Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

E la Meloni sprona An: “La legge va cambiata”

Luca Telese

Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, stavolta parla da leader dei giovani di An. E spiega perché, «da laica», sostiene la proposta lanciata da Giuliano Ferrara e firma un documento in cui chiede che An si pronunci.
Onorevole Meloni, la convince la campagna foglista?
«Sì, perché ha rotto il tabù per cui dire una sola parola sulla 194 equivale a un crimine».
Lei la vuole abolire la 194?
«No, la voglio cambiare senza incorrere nel reato di lesa maestà».
Se la sua migliore amica le dicesse che deve abortire…
«…la scongiurerei di non farlo. E se capitasse a me non lo farei. Per noi di Azione giovani la vita va difesa dall’embrione alla morte naturale».
Perché non chiede l’abolizione della 194, allora?
«Perché ritornare alla clandestinità sarebbe ancora peggio, e il problema non si risolverebbe».
E invece?
«Se si prende atto che un embrione è portatore di un Dna unico e irripetibile si cambierebbe modo di pensare».
Siete giovani ratzingeriani?
«No, questo avviene indipendentemente dalle posizioni della Chiesa, è un’opzione di buonsenso laico, direi».
È contraria alla contraccezione, come i giovani di Cl?
«No, affatto. Ma credo che serva una battaglia per evitare che l’aborto sia considerato un metodo anticoncezionale».
In che va cambiata la 194?
«Serve una legge organica di incentivo alla maternità, ne ho scritta e depositata una firmata da tutta An».
Quindi anche più soldi…
«Sì, e molti. Ma non solo: penso a dei consultori che funzionino, e che siano un luogo di tutela della vita».
Il che tradotto significa?
«Che vai lì e ti danno tutto l’aiuto possibile per riuscire a diventare madre. L’aborto dovrebbe diventare la soluzione ultima e meno praticata».
E poi?
«Provo a infrangere altri due tabù: il primo è l’uomo».
Ovvero?
«Il padre non può essere addirittura inconsapevole di quel che accade».
Vuole che abbia un peso decisionale?
«No, mi basterebbe che fosse vincolato a un parere consultivo, e lo dico da donna».
Crede che cambierebbe qualcosa?
«Lo dico così: se negli ultimi 30 anni la scelta l’avessero fatta 4 milioni di coppie e non 4 milioni di donne sole, credo che non avremmo mai avuto 4 milioni di aborti».
Rinuncerebbe alla sovranità della donna?
«No, l’ultima parola spetterebbe sempre a lei».
Il secondo tabù?
L’errore di interpretazione per cui si è sempre pensato alla donna come soggetto debole. Il soggetto debole è l’embrione, che non ha nessuna possibilità di difendersi».
Molte madri non hanno mezzi per mantenerli, quei futuri bambini.
«Ma se quei bimbi nascessero ci sarebbero famiglie pronte ad adottarli. Siccome per me la vita è sacra, ne varrebbe comunque la pena».


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