estate. Le vendite del giornale erano incredibilmente in aumento, di 5 10 mila copie (non certo per quella biografia, credo), ma Belpietro si è fatto scaramantico: "E se ci fossero lettori di sinistra incuriositi?". Allora mi fa: "Quante puntate avevi preparato?". E io: "Otto". E lui: "Allora fanne venti". Sapete quante ne ho scritte, alla fine? Quasi trenta.
Questo per dire che nulla è scritto, e che malgrado tutto, i lettori hanno una forza incredibile. E poi c’è il caso. Magari compravano il giornale per il cruciverba. E un cruciverba ha garantito questa operazione "apologetica" di Cofferati (!!!!) fatta da Il giornale. L’Espresso mi prese pure per culo definendomi: l’OMBRA CINESE". Qualche cirtuello scrisse che Cofferati piaceva a Berlusconi. Tutte puttanate, come si è visto. Questo mestiere funziona così, come la politica secondo Rino Formica: sangue e merda. Ma anche fortuna. Fatemi sapere.

Luca

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Cari Travaglisti, (3)

Si, è vero, si sono intrecciati diversi discorsi, ma è il bello di questi tipo di forum. Vorrei provare a fare chiarezza sui due principali che stiamo affrontando. Vedo che facciamo addirittura “notizia”: Niente di male, vuol dire che siete la creme. Ottimo, purché si citino le fonti, no?

Il primo tema. DUE O TREMILA COSA DA DIRE SULLA SCONFITTA DELLA SINISTRA…. Vedo che Henry Smart è molto meticoloso, e mi fa piacere. Ma l’esito della valutazione dipende dal campione che si prende, da cosa si intende per centro-sinistra. Io, per esempio, non direi mai, come fa lui, che nel 2001 tutta la sinistra si esauriva nei Ds. La sinistra del 1948 era il Fronte Popolare (che fra l’altro, malgrado la sua sia considerata una sconfitta drammatica, prese molto più del Pd!) ma non solo. La sinistra, o il centrosinistra del 1953 sono tutti coloro che rifiutarono la coalizione democristiana. Se vogliamo semplificare, con molta approssimazione, dobbiamo individuare il “blocco conservatore” e quello “progressista”, nel tempo, accettando che sia mutato di molto (ovviamente) nella composizione e nella rappresentanza. Dobbiamo, fra l’altro eliminare le forze ne-ne che ci sono sempre state (esempio: L’uomo qualunque di Giannini. O la lega del 1995 che prende il 10% contro i due Poli, e che è molto diversa da quella di quest’anno, collocata in una coalizione di centrodestra). Quindi do per scontata una contiunità fra Fronte popolare e laici anti Dc, Pci e sinistra alternativa, progressisti, Ulivo più rifondazione, Unione, e Pd più Di Pietro.
Allora, data questa opinabile premessa, io faccio questo calcolo: il Pd è a meno nove (Meno nove!) dal centrodestra. Punto. E bisogna pure aggiungere che il centrodestra, rispetto al 2001 (non va mai scordato) ha perso anche Casini (un altro ne-ne in queste elezioni, che ha fatto miracoli). E il centrodestra si è potuto permettere (adesso vedo che con la Santanchè cerca persino di recuperare) di espellere la Destra di Storace, un partito che in soli tre mesi, senza soldi, ha ottenuto un risultato quasi clamoroso, il 2.5%. Questa è l’analisi che io faccio. E questo è stato il capolavoro politico di Berlusconi (valutazione tecnica: gli altri no capivano un tubo, lui si costruiva la coalizione su misura).
Mi pare che Smart sbagli quando, come fa con ostinazione "negazionista" Veltroni, considera il suo risultato alla luce dei sondaggi e dice (ma dove?) abbiamo recuperato venti punti (!). L’unica cosa certa è che la sconfitta è gravissima perchè ha prodotto una desertificazione di tutta la coalizione. Non è solo nei numeri, ma nella dimensione. La scelta di rifiutare l’apparentamento, insomma, ha prodotto lo sperato effetto-maquillage, cancellando tutti i minori, e mascherando l’emorragia del Pd e il suo mancato sfondamento al centro. So che se ne possono fare altre, ma questa è, appunto, una valutazione.
So che si può dire che la Sinistra arcobaleno se l’è cercata (e io, che l’ho votata, sono incazzatissimo con Bertinotti, e vi segnalo l’articolo sulle cravatte rubate che potete trovare sul mio sito, scritto prima del voto, che secondo me era una fotografia abbastanza esatta di come Berty-nights si era ridotto), ma bisogna riconoscere che, con questa legge elettorale, negare l’apparentamento vuol dire condannare a morte una forza politica. Walter ha eseguito molte condanne a morte. E’ stata una scelta saggia la sua? Secondo me è stata una scelta suicida (non solo per lui, ma per tutta la coalizione). Ho decine di amici che mi hanno detto, il giorno dopo, di aver votato Pd e di essersene pentiti subito. Però intanto, terrorizzati dal voto utile l’hanno votato. Io non dico che Veltroni dovesse distribuire quorum elettorali per buonismo. Dico che la scelta desertificatrice si è rivelata miope in prospettiva. Ovvero: dopo che ha spianato gli altri, dove cacchio trovi quei voti che ti servono per vincere? Dove lo pigli il nove per cento che manca? Se avessi un giornale mio, adesso, commissionerei una inchiesta sulla diaspora dei piccoli e sui suoi effetti. Sono a rischio chiusura serio Rifondazione, Pdci (che pure aveva una amministrazione oculatissima!), I Verdi… lo Sdi è sull’orlo della bancarotta. Conviene disperdere queste forze, per prendere una parte minuscola dei loro voti sotto la ghigliottina del voto utile? Secondo me no. Quando questi partiti saranno del tutto azzzerati (soprattutto sei si mette un quorum alle europee) il potenziale attrattivo del centrosinistra sarà ulteriormente ridotto. Subito dopo (già esiste il rischio per Liberazione) sono a rischio chiusura i quotidiani che campavano dei soldi pubblici. Conviene alla sinistra, tutto questo? Io credo di no. La distruzione delle biodiversità politiche, insomma, sta agevolando la vittoria del berlusconismo. Il fatto che Franceschini (complimenti) abbia chiesto (!!!!) al centrodestra (te l’eri dimenticata questa perla, Henry?) di introdurre lo sbarramento elettorale, mi pare un’altra meravigliosa, sublime, puttanata. E ATTENZIONE senza che nessuno lo metta in risalto, si sta per arrivare al cappotto, cioè alla prima volta nella storia, dal 1975 ad oggi, in cui governo locale e centrale, sono in mano alla stessa coalizione. E questa sarebbe una mezza vittoria? E’ o non è una disfatta? Io direi che è una disfatta.

Aggiungo un’altra cosa, sempre in risposta a Smart (ma ce l’hai un nome?): il centrodestra, non è come il centrosinistra. In Forza Italia, salvo qualche trombato, non ci sono grosse richieste di democrazia interna, e nemmeno i suoi elettori vogliono dal cavaliere, democrazia. Vogliono – giusto o sbagliato, sbagliato, direi, ma non conta – un Capo. Si affidano a lui, sono contenti. E quello fa il Capo, e lo fa pure bene, dal loro punto di vista. Ecco perchè, "il predellinismo", a Berlusconi va bene. Invece, se mi permettete, i tentativi di copiare questo modello (liste bloccate voti unanimi, che giustamente hanno fatto incazzare Parisi) sono state un’altra leggiadra coglionata del centrosinistra. A Omnibus ne ho parlato spesso: la sinistra combatte il berlsuconismo, ma la sua classe dirigente ne subisce la fascinazione. Addirittura con la pretesa idiota di riprodurne le forme. Il "gazebismo" non è partecipazione, per me, soprattutto se le regole sono – come sono state – truccate. Se il povero Adinolfi deve raccogliere le firme come se si presentasse alle politiche, persino in Val D’Aosta. Se le scelte vengono fatte sempre prima del voto, e non dopo. Nel Pd le primarie si fanno solo quando si sa come vanno a finire. Questa cosa non aiuta molto. Contro “il gazebismo” (io lo chiamo così) ho fatto, in tempi non sospetti, un’intera puntata di Tetris. Così come sulla necessità di reintrodurre le preferenze dico e ripeto da anni (sono andato a sostenerlo anche da Santoro). Credo che su You tube si trovi ancora il nostro servizio "surreale" di Tetris (come nella chiave del programma) in cui avevamo chiesto ai giovani di Forza Italia e a quelli del Pd di raccogliere le firme insieme. Pensavamo fosse una provocazione, invece quelli hanno anche accettato! Ecco perché, se uno deve essere franco nell’analisi, è indubbio che Berlusconi ha azzeccato i suoi azzardi (io ad esempio non ero convinto che ce la facesse così agevolmente senza Casini) e il Pd no.
Anzi, come si dice a Roma, si sono fatti intortare. Fra l’altro: la scelta “corro-da-solo”, e anche questo l’ho detto prima, è stata destrutturata dalla corsa solitaria di Casini. L’Udc si è piazzata al centro, e ha distrutto il disegno (secondo me velleitario) di Veltroni di rubare voti al centrodestra. Bisognava modificare strategia, ma loro inseguivano la corsa solitaria come un dogma di fede. Già era una cosa che a me pareva sbagliata, ma dopo la cacciata di Casini è diventata una cosa impossibile. Lo sfondamento al centro è l’ultima delle chimere piddine. Una follia.

A PROPOSITO DI GIORNALISMO INVECE… Quanto alla risposta alla domanda originaria è più o meno questa. Nei giornali, più che in qualsiasi altro posto, ogni cosa si conquista con fatica, soprattutto di questi tempi. Vi ho fatto degli esempi concreti di "disallineamento", e vi potrei rispondere così. In ogni giornale ci sono "comandamenti editoriali" (alcuni dichiarati alcuni no) e giornalisti che tendono a fare il loro lavoro con indpendenza e altri che tendono ad assuefarsi. Sceglietevi le firme che vi danno fiducia (ci sono in ogni giornale, anche in quelli di partito) fidatevi di loro, oppure no. Ma non crediate che il compito di Travaglio sia quello di scrivere un editoriale contro Veltroni su L’Unità, quello di Telese sia scrivere contro Berlusconi su Il Giornale, e quello di Gramellini sia scrivere che la Fiat fa schifo sulla prima pagina de La Stampa, che quello di Aiello sia scrivere che Caltagirone è un palazzinaro su Il Messaggero, che quello di Cazzullo sia spiegarci che Bazoli è un cialtrone su Il Corriere della sera. Non funziona così. Non sarebbe nemmeno possibile dire: scrivo, pubblico, e poi me ne vado. Il pezzo contro la Fiat, sulla prima pagina de La Stampa non ci arriva perché ci sono decine di paia di occhi che vedono quel giornale prima che vada in stampa. E, oserei dire, non è nemmeno giusto. Ecco perché, io se sono nel giornale della Fiat tendenzialmente preferisco non scrivere di macchine: è il mio modo di preservare la mia libertà, se sto lì. Mi cerco un’altra cosa da fare, se mi ma, oppure mi cerco un altro giornale. E se poi fuori dal giornale mi intervistano sulla Fiat (rischio), ma posso parlare male della Fiat (sempre che a qualcuno interessi la mia opinione!). Magari questo non mi fa fare carriera, pago un prezzo – certo – ma questo lo posso fare.
Ovviamente, può accadere anche di peggio. Vi illustro il paradosso di Fasanella (grande esperto degli anni di piombo) che nel Panorama di Calabrese non poteva scrivere di anni di piombo perchè era in disgrazia. Ha continuato a esercitare la libertà in un sito (lastorianascosta). Era la via più semplice? No. Però lo ha fatto, e dopo due anni è arrivato un nuovo direttore – Belpietro – e Fasanella ha rivisto la luce. Capito quanto è difficile tenersi in equilibrio, riuscire a conquistare spazi di libertà? Marco è stato costretto per lungo tempo, su La Repubblica, a scrivere solo di sport. Poteva evitarlo? No. Doveva licenziarsi? Direi proprio di no. Il fatto importante è che abbia continuato ad essere un opinionista libero. La libertà di stampa, di questi tempi, è una condizione soggettiva. Ha regole di ingaggio soggettive, produce e induce scelte soggettive. Se resto al Il Giornale, devo mettere in conto (ovviamente) che molto probabilmente non farò carriera dirigente. Per me non è una tragedia: un giornalista di sinistra può scrivere su il giornale, ma non può dirigerlo. Basta saperlo. E lo stesso vale per tutti gli esempi che ho fatto. Per questo mi fa ridere quando molti pensano: ecco, questo si dichiara di sinistra ma non lo è. Non capiscono che se ragionassi in termini "di carriera" – è un paradosso! – mi converrebbe il contrario. Fingermi di destra, semmai, anche se non lo sono. Anche l’idea della foglia di fico, è una cosa tutta sinistrese. Al Giornale una foglia di fico, semplicemente, non serve. Non hanno queste contorsioni degli altri giornali. Infine un’ultima cosa. Io non sto a Il Giornale come un rifugiato. Non considero il giornale come un handicap della mia carriera, ma come un valore aggiunto. Se non altro perché ho imparato a vedere le cose anche in un altro modo, e mi ha deputato da un errore fatale della sinistra giornalistica: la presunzione di essere sempre e comunque migliore. Una presunzione di superiorità molto spocchiosa, e a volte ingiustificata. Vi faccio un esempio a voi molto lontano: Facci. Filippo, di cui non condivido nulla su Tangentopoli, ha fatto una campagna per le dimissioni della Carfagna. E’ dipendente di mediaste ed editorialista de Il Giornale. Pensate che per lui non abbia avuto un prezzo? Su Il Giornale ha difeso i temi della laicità. Questo significa che me lo sposerei? No. Significa che si può dissentire da lui, ma che è un uomo libero. Come moltissimi che lavorano a destra. Poi, quando mi trovate un editorialista di La Repubblica che ha sbertucciato la Meandri dopo le patetiche balle sulla festa di Briatore ne riparliamo. Altro esempio: Cervi, sulla prima pagina de Il Giornale, contro Alemanno. Il giornalismo di sinistra, in questi anni, è stato affetto da un male drammatico: il conformismo. Se guarisse non sarebbe un bene per la destra ma per la stessa sinistra.

Luca

* risposta al topic "Cosa? Telese?" aperto su marcotravaglio.it

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Leggi anche: Lettera ai cuorineristi«Grazie Concita ma resto dove sto»L’ira di Furio


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30 risposte a “Io, Marco e l’Unità”

  1. Avatar scraccino

    ti ringrazio per l’intervento, che ho provveduto a postare.
    Se ti va, intervieni nella discussione sul forum.
    Ciao, Pasquale

  2. Avatar Graziano
    Graziano

    Io vi “amo” tutti e due.
    Per motivi diversi ma… uguali.
    Tenete duro.

  3. Avatar trarco mavaglio

    Mi fa molto piacere che apprezzi la professionalita’ di Travaglio, siete due fuoriclasse! Non so se hai visto ma ho caricato sul mio canale Youtube un estratto di una tua intervista (x CarpeDem), ho il tuo permesso? :)

  4. Avatar Emiliano
    Emiliano

    Ho letteralmente divorato”Cuori neri”,un libro davvero godibilissimo nonostante la mole e che m’ha dato l’impulso a documentarmi ulteriormente su quel periodo con testi su entrambi i lati della barricata.Mi ero sempre chiesto del perchè lavorasse per”il Giornale”(non che gli altri siano molto più indipendenti)ma implicitamente mi ha già risposto nel suo post.Mi spiace solo di non poter leggere gli articoli,dato che non intendo acquistare quel quotidiano,compenso con libri e trasmissioni.E’ vero,lei e Travaglio siete diversi,ma avete in comune una caratteristica:il coraggio di affrontare argomenti scomodi o rimossi,documentandovi minuziosamente.
    Complimenti per il suo lavoro.

  5. Avatar virginia
    virginia

    a me lei telese non dispiace, da tempo la seguo sul giornale e mi ricordo di averla particolarmente amata per aver litigato ad Omnibus con quel cretino di Diaco, non metto in dubbio , dunque,la sua bravura.
    sono però sollevata che lei non arrivi all’Unità e non diffido della pensata della CDG , per un motivo molto semplice e che fa la differenza tra lei e travaglio: il secondo è un giornalista veramente libero e mena fendenti sia a dx che a sx e infatti all’Unità “rappresenta” il problema, la firma che simboleggia una sorta di libertà; non si può dire che òei al giornale abbia lo stesso ruolo, anzi ci sta come un pisello nel suo bacello, facile criticare Veltroni dalle colonne del Giornale, ma attacchi a Berlusconi non se ne conoscono ed è per questo che condivido in pieno lo sdegno di Colombo e l’idea di Concita già me la rende meno simpatica
    invece di prendervela con gli editori perchè non vi consentono di essere liberi, dovreste iniziare a prendervela questa libertà e fare una bella autocritica per il livello di servilismo che contraddistingue il giornalismo italiano
    saluti Virginia

  6. Avatar Luca Telese
    Luca Telese

    Guardi, proprio stamattina – e basta rivedersi la puntata sul web – a omnibus ho litigato perché ho detto quel che penso delle berciate razziste della lega, e delle sciocchezze della gelmini sui professori del sud. Stasera, alle 18.30, su radio 24 faccio il bis. Se mi vede o sente, virginia, mi faccia sapere. Direi che il grado di conformismo è prossimo a zero!
    Luca

  7. Avatar gizm0
    gizm0

    Telese ha condotto, qualche tempo fa, una settimana di Prima Pagina. Vi assicuro che non sembrava nemmeno de Il Giornale; anzi raramente ho trovato giornalisti che facessero cosi` bene la rassegna stampa, lettura chiara, scelta dei pezzi completa, con filo logico… Molto professional.
    (Per dire, questa settimana la sta conducendo Galapagos del manifesto, ed e` un disastro, una schifezza).
    Poi Telese, evidentemente, varcando le porte del suo quotidiano, si ritrasforma in giornalaio. Non so.

  8. Avatar max
    max

    Se il Giornale nn fosse di.. famiglia non ci vedrei nulla di tanto assurdo: le storie individuali di un professionista devono necessariamente unire idee e “realismo”, e visto che in Italia, a meno che le cose non siano cambiate – e ne dubito fortemente- da quando me ne sono andato, i giornali di “sinistra” non pagano o sono fortini inespugnabili per il poveraccio che onestamente vuole fare giornalismo professionale e non giornalettismo del sabato mattina, mentre dall’altra parte pare ci sia un approccio, aldilà dei nomi grossi e delle notizie “militanti” in nazionale, abbastanza pro meritocrazia, e sorprendentemente parlo del Suino, di Feltri ma a quanto ne so anche al Giornale.

  9. Avatar henry smart
    henry smart

    Telese è ex portavoce di Rifondazione comunista e ha già lavorato, in anni neanche tanto remoti visto che ha meno di quarant’anni, all’Unità. Ma anche al Manifesto. Il Giornale lo assunse proprio per seguire le magnifiche sorti e progressive della sinistra italiana, con un occhio di riguardo per i diesse prima e il pd poi. E lui lo ha fatto. Ovviamente, come potrebbe farlo un rifondarolo che lavora al Giornale.

  10. Avatar Roberto morelli
    Roberto morelli

    A me Telese non dispiace affatto.
    Mi ha sempre dato l’idea di una persona che deve recitare una parte solamente per mantenersi in gioco (no, non parlo di un profittatore, ma di una persona quantomeno scaltra) ma che al momento giusto sa mordere se gode di libertà.
    Come si diceva prima, a Tetris non le mandava certo a dire, a volte non si capiva neanche bene quale “orientamento” avesse (sempre che ce l’abbia).
    Comunque mi sembra, considerato la De Gregorio, una mossa da “un colpo alla botte ed uno al cerchio”, vediamo cosa ne uscirà, io parto senza nessun pregiudizio.

  11. Avatar hellies15
    hellies15

    Bello questo intervento di Telese…l’ho sempre snobbato per il semplice fatto che scriveva sul Giornale di famiglia…d’ora in poi Tetris me lo guardo, anche perché se a Telesa piace lo stile di Travaglio, vuol dire che in effetti ha le carte in regola per essere un giornalista indipendente da attirare la mia attenzione. Però mi viene da porre un quesito a Telese: come fa lui, berlingueriano, a lavorare al Giornale??? Non so se potrà rispondermi, ma se leggesse questo intervento magari, se avrà voglia e tempo, potrà rimandare una mail a Scraccino…

  12. Avatar matteo pascal
    matteo pascal

    Scusa ma dal mio punto di vista proprio il fatto che sia Il Giornale di famiglia rappresenta una ragione in più per lavorarci. Altrimenti quali altri metodi proponi per modificare questa testata giornalistica, per ridurne la faziosità, se non dall’interno, con la comparsa di articoli scritti da giornalisti validi e non faziosi? Ora io non so bene quale sia la qualità degli articoli di Telese su Il Giornale, ma i casi sono due:
    1) sono articoli faziosi al pari degli altri… e allora vabbè, Telese dimostrerebbe di essere solo di essere uno dei tanti giornalisti indipendenti solo a parole
    2) sono articoli realmente indipendenti, magari critici a volte con la destra e a volte con la sinistra, ma comunque non asserviti al padrone… beh in questo caso mi stupisco abbastanza che Telese non sia ancora stato cacciato, ma comunque ben venga.
    Vorrei sottolineare che Il Giornale non è il Foglio di Ferrara, è stata una scuola di giornalismo e una testata importante del nostro paese, non credo sarebbe un peccato vederla tornare alla normalità…

  13. Avatar andri
    andri

    il punto vero, secondo me, è il seguente: il mattino in cui telese si alza e decide che per una volta l’articolo lo fa sul lodo alfano o sulla blocca processi, demolendole per benino, al giornale glielo pubblicano o no? e se scrive sul caso mills un aticolo alla travaglio? questa è per me la differenza sostanziale tra il caso di travaglio all’unità e quello di telese al Giornale. E non mi sembra una differenza da poco.

  14. Avatar henry smart
    henry smart

    la risposta di Telese è la conferma di quanto avevo scritto un paio di giorni fa. Un comunista (berlingueriano… qualcuno mi spieghi cosa significa oggi berlingueriano, visto che pure D’Alema, Fassino e Veltroni si dichiarano seguaci di Berlinguer) al Giornale cosa ci fa? Il critico a prescindere del PD (e il paravento della militanza a sinistra che lo rende più credibile e l’editore che può dire: visto? nel mio giornale ci scrivono persone di sinistra!).
    E non mi venga a dire che critica Veltroni perché ha deluso, perché si è ammosciato, perché ha messo su la pagliacciata del governo ombra. Telese ha criticato Veltroni sin da quando ancora non erano state fatte le liste per le primarie e poi man mano che le primarie si avvicinavano o erano in pieno svolgimento. Nel repertorio telesiano sul PD non trovi un articolo che dica “beh, in fondo questa l’han fatta giusta”: anche su Repubblica, quando ci fu l’exploit dei circoli della libertà ci furono un paio o tre articoli non dico celebrativi, ma nemmeno negativi. Qui niente. Telese è deluso da Veltroni ben prima della campagna elettorale, figuriamoci durante lo svolgimento di questa!
    In compenso, Telese ha scoperto per tempo quali sono i veri modelli di partiti popolari e quali i modelli politici veramente innovativi.
    Intendiamoci: tutto ciò è legittimo. E non è che certe critiche al PD e a Veltroni siano campate per aria. Ma voi forumisti vi siete chiesti per quale motivo Telese non è stato così critico nei confronti di Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, Di Pietro?

  15. Avatar MLast4
    MLast4

    Mah…. dubito che Telese possa scrivere quello che gli pare sul Giornale. Fa un mestiere, il critico “organico” della sinistra. Cioe’ responsabile di quelle critiche che vengono fatte da sinistra, fatte in un giornale di destra, e che servono per dire: manco di la apprezzano la classe dirgetne del centrosinistra. Vorrei vedere articoli seri e critici sulle questioni appenca citate, lodo schifani alfano rogatorie et c di Teles sul giornale. Sarebbero l’unica evidenza accettabile. Altrimenti vale il commento del buon Marco sulla Ritanna Armeni, che si ritiene di sicuro ottima giornalista di sinistra

  16. Avatar virginia
    virginia

    lLuca, ‘ho vista ad omnibus stamattina, molto efficacce, mi è piaciuto molto, come altre volte del resto. Concordo con Travaglio quando dice che lei è un cavallo di razza, ma le stesse cose che ha detto ad omnibus le scriverebbe sul giornale? qual è il grado di autocensura in questo caso?
    Vede, da quel che ho capito, Concita la voleva come condirettore!! dal giornale alla condirezione dell’unità era troppo, anche perchè sottolineo che lei non è famoso per creare problemi al giornale in cui scrive,
    però se si fosse trattato di una collaborazione, tipo una rubrica, non mi sarei scandalizzata proprio perchè lei è abbastanza libero; il problema è proprio quell’abbastanza…
    però mi sono chiesta: ma Concita voleva Telese per marcare la sua distanza da Veltroni e allora Travaglio sarebbe contento oppure per chiudere con l’antiberlusconismo senza se e senza ma e quindi smarcarsi da Padellaro con conseguente lamento di travaglio?
    p.s. il sette luglio lei era in sardegna per presentare un libro, mi ricordo che non potevo essere presente perchè di turno in ospedale e mi sono detta “accidenti una volta che viene in sardegna, potevo chiedergli di questa storia di quello di sx che lavora al giornale di berlusconi!
    virginia

    Top

  17. Avatar Pasquale Scraccino

    Rispondo io ad henry smart: non è vero che non è stato mai critico nei confonti di Bertinotti…mi ricordo di un duro articolo qualche tempo fa sulle abitudini mondane di Fausto e consorte, comunisiti solo a chiacchiere.

  18. Avatar Gene

    La cosa allucinante è che Travaglio e Telese non sono due allenatori di una squadra di calcio, criticabili per non aver messo in campo gli uomini giusti o perchè non portano a casa il risultato. Nè ci troviamo ad analizzare i loro successi di tattiche mirabolanti con calcio champagne…Stiamo parlando di due giornalisti che per loro natura professionale devono raccontare dei fatti. Anzi raccogliere, documentare e divulgare dei fatti. Cosa che in entrambi i casi fanno egregiamente. Ma quii siamo in Italia, il paese (fatto di uomini) che non ha voglia di mettersi a confronto con la realtà, lo stesso paese (anche questo fatto di uomini, ma un pò diversi) dove tutto è lecito e reso lecito dalle contingenze.

  19. Avatar vale
    vale

    La settimana di Luca Telese a Prima Pagina è stata una vera sorpresa, ma come lavora al Giornale e parla così? Una bella settimana! E’ da allora che ho scoperto il sito e mi è venuta la voglia di esprimere alcune mie impressioni. Ho 60 anni da qualche mese in pensione finalmente anche se, grazie all’accordo sul welfare, la mia finestra si è aperta a luglio anzichè ad aprile mese nel quale ho raggiunto tutti i requisiti. ho militato a lungo nel pci fino alla svolta della bolognina. Da allora ho sempre votato per rifondazione, cosa che non ho fatto alle ultime elezioni scegliendo (con nausea, disgusto e naso tappato…..) il voto utile (sic!). L’ultima vana speranza di impedire con il mio voto di lasciare questo paese in mano al caimano e a tutti i suoi mister yes. Il mio voto non andrà MAI alla destra, mi impedirò semplicemente di votare perchè sento che nessuno più mi rappresenta. Il Bel Paese non si muove, immobile nella sua corruzione, burocrazia, mediocrità. Non cambierà mai niente finchè parole come: Etica Onestà senso dello Stato non saranno nel dna dei futuri governanti. Al momento sento parole senza senso, lontane dalla realtà. Sono tutti coinvolti i nostri politici, si scambiano favori raccomandazioni ; in qualche poltrona se ne dicono di tutti i colori ma alla fine ‘cenano o pranzano’ (eufemisticamente e non) tra di loro alla faccia nostra.

  20. Avatar Luca
    Luca

    Caro Vale, che piacere! Sono tempi di disappartenenza, per quelli come noi.
    L.

  21. Avatar graziano
    graziano

    caro telese, ti seguo da diverso tempo perchè è piacevole leggere i tuoi articoli o vedere le tue trasmissioni. ti devo dare atto che, quando hai avuto la possibilità, hai sempre invitato nelle tue trasmissioni marco travaglio (mitica quella su nessuno tv dove facesti un travaglio contro tutti e leggesti un lungo elenco di personalità che avevano declinato l’invito con scuse da far ridere. a proposito: potresti procurarmi una copia di quella puntata? pagando naturalmente!). nonostante questo non riesco ad apprrezzarti in pieno o meglio non mi riesce a riconoscerti come un giornalista credibile. io credo che con quello che hai scritto sopra non fai altro che confermare il mio pensiero. ti faccio un solo esempio senza portarla per le lunghe (ce ne sarebbere molti altri): tu ammetti che in italia non c’è libertà di stampa, nonostante questo tu scrivi sul gionale di quello (il nano di arcore) che ne è il maggior detentore e dittatore (riferito alla libertà di informazione). Montanelli non accettò le sue condizioni e sono sicuro che neanche giornalisti come travaglio, gomez, abbate, barbaceto accetterebbero. scusami telese, non puoi arrampicarti sugli specchi per poter giustificare il fatto che tu possa scrivere su il gionale. non puoi venirmi a dire che neanche gli altri sono liberi. questo lo dici per poterti giustificare.

    saluti, graziano

  22. Avatar andrea
    andrea

    Caro Luca,
    ho letto il suo libro “cuori neri” trovandolo molto interessante. Condivido però lo sdegno di molti lettori dell’unità, all’ipotesi del suo arrivo nel giornale fondato da Antonio Gramsci. Non mi risulta che lei dalle pagine del giornale abbia “menato” fendenti a destra e sinistra come ha fatto il buon Travaglio all’unità.
    Speriamo che l’Unità rimanga il giornale orgogliosamente libero e di sinistra come lo era con Colombo e Padellaro come direttori. Se così non fosse… povera Italia in cui il problema sono i giornalisti liberi!

  23. Avatar Luca
    Luca

    Fa male, Andrea. O mi stima, o non mi stima. Se mi stima, non può pensare che io avrei fatto danni a l’Unità

  24. Avatar Federico

    Veltroni ha fatto i suoi errori, ma non riesco a incolparlo della morte (spero apparente) della sinistra radicale. Rispetto alla disastrosa maggioranza che aveva sostenuto il governo Prodi, un segnale di discontinuità andava pur dato. Non voglio dire “meglio un partito solo così non si litiga”, ma sinceramente lo spettacolo offerto in due anni a Palazzo Chigi sapeva poco di pluralismo e molto di autoreferenzialità. L’elettorato lo ha rigettato pressochè in toto (vedi amministrative 2007), e ripresentarsi nelle stesse condizioni sarebbe stato come a dire: “scusateci ma più di questo non siamo in grado di fare”. Col senno di poi non ha funzionato, questo è certo. Ma bisognava pur tentare.

  25. Avatar graziano
    graziano

    LuTel ha scritto:
    Cruciani torna lunedì.

    Però, detto questo, continuano a colpirmi certi schematisimi. Se è una battuta va bene, mai voi pensate che nei grandi giornali, dove ci sono più di cento giornalisti si possa o si debba “condividere” quello che scrivono tutti gli altri? Ci si può incazzare per delle cose, e mi duccede una volta al giorno. Ma è scontato che sia così. E ripeto: spesso la cosa bella è arrivare in redazione, e scoprire che si sono opinioni diverse su tutto… Non voglio fare nessuna apologia, ma è come in qualsiasi altro posto di lavoro. Voi che idea avete, dei giornali? Che siano degli eserciti?
    Quanto alla alibertà, mi pare che qualcuno di voi ne abbia un ‘opinione un po’ dannunziana, come saltare sopra i cavalli di frisia o volare sopra le baionette. Così come della censura.

    In fondo è molto semplice: alla zanzara mi sono preso molte libertà, ho ovviamente sostenuto tesi molto diverse da Cruciani, forse fatto incazzare più di un ascoltatore. Se fossi stato più “prudente” non dispiacevo nessuno. Siccome non ho messo filtri, ne cercato scorciatoie, so che le voci polemiche possono pesare più di quelle neutre… Insomma, la prosisma volta si potrebbe dire: prendiamo uno più “imparziale”. Ma so no appunto una scelta, una possibilità, una cosa che può accadere oppre no. Se succede non grido al martirio, non mi considero censurato, anzi.

    Ringrazio Cruciani, che per sapendo come la penso, mi ha candidato come suo possibile sostituto per ben due volte. Adesso vi chiedo: quanti avrebbero fatto come lui? Quanti avrebbero rischiato facendo finire il proprio programma in mano a uno che è così difforme da loro? Alcuni di voi hanno un’idea molto schematica. Troppo. Come veramente si fronteggiassero bene e male. Così non si capisce l’Italia, e non si capisce il successo di Berlusconi. Oppure si pensa che la gente che non la pensa come te faccia schifo. Pensate che la convizione che la gente sia mediamente meglio di noi (e non peggio) è uno dei motivi per cui mi considero di sinistra.
    Luca

    Telese, non prendiamoci per il culo! Se tu, che dici di essere di sinistra, scriveresti per un normale giornale di destra, non ci vedrei nulla di male, anzi sarebbe come dici tu: “la cosa bella è arrivare in redazione e scoprire che ci sono opinioni diverse su tutto”. Mi permetto però di ricordarti che tu non scrivi su un giornale di destra. tu scrivi su IL GIORNALE, di proprietà di silvio berlusconi. Quello che a Montanelli, quando scese in politica disse: o scrivi quello che ti dico io oppure te ne vai. Montanelli da giornalista con la schiena dritta se ne andò. In un paese normale il tuo datore di lavoro starebbe in galera, perché è normale che chi corrompe dei giudici (vedi mondadori) faccia quella fine. In un paese normale vittorio mangano è un criminale, non un eroe. In un paese normale i ladri non delegittimano i giudici. Di queste cose hai mai provato ad esprimere la tua opinione? Magari su Il Giornale? E poi: dici di non stimare Furio Colombo e Piero Ricca, perché non ci metti anche Travaglio? Per quello che ne so, dicono le stesse cose e fanno la stesse battaglie!

    Saluti, graziano (giornalaio)

    PS. sono stato io a ricordarti quella mitica puntata su Planet con Travaglio. Ci sarebbe la possibilità di rivederla ?

  26. Avatar andrea
    andrea

    Caro Luca,
    non penso che lei sarebbe stato un cattivo giornalista all’Unità, trovo solo strano il modo in cui è stato fatto il cambio del direttore, nella stranezza di tale cambio, trovo una provocazione che si voglia chiamare un giornalista del giornale…
    conoscendo il giornale dubito che lei abbia potuto criticare il Sig. B e avere quella libertà di critica che ha avuto travaglio all’Unità. (Se mi dovessi sbagliare mi potebbe far aver un suo articolo in cui criticava l’operato di Berlusconi…)
    Le ripeto non ci vedrei nulla di male nella sua presenza all’unità è il modo che mi lascia perplesso (non contrario).
    Cmq le faccio i migliori auguri per la sua collana (molto bella) e aspeto con ansia il suo prossimo libro.
    Saluti Andrea

  27. Avatar Massimo
    Massimo

    Buongiorno Luca,
    ti seguo anche se non con l’assiduità di tanti altri, ma leggo i utoi interventi e ti vedo ad omnibus.
    Ho seri dubbi su Travaglio, lo dico da uomo di sinistra, sempre più deuso dal PD per i motivi che sei riuscito a spiegare bene te e riassumere in conformismo. Le mie notizie lo danno legato alla massoneria, ma non sono verificabili, come richiederebbe un’etica giornalista ma al tempo stesso come richiede la stessa logica ndella massoneria. Non troverai mai nessuno che dice “sono massone” né qualcuno che ti dice che “tizio è massone perché sta con me…”
    Ho scoperto che questa della massoneria, su cui forse i giornalisti poco indagano, è diventata un’abitudine per molti politici nazionali e locali come fosse l’iscrizione al dopolavoro o al circolo del golf. Con tutto quello che comporta, sulla destinazione dei soldi pubblici, sulla nomina di cariche politiche e non..
    Per cui con questo dubbio “atroce” che mi pervade leggo con molta cura le notizie che fornisce travaglio e mi rendo conto che estrapolare delle parti da un contesto e fornirla come notizia pura è semplice, magar trova anche molto pubblico, ma non è corretto (dote che continua a mancare a tutti i livelli in questa società)..
    Talvolta quando penso alla nostra Italia mi viene in mente solo una frase “M’arrendo!”

  28. Avatar Luca
    Luca

    LA PRESUNZIONE DI MALAFEDE E IL CASO BARIGAZZI

    Caro Graziano,
    un tempo avevamo fatto un sito di Planet in cui lo spezszone, esilarante c’era. Però ti devo dire che il tuo intervento mi da un certo fastidio. Allora, io sto qui, a discutere con ovi, e la cos mi piace. Ora, io capisco che su internet tutti si sentono a cazzoduro, ma la conversazione, nella “civiltà delle buone maniere” (non Concita, ma un meraviglioso libro di Nornert Elias che mi ha cambiato la vita) presuppone un minimo rispetto reciproco. E se con uno ci si dialoga, si sceglie il registro, non gli si dice “ma tanto sei un contaballe”. Quindi, il presupposto minimo della buona educazioe richiede che se io ho un’opinione, che tu non condividi (ed è un tuo diritto) non suggerisci contemporaneamente che quell’opinoione sia anche un trucco. Quindi, se io ti dico che Ricca e Colombo non mi convincono, puoi pure spararmi, ma non puoi dirmi che io non metto in quel club travaglio perchè sono un cagasotto. E’ una cosa che mi colpisce, in alcuni di questi interventi: la presunzione di malafede. Tu ci dici delle cose, ma sicuramente ci vuoi fregare. L’esempio che ho appena fatto è illuminante. Tu non ti chiedi: forse sono io un po’ coglione a pensare che se uno stima Travaglio deve stimare anche Ricca e Colombo. Pensi che sia io (!) che ho un motivo demoniaco per sostenere il contrario. E invece sono io che provo a spiegarti, e spero di cinvincerti, altrimenti ciccia, che è perfettamente legittimo distinguere da quelli che sono antibelrusconiani e seri, e quelli che pretendono di essere seri perchè antibelrusconiani.

    Dimostrazione.
    Furio Colombo. E’ stato un buon direttore, ora, putroppo, perchè mi sta simpatico, è un po’ bollito. Inveisce contro l’autore di un articolo per Newseek, Iacopo Barigazzi, colpevole di aver elogiato (a suo avviso) i primi cento gorni di Belrusconi. Bene, benissimo, io sono il primo a non credere alle bibbie dei giornali esteri, che chissà perchè dovrebbero avere sempre ragione. Ma Furio ci mette del suo, e conduce un piccola inchiesta. Scrive (testualmente, e trovate tutto online) che lui ha cercato su internet Iacopo Bigazzi, e ha rovato solo un misuratore di teschi del seicento (!!!!). Sostiene: dunque Bigazzi non esiste, è un pesudonimo di qualche berlusconiano di regime. Molti lettori de l’Unità gli credono, e scrivono lettere al gornale per congratularsi per la socperta. Peccato che Furio, o chi per lui ha condotto questa inchiesta su google, abbia digitato male. Non BIGAZZI, ma BARIGAZZI. Che c’è è vivo e vegeto, e lavora allAdn Kronos. Il giorno dopo, i cativacci del giornale lo trovano e lgi anno pure un’intervista.
    Nulla di male, bastava chidere scusa, come faccio io quando scrivo cappellate o faccio errori (al contrario di quanto penserà qualcuno, in quesot mestiere si sbaglia molto). Ma Fuorio non chiede scusa, Furio si isente investito da una grande battaglia e alza il tiro, rilancia. Scrive un seocndo fondo (lo trovate in rete, a se volete poi lo posto) Ancora più dleirante. Dice che si è approfittato di un refusetto (sbaglaire il nome a uno, dirlgli che non esiste!!!) per screditare la sua battalgia. Se Barigazzi essite, ciò non tolgie che sia ambiguo, che non si capisce il suo curriculum che c’è in internet (adesso lo ha trovato) che però non c’è una sua foto, e che la vicenda è comuque molto equivoca. E fra l’altro inssiste: come è possibile che questo Barigazzi scriva su un settimanale prestigioso, se non compare nemmeno nell’albo die giornalisti? Perchè un serttimanale anglosassone fa scrivere sull’Italia uno che non è nemmeno nell’albo?
    QUando leggo questo escondo aritcolo sono al mare. Siccome giudico Furio Colombo melgio di quello che attualmente è lo prendo anche sul sero, mi incuriosisco. Fuorio scrive che ha cercato Barigazzi alla sala della stampa estera e non lo ha trovato. Ovvio… Se è italiano e fa il giornalista all’An Kronos! Mi colpisce però il fatto che Barigazzi – a quanto dice Colombo – non sia nell’albo. Non perchè io la ritenga una diminutio. al contrario: avendo fatto questo mestiere per tanti anni, senza un tesserino (perchè è davvero dura ottenerlo se non sei un nonnista o un figlio di!) mi viene una simpatia per questo Jacopo che non conosco. E anche per un settimanale prestiogioso che lo fa scrivere. Leggo su l’unità le ettere di due lettori che scrivono: è vero, Barigazzi non è nell’albo, allora Furio ha ragione.
    Anche in vacanza mi porto dietro uno strumento che tutti i giornlaisti ricevono gratis. L’agenda del cronista. Vado a cercare ala lettera B. Trovo Barigazzi. Ci sono nome, indirozzo, qualfifica e telefono in redazione (sede di Milano). Chiamo l’Adn Kronos. Mi dicono che è al lavoro quel giorno. A quel punto vorrei persino fare un pezzo a suo favore. Lo propongo a Il Giornale. Non me lo fanno scrivere, non per una odiosa cnesura, ma perchè ne hanno già publbicato un ritratto duro (credo di Perna), altrimenti sembrerebbe una persecuzione. Non sono d’accordo, ma nei gornlai funziona così (qui, diciamo, il perfido berlusconiano ero io, i moderati i miei capi)
    Il giorno dopo apro di nuovo l’Unità. Nella pagina delle lettere c’è un terzo surreale intefrvento di Furio Colombo. Le cose sono andate così. GLi ha scritto il direttore di Newseek europa. GLi spega che si sbalgia. Che Barigazzi esiste. Che collabora con loro da anni. Che ha scritto anche pezzi contro Berlusconi, e che è uno delgi estensori della fmaosa inchiesta sul Veltrusconi che tanto fece arrabbiare il Cavaliere. Punto.
    Lego la replica di Colombo e mi cascano le braccia. Non molla e rilancia. A che titolo Barigazzi scrive? Perchè non ha irsposto alle sue accuse? Come mai ci sono quei curricula in rete? Perchè uno parla di n master e uno no? Perchè non c’è la foto (Ma che gli frega della foto, mi chiedo). A chre titolo il settimanale fa scrivere un ragazzo di così poca esperienza (capirai, ha 38 anni, un ragazzino!). Aggiunge: “Barigazzi è forse un fan di Berlusconi ospitato dal settimanale”? Poi, alla fine, COlombo fa una delle sue chiuse. Lui non sta parlando di Barigazzi. Ma deela democrazia “nel mondo” (Testuale). Cosa direbbe Grillo? Ma vaffancullo!!!!
    Luca

  29. Avatar graziano

    Sì,
    intevendo proprio quello che ha detto Scracci. Chiudo con le polemiche su Telese a Il GIornale, perchè mi pare che abbiamo proprio sviscerato tutto. Chiudo coni dibattiti sugli errori di battitura, ma resto a ronzare qui. Sono quasi tentato di postare l’articvolo che ho scritto proprio oggi su diretta imbeccata (come sempre del magigordomo di Arcore)…[/quote]

    ok, chiudiamo con la storia “telese e il giornale”. non era mia intenzione offenderti nell’altro mio intervento, era solo per precisare cosa penso di te come giornalista: piacevole da leggere e da ascoltare ma funzionale al nano di arcore. per uno che va dicendo di essere di sinistra (quindi con valori di un certo tipo: pace, solidarietà, GIUSTIZIA) stare a libro paga di berlusconi, per me, è imperdonabile.

    comprerò il libro di Nornert Elias: non sia mai che cambi la vita anche a me.

    per quanto riguarda la “dimostrazione” su Furio Colombo: può aver preso anchè un grandissimo abbaglio su BARIGAZZI, non ne sarei tanto sicuro però. ti ricordi, caro telese, cosa venne fuori qualche anno fa? c’erano tre uffici dei servizi segreti a milano, roma e palermo, che servivano per: depistare, disarticolare con mezzi traumatici e SPARGERE INFORMAZIONI positive sul nano e infamanti per tutti quelli che potevano ostacolarlo. tra questi c’era anche Colombo. ti consiglio la lettura di MANI SPORCHE, non ti cambierà la vita ma un pò di informazione in più non guasta mai.

    ti chiedo un’ultima cortesia, mi piacerebbe sapere cosa pensi di: BERLUSCONI, PREVITI e DELL’UTRI

    saluti
    graziano

  30. Avatar graziano

    LuTel ha scritto:
    BERLUSCONI?

    Ma io non ho nessuna difficoltà a dire cosa penso della triade proposta. Non avevo letto quel post dell’edicolante pazzo, e – ancora un volta – mi fa sorridere questo tono perentorio del tipo: adesso ti faccio un test per vedere se sei veramente libero. Adesso ti chiedo cosa pensi del tuo padrone, così ti smaschero. Ma tant’è, sto al gioco.
    Cominciamo da Berlusconi? Non l’ho mai votato, non lo voterei nemmeno sotto tortura, esprime un universo di valori totalmente antitetico al mio. Punto. C’è bisogno di dire altro? Penso solo una cosa, che sicuramente mi distingue dagli antiberlusconisti doc, o da alcuni frequentatori di questo sito. La riduzione della vicenda Berlusconi alla pura criminologia, offusca totalmente la capacità di analizzare il fenomeno e le ragioni del suo successo. Faccio un paragone. Quando Gaetano Salvemini (un nobilissimo Travaglio del secolo scorso) scrisse “Il ministro della malavita” contro Giolitti (ormai un classico, come sicuramente diventranno l’Odore dei soldi o Bravi ragazzi, o Regime), diceva cose sacrosante sui mazzieri giolittiani (che ovviamente c’erano. Però, impegnato nella legittima denuncia morale del fenomeno, perdeva di vista il senso del giolittismo nell’Italia di allora. Non ne capiva esattamente i contorni, il radicamento, gli indubbi successi. Il Giolitti raccontato dall’antigiolittismo non è “falso”. Ma non è nemmeno quello vero.Voglio dire che – a mio modesto parere – la sinistra sconfiggerà Berlusconi solo quando riuscirà ad uscire dal fatto personale, dalle tanto amate critiche fisiognomiche, dal prevalere dello sberleffo, dalla visione demoniaca, dall’eterna ripetizione del rosario dei processi. Perchè Berlusconi – e anche di questo mi interesserebbe sapere cosa ne pensate – non vince in questo paese perchè “controlla le televisioni”, i media, eccetera. Questa è una balla colossale. Anche la Dc controllava la Rai con il pugno di ferro (e allora c’era solo quella!) ma non vinceva la battaglia dell’egemonia culturale con la sinistra. Ovvio che controllare i media aiuta (lo fa persino Sarkozy) ma non è risolutivo. Così Berlusconi vince perchè ha costruito un rapporto di ferro con il proprio elettorato (al contrario della sinistra non lo ha mai “tradito”), perchè ha dimostrato di saper condurre le campagne elettorali con capacità di incredibile previsione politica, ha – purtroppo – costruito una legge elettorale che era tagliata su misura per lui, l’ha saputa usare melgio degli altri, l’ha difesa facendo sponda con Fassino, ha irretito le leadership uliviste riuscendo ogni volta (questo pare incredibile, ma è vero!) ad evitare che approvassero leggi sul conflitto di interessi quando erano al governo. Non li ha costretti con i fucili. Li ha fregati. Ha bidonato per due volte i Ds, prima D’Alema e poi Veltorni, con le due trovate civetta della “Bicamerale” e del “dialogo”. E quelli erano, e tutt’ora si considerano, i migliori fichi del bigoncio.

    Vi faccio un piccolo esempio: oggi tutti parlano dei tre canali di Mediaset, e della “posizione di monopolio”, come se fossero sempre stati quelli che sono. Come se Berlsuconi se li fosse trovati così, belli e fatti. Mi capita spesso, per motivi diversi di fare ricerche d’archivio. Ebbene, se voi vi leggete cosa scrivevano i giornali e cosa diceva la sinistra quando Berlusconi si compra Retequattro e Italia uno, fate un salto sulla sedia. Non solo nessuno protesta. Ma tutti levano cori di giubilo, perchè dicono (allora) che i debiti di Rusconi faranno saltare la baracca. Sono convinti che Berlusconi abbia fatto una cazzata (leggete, in proposito, se la trovate, la bella biografia di Paolo Madron), il passo più lungo della gamba. Insomma, è ovvio che i decreti di Craxi gli hanno dato un incredibile aiuto. Ma non bastano a spiegare. Perchè Rusconi e Formenton aveva buttato miliardi nei loro canali, avevano tanti appoggi politici (non meno di lui, certo) ma non erano riusciti a tenere in piedi la baracca. Mi è capitato di intervistare Mike Bongiorno. Leggete quello che racconta sui primi passi di Canale Cinque. Se uno pensa che le vittorie di Berlusconi siano tutte frutto del “trucco”, non solo sbaglia. Ma non lo capisce. E di conseguenza non lo può sconfiggere.
    Luca

    avevo sperato in una risposta più tosta ma tenendo conto che non sei un “antiberlusconiano doc” te ne sei uscito con una minestrina riscaldata. oltre al fatto che hai tralasciato i giudizi su previti e dell’utri (comunque, tenendo conto delle loro fedine penali e del fatto che la signora Ariosto ha trovato una testa di coniglio mozzata per non parlare di tutte le altre intimidazioni e delegittimazioni che ha subito. considerando anche le “amicizie” di dell’utri. ecco, hai fatto la cosa giusta). su berlusconi hai detto le stesse cose che dicono i suoi apostoli: non è vero che vince per le televisioni, non capite il fenomeno berlusconi, bla bla bla…….

    non mi riconosco come antiberlusconiano doc. so perfettamente che la sinistra ha delle grandi responsabilità: ho avuto modo di dirlo direttamente in faccia, in tempi non sospetti, a d’alema. tu dici che berlusconi non bisogna vederlo sotto l’aspetto della pura criminologia, sono d’accordo con te. ma, non puoi dire solo alcune cose e fare finte di non vedere tutte le altre: conflitto di interessi, problemi con la giustizia……..

    in un paese normale, un normale giornalista non starebbe lì a trovare il pelo nel tuorlo per giustificare il suo datore di lavoro. in un paese normale, se un nano da dei soldi ad un avvocato e questo con quei soldi corrompe dei magistrati per fargli vincere un processo, succede che il nano e l’avvocato vanno in galera. io questa cosa la chiamo GIUSTIZIA. tu come la chiami, BERLUSCONITE ACUTA? e se anche tu la chiami giustizia, come fai a lavorare per un personaggio del genere?

    PS. ho letto il tuo articolo di oggi su il giornale (ho l’edicola, non mi costa niente) quello su santa rosa: mi sono emozionato, a distanza di ore ho ancora la pelle d’anatra

    saluti, ledicolantepazzo

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