Luca Telese
Lei sabato c’era. E quella contestazione non le è piaciuta per nulla. Anzi: Rula Jebreal, scrittrice (il suo ultimo libro, Divieto di soggiorno parla proprio delle violenze sulle donne straniere) conduttrice televisiva è in questo caso due volte donna: palestinese di nascita, italiana di adozione. A lei, l’assalto alle ministre ha ricordato qualcosa di molto spiacevole che riguarda la sua storia personale: «La madre dei cretini è sempre incinta. A me quelle scalmanate mi fanno pensare agli imbecilli che gridano 1-2-3-10-100 Nassirya nei cortei per la pace, rischiando sempre di rovinare ogni cosa».
Rula, per lei le femministe hanno rovinato la festa?
«No. Direi che ci hanno provato, certo. Ma che per fortuna non ci sono riuscite. Lasciami dire che il problema della violenza sulle donne, dopo questo bellissimo corteo, diventa visibile a tutti, e non potrà più essere ignorato».
Prima lo era?
«Per i media non esisteva. Ma proprio questo, l’intervento di alcune cretine ha rischiato di guastare ogni cosa. È davvero paradossale che in un corteo contro la violenza si adoperi la violenza, anche se solo quella verbale. Figuriamoci l’assalto alla postazione de La7!».
È un problema grande, quello delle minoranze che si infilano nei cortei per far passare posizioni molto radicali?
«Lo è così tanto che io rinuncio a partecipare ad alcuni cortei per la Palestina, tutti quelli che non sono organizzati in modo ferreo, perchè non voglio correre il rischio di trovarmi al fianco di chi brucia le bandiere di Israele, o invoca la morte di qualcuno!».
Sei solidale con le ministre contestate, dunque?
«Assolutamente sì. Il mio non è un omaggio rituale. Conosco il lavoro che hanno fatto in questi anni: la Prestigiacomo prima e la Pollastrini poi, stanno facendo veramente molto per cambiare le cose».
Ad esempio?
«Penso ai consultori, tanto per dire la prima cosa. O ai corsi di italiano che consentono a tante immigrate di imparare a leggere e a conoscere i propri diritti. Che permetteranno a tante donne di esprimersi e prendere coscienza della possibilità di sottrarsi al controllo sessuale e familistico dei loro capofamiglia!».
Perchè – vuoi dire – molti dimenticano che la violenza riguarda anche le straniere che vivono in Italia?
«Sono le più vulnerabili. E sono anche quelle che fino ad oggi non avevano strumenti per difendersi».
Quindi secondo te le contestatrici non avevano nessuna ragione?
«È grazie alla migliaia di donne che hanno manifestato pacificamente se la violenza contro le donne adesso non è più un argomento tabù. È colpa di queste scalmanate se abbiamo corso il rischio di oscurare qualcosa di bello. Mi fanno arrabbiare. Ma non bisogna nemmeno dare loro troppa importanza».
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