LUCA TELESE
A lui, il creativo dei mille scandali, il mago delle campagne-choc, Graziano Cecchini non è antipatico, anzi. Se l’uomo della beffa cromatica alla Fontana di Trevi fosse veramente il 54enne precario romano (come tutto lascia pensare, e come la polizia sostiene), Oliviero Toscani, il fotografo più famoso d’Italia (l’uomo che di recente ha fatto discutere tutta l’Italia con la sua campagna «Anorexia») dice che è disponibile ad offrirgli la forma più alta di solidarietà possibile: «Sono già pronto all’asilo mediatico ad un artista e collega, eh, eh, eh».
Scusi Toscani, noi conoscevamo «l’asilo politico»….
«Siete sempre un po’ indietro, voi giornalisti. Non conosco ancora Cecchini, ma trovo incredibile il linciaggio finto-moralistico a cui è stato sottoposto. È stato davvero lui come dicono?»
Cecchini dice: «Non sono io, ma se fossi io mi considererei un genio».
«Ho capito, è lui. Vede, da artista vuole firmare la sua opera».
Gli dànno del vandalo…
«Sì, ho letto: ma se ho ben capito ha usato coloranti particolari, studiati perché non macchiassero la fontana».
E questo per lei è importante?
«Ha pianificato l’operazione esclusivamente da comunicatore: ha lanciato un messaggio che nessuno può considerare lesivo, se non ci sono stati danni, nè temporanei, nè permanenti al monumento… Allora quale sarebbe il suo reato, scusi?»
Lei quando ha visto la foto cosa ha pensato?
«Che invidia, eh, eh… ».
Non scherzi.
«Si figuri. Anzi, le posso dire cosa è successo. Mi trovavo in un aeroporto internazionale. Ho buttato l’occhio su un quotidiano straniero, ho visto quel… quadro»
Intende dire la foto?
«No, proprio quadro. L’ho vista e ho pensato: geniale. E poi… ».
Cosa?
«La cosa che mi affascina sono le suggestioni che l’immagine evoca. Ho pensato subito: la fontana-simbolo di Roma ha avuto le mestruazioni. I veri messaggi sono quelli che arrivano al subconscio».
In questo caso si tratta di un fatto molto intimo per una vecchia signora come Roma.
«Sì, ma anche una immagine di fertilità inequivocabilmente positiva. Lei sa che il rosso è il colore più difficile da veicolare sui media?».
Perché mai?
«Perché è il rosso del sangue, della morte, è un segno che evoca indirettamente la violenza. Questa volta, la combinazione con il rito battesimale della Fontana ha ribaltato in segno in positivo».
Si potrebbe dire che alla Fontana di Trevi non serve pubblicità.
«Ma sono pazzi? Questo è un paese semi cadaverico, se nel mondo vedono quella foto penseranno che c’è ancora un anelito di vita. Magari. Forse dovrebbero pagarlo, questo presunto vandalo».
Lo dica all’Assessore, che vorrebbe avviare una causa contro Cecchini per il grave danno di immagine arrecato alla città.
«Vede che i polici non capiscono nulla? Se la Fontana di Trevi ha avuto le mestruazioni vuol dire che la città non è in menopausa! Ehhhh… Non ci arrivano, non ci arrivano… ».
Quindi non è uno stupro?
«Ma va’! Gli orrori sono altri: perché nessuno se la prende con i geometri con tessera di partito in tasca che costruiscono obbobri architettonici in giro per le città d’Italia?»
Li considera atti vandalici?
«Peggio! Recentemente ho visto un paio di chiese che sembrano delle basi missilistiche. Ormai fanno dei campanili che sembrano rampe di lancio».
E Cecchini come le pare?
«Ha una faccia interessante. Magari, mentre gli offro asilo mediatico, va a finire che lo fotografo nudo in una vasca bagno… ».
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