Nell’ultima giornata di campagna elettorale prima della tregua, nel giorno delle conclusioni e dell’ultimo duello tra Gianni Alemanno e Francesco Rutelli, (ieri «sera» a Matrix, senza esclusione di colpi) il «veleno del sospetto» è entrato nella campagna elettorale per il comune di Roma. Come in un film di Alfred Hitchcock in versione all’amatriciana, nel centrosinistra prende corpo la tesi di un «piccolo-grande-complotto» costruito per favorire il candidato del centrodestra, con l’ipotesi di uno stupro elettorale architettato (o utilizzato) ad arte per drammatizzare il problema immigrazione, per tirare al volata alla destra.
Certo, se questo sospetto fosse rimasto solo un rumor ufficioso, un semplice gossip al cianuro, nulla di nuovo né di sorprendente, data la posta in palio e la durezza della cosiddetta «dirty politics», la politica dei colpi bassi in cui sono specializzati gli americani. Ma il salto di qualità che drammatizza il confronto e rende la battaglia degli ultimi giorni spietata avviene proprio all’inizio della giornata, negli studi di Unomattina, dove Francesco Rutelli, rispondendo a una domanda del conduttore Duilio Giammaria, decide di dar credito alle voci che si rincorrono di ora in ora: «Alcune di queste vicende degli ultimi giorni – dice pesando le parole con tono grave – sono state anche un po’ sospette». Il riferimento è al gravissimo fatto di cronaca dei giorni scorsi, lo stupro di una studentessa a due passi dalla stazione di La Storta. Le «vicende sospette» a cui allude il candidato del centrosinistra sono la tempistica della denuncia alla polizia da parte dell’uomo che ha salvato la ragazza. E ovviamente anche il fatto che quest’ultimo – Bruno Musci – sia un simpatizzante del suo avversario.
Che un candidato consideri credibile un simile teorema, ovviamente, è una notizia. Ma subito dopo, quando Gianmaria continua a interrogarlo, Rutelli corregge il tiro: «Non tocca a me parlarne. Indagheranno le forze dell’ordine, indagherà la magistratura». Apriti cielo. Malgrado la calibratura avvveduta dello stop and go, il sasso è lanciato nello stagno, e Alemanno non può ignorare la gravità dell’insinuazione. Così risponde con non meno durezza di Rutelli dal palco di uno dei tanti comizi dell’ultima giornata: «Si lascia intendere chissà che cosa – replica sconcertato il candidato del centrodestra – intorno allo stupro della ragazza del Lesotho nei pressi della stazione La Storta». Alemanno non lascia mezze misure o zone d’ombra nella sua replica: «È una cosa talmente fantascientifica che non so se fa più ridere o piangere. Come si fa a strumentalizzare il dolore?».
Mentre improvvisa un comizio a piazza di Villa Carpegna, durante una festa per il candidato a presidente del XVIII municipio Daniele Giannini, Alemanno si indigna: «Stavolta si è toccato il fondo. Sono preoccupato di come Rutelli sta affrontando quest’ultimo scorcio di campagna elettorale». Più tardi, in un comizio a La Storta, l’ex ministro va giù ancora più duro: «Lasciano intendere che è stata la destra a organizzare lo stupro della studentessa del Lesotho. Sono dei cialtroni e dobbiamo rimandarli a casa». Poi una nuova fiammata. Lo staff di Alemanno segnala al candidato che su Repubblica.it si mette in dubbio persino la sua partecipazione al duello da Mentana. Fino a sera la polemica ha lasciato in dubbio la stessa partecipazione del candidato Pdl a Matrix. Prima del confronto tv Alemanno ha precisato: «Parteciperò a questo faccia a faccia nonostante il clima incivile e indegno per un confronto politico in cui si è fatta piombare la città». I veleni sono stati alimentati anche dalle notizie di agenzia sulle indagini in corso. La Procura, scrive l’Ansa, ha interrogato per quattro ore proprio Masci, l’uomo che aveva denunciato l’aggressione della studentessa. E siccome Masci è un simpatizzante del centrodestra il cronista dell’agenzia spiega: «A Piazzale Clodio è stata disposta la secretazione dei verbali». Poi, nella chiusura, una frase sibillina: «Non è escluso che durante l’atto istruttorio siano state fatte domande a Masci sui suoi rapporti con Gianni Alemanno alle luce del suo sostegno al piano di sicurezza del candidato».
Non è escluso? Leggendo questa perifrasi il portavoce di Alemanno, Simone Turbolente fa un salto sulla sedia. Dal comitato elettorale si decide che bisogna rispondere con le denunce contro chiunque insinui collegamenti fra Alemanno e quel delitto. Ma manca un giorno al voto, e il Sospetto continua ad avvelenare la vigilia dello scrutinio.
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