Luca Telese
Roma – È uno dei massimi esperti di ambiente fra i dirigenti del Partito democratico, uno dei volti nuovi della «prima linea» del nuovo corso veltroniano. Ed è anche – fra l’altro – presidente del centrosinistra nella commissione Ambiente della Camera. Eppure, malgrado tutte queste ragioni, ieri Ermete Realacci, deputato del Pd, ha pronunciato in Aula, a nome di tutto il suo gruppo, un intervento durissimo sulle colpe della propria parte: «In questa crisi ci sono responsabilità di tutti – ha detto Realacci a Montecitorio -, ma è innegabile che siano prevalenti nel centrosinistra che ha governato più a lungo in Campania».
Onorevole Realacci, lo sa che questo è il primo attestato delle responsabilità dell’Unione che viene da un dirigente di primo piano di questo schieramento?
«Lo so, ma sono anche cose che dico da almeno dieci, e intendo dire proprio die-ci, anni. Non le posso cambiare certo per motivi di tattica o convenienza politica».
Ha avuto un biglietto da Fini?
(Sorride) «Sì, era una battuta scherzosa: “Per fortuna che quelli come te sono pochi…”».
Bassolino si deve dimettere, secondo lei?
«Questa è una scelta che deve fare lui, e che dipende anche da cosa vuol fare nel futuro…».
Qual è stato il suo errore più grande?
«Aver sempre sottovalutato la grandezza del problema, ogni qualvolta che l’emergenza finiva. Persino l’estate scorsa è accaduto».
Anche la Iervolino ha delle colpe secondo lei?
«Il fatto che a Napoli la raccolta differenziata è sotto il 10%, con tutto quello che comporta, è una grave responsabilità sua e dell’amministrazione che l’ha preceduta».
Anche Rastrelli, il primo governatore, ha colpe, secondo lei?
«Risalgono a più di dieci anni fa, quindi per me sono più lontane. Ma le ecoballe fuori norma discendono da alcune sue scelte errate».
Lei ha sempre difeso Bertolaso, anche se tutti lo attaccavano…
«Sì, e non mi sono pentito. La sua soluzione nella discarica di Serre, poi sostanzialmente saltata, potrebbe riassorbire due o tre milioni di tonnellate, e dare il respiro necessario per risolvere la crisi».
Nel piano di Prodi Serre non c’è.
«Vero. Ma ci sono cose positive, come il superamento dei consorzi e del commissariato, che ha bruciato due miliardi di euro».
Non rimpiangeremo il Commissariato?
«Più che risolvere problemi ha creato aggravi».
Ma lei si è consultato con Veltroni prima di un intervento che conteneva uno strappo di queste proporzioni con Bassolino?
«No. Credo di avere una certa esperienza in materia, e una mia autonomia di giudizio».
L’ha chiamata per dirle che ha fatto bene o male, dopo?
«Non mi ha chiamato».
E ora come si esce dalla crisi?
«Bisogna poter riprendere respiro, trovando subito una consistente possibilità di smaltimento».
Ovvero con le discariche?
«Per i rifiuti umidi non c’è altro modo».
E poi?
«Bisogna combinare l’azione degli inceneritori con la ripresa della raccolta differenziata. Non ci sono altre vie né bacchette magiche».
«Assolutamente no. Sono una parte della soluzione, ovviamente. Ma di cui non si può fare a meno».
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