Luca Telese

Il sito web ufficiale del giornalista Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Lettera ai cuorineristi

Carissimi,
non volevo tediare i cuorineristi con un argomento non di stretta attinenza, ad esser pignoli, con il tema di questo blog. Ovvero la proposta che mi era stata fatta, di andare a lavorare a l’Unità. Tutti materiali correlati, sono pubblicati su Lucatelese.it. E lì troverete la dichiaraizone che ho fatto all’Ansa, quando mi hanno chiamato, compresa la notzia che non vado e i rigraziamenti a Concita De Gregorio per avermi fatto quell’invito. Siccome non è nata iri, sapeva chi prendeva, con quale profilo, e con quale identità politica e professionale.
Però, a ben vedere, un legame lo hanno stabilito i miei anonimi critici. Infatti, come ha raccontato Il Riformista, una mano anonima, nella sede trasteverina del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, aveva affisso un messaggio con scritto sopra: “Ecco gli amici di Telese”, e affianco una foto di Gabriele Adinolfi ed il logo di Casapound. Meraviglioso. Il giorno dopo il Corriere della sera titolava: l’ira di Colombo per l’autore di CUori neri a l’Unità” (una cosa di questo tipo).
Chi legge questo blog – loeggendo la prima e la seconda notizia – si farà quattro risate: se no altro perchè conosce tutte le dispute che Adinolfi ha avuto con me (e viceversa), e se non altro è a conoscenza del fatto che io, a quanto pare, gli stia cordialmente sulle palle. Poi, però, qualcuno arriva da Marte, non sa nulla e non capisce nulla, e pretende di metterti all’indice perchè sei “un frequentatore” di Casapound. Un amico dei fascsit, o un fascista visto che , lo dice l’equazione, ho scritto un libro suoi fascisti. Come sapete tutti a Casapound ci sono stato un sola volta in vita mia, per buona parte della serata a litigare (non che lo volessi, ma fu un piccolo match, proprio con Adinolfi, peraltro), e forse non ci andrò più. Non condivido quasi nulla di quello che dice Adinolfi, ma continuo a difendere il suo e il loro diritto ad esistere da tutti gli attacchi pregiudiziali, a fare quello che a loro aggrada, e a non essere etichettati come degli appestati solo perchè qualcuno pretende di ritirargli il patentino di presentablità sociale (non si capisce in virtù di quale divino mandato). Accadde già dopo il terribile delitto di Focene, quando quacluno approfittò della morte di Renato Biagetti per creare quella lista di proscrizione (che poi è finita nella bancheca dell’Unità) e avanzare la proposta di chiusura di Casapound. Come se dopo la bomba a Cuore nero di Milano, qualcun altro avesse imposto la chiusura del Leoncavallo. Bene, io non sono frequentatore nè di Casapound nè del Leoncavallo, ma difendo il loro diritto ad essitere, almeno finchè non violano le regole. Ecco che cosa andrei a scrivere in qalunque giornale rosso, nero o bianco in cui mi ritrovassi a scrivere. Visto che per ora quello che mi va di scrivere lo posso scrivere al mio giornale, per ora me ne resto egregiamente dove sono. E ci resto, orgoglioso di aver scritto non un libricino che ti dimentichi di aver pubblicato, ma un libro che vende quasi cinquantamila copie (settemila dell’edizione tascabile, quest’anno), e per cui la gente mi continua a scrivere anche in questa estate. Se mi mettono all’indice per Cuori neri, per il fatto che non ho una banda politico giornlaistica di riferimento, insomma, io la consdiero una piccola medaglia. Vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatto.

Luca

* per cuorineri.it


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