La trattativa, che assomiglia sempre di più ad un duello, se non sfiorasse il tragico con lo sciopero della sete iniziato due giorni fa da Marco Pannella, produce persino degli effetti comici. Ad esempio questo. Alle 19.16 le agenzie battono una dichiarazione di Walter Veltroni: «Dopo un bailamme inutile e dannoso hanno aderito all’accordo proposto. Adesso stiamo in un solo gruppo elettorale e in un solo programma». Toni estremamente concilianti. Bene, benissimo, dicono tutti. Vuol dire che è fatta. Nemmeno per sogno. Appena undici minuti dopo, alle 19.27, dal loft arriva il ruggito di Goffredo Bettini, un nuovo ultimatum per il partito di Torre Argentina. Rivela l’Apcom: «Goffredo Bettini attende una risposta scritta entro le 21». E subito dopo, nemmeno il tempo di leggere il testo, già arrivava la risposta dei radicali: «In tarda serata, prima della mezzanotte, i massimi esponenti radicali interverranno a Radio radicale per dare importanti comunicazioni ufficiali».
Che in questo braccio di ferro mediatico sia il Partito democratico, non c’è ombra di dubbio. Quello che doveva essere un accordo solenne si è rivelato un pastrocchio, tutta la disputa è dovuta a tre seggi, e per di più Marco Pannella ed Emma Bonino combattono con armi «non convenzionali», mentre i proclami del Pd ricordano le difficoltà di certe grandi armate impantanate dai piccoli eserciti, la guerra di Finlandia raccontata da Indro Montanelli.
Di certo è che, da quando è iniziata la contesa, i radicali hanno scelto una linea di glasnost in cui ogni cosa viene comunicata, e in cui la strategia segue la mossa del cavallo: si spara con la lista, ma si insiste per restarci dentro. Al che quelli del Pd sono allibiti, cosa mai potrebbe accadere, dopo che le liste fossero ufficialmente chiuse?
Infine, come in tutti i «gialli», c’è pure quello di Emma Bonino, l’unica vera candidatura ambìta da Veltroni, ma anche l’unica che non ha firmato il modulo di accettazione. Persino ieri sera, dopo l’ultimatum di Bettini, la riunione tra i parlamentari radicali iniziava senza di lei, ufficialmente per un ritardo aereo nel rientro in Italia.
Ma l’assenza dal suolo italiano non impediva alla Bonino di far sentire la propria voce: «Ieri abbiamo ricevuto un fax con la lista dei candidati, ed è del tutto evidente che non sono nove. Quando si fanno degli accordi si rispettano. Altrimenti bisogna dire che si è cambiato idea. Nessuno ci ha detto niente, non è un buon inizio. Mi auguro che qualcosa succeda, stiamo lavorando con grande intensità. Noi crediamo nella legalità e nel rispetto degli accordi».
Va detto che quel che accadeva la sera, pareva il replay accelerato di quel che era accaduto nel pomeriggio, quando – alle 14.20 – Goffredo Bettini aveva lanciato il suo primo ultimatum: «A questo punto – spiegava – siano i Radicali a dirci, entro il pomeriggio, se ritengono accettabili le nostre proposte, giudicate da tutti generosissime. Se non arriverà una risposta chiara, considereremo noi l’accordo impossibile. Perché un accordo si deve fare in due e nessuno, tantomeno il Pd, ha la volontà di imporre nulla ad alcuno». Parole a cui aveva già risposto la segretaria Rita Bernardini: «Leggiamo sulle agenzie il comunicato di Goffredo Bettini. Una risposta chiara ed evidente è già stata data ieri pomeriggio da tutti i candidati, tranne Emma Bonino, recandosi a apporre la propria firma di accettazione della candidatura». La Bernardini aveva concluso: «Ritenevo questa risposta puntuale e inequivocabile».
Come andrà a finire lo si inizia a capire qualche minuto prima delle undici di sera, quando Bettini manda a dire alle agenzie di stampa che Pannella e compagni hanno detto sì. «Ho ricevuto in serata tramite una lettera – spiega il braccio destro di Veltroni – l’accettazione formale dei Radicali alla nostra proposta sulle liste». A questo punto, dunque, «ritengo che non ci sia più alcuno spazio emotivo per dubbi e polemiche e che tutti insieme si possa concorrere alla battaglia elettorale così difficile e appassionante che ci sta dinanzi». In attesa che in nottata Pannella dica ancora una volta la sua dalle frequenze di Radio Radicale.
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