Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Tunisia, via dedicata a Craxi

di Luca Telese

 

Roma – Ancora una volta la scintilla di tutto arriva dalle polverose strade di Hammamet: ancora una volta la politica italiana presta l’orecchio alla Tunisia, come se il Paese arabo fosse la scatola nera di un pezzo del nostro passato prossimo, la scaturigine di un dibattito compresso. E dunque basta un gesto del presidente tunisino Ben Alì, una via intitolata nella cittadina che fu l’ultima dimora di Bettino Craxi, a riaccendere le polveri di una memoria controversa.

Tutto inizia da un dettaglio di cronaca, quando nel pomeriggio di ieri le agenzie comunicano che l’ambasciatore di Tunisia in Italia, Habib Mansour, ha informato alla famiglia Craxi che il presidente della repubblica di Tunisia ha disposto l’intitolazione di una via in ricordo dell’ex presidente del Consiglio, Bettino Craxi. La decisione – aggiunge il diplomatico nordafricano – sarà sancita da una cerimonia ufficiale, che si terrà in Tunisia in occasione del settimo anniversario della scomparsa di Craxi, il prossimo 19 gennaio 2007. Poteva restare senza echi italiani un annuncio come questo? Ovviamente no.

Passano solo pochi minuti, e arriva la prima reazione italiana, quella del ministro Antonio Di Pietro, ex Pm simbolo di "Mani pulite", che dice: «Craxi è stato un amico della Tunisia e ad Hammamet gli dedicano una strada. Da noi in Italia, però, Bettino Craxi è stato condannato da una sentenza definitiva: pace all’anima sua. I fatti ci dicono – aggiunge Di Pietro – che durante il suo mandato aveva compiuto dei reati che poi sono stati verificati in sede processuale tanto da averlo convinto a vivere da latitante in Tunisia. Questa è la verità». Esattamente l’opposto di quel che sostiene il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, prendendo spunto dall’annuncio di Ben Alì: «Credo che Roma o Milano – dice – dovrebbero dedicare una strada a Bettino Craxi. Ad ogni modo, al di là di questo gesto, la scelta del governo tunisino riapre una vicenda tutt’altro che risolta». Il dibattito, ovviamente, percorre gli schieramenti politici in modo assolutamente trasversale. Da Roma, se si eccettua il no di Rifondazione, giungono pareri favorevoli anche dalla maggioranza. «Penso da tempo – afferma il coordinatore della Margherita Roberto Giachetti – che la figura di Craxi sia da ripensare e non troverei nulla di anomalo nel dedicargli una strada».

Non ha riserve neppure il capogruppo in Campidoglio dell’Ulivo per Veltroni, Giuseppe Battaglia: «Craxi è personaggio che ha segnato un pezzo di storia del Paese». Esulta il diessino Peppino Caldarola, mentre è laconico nella sua stroncatura, il leghista Roberto Calderoli che dice: «A Bettino Craxi basta la strada che gli hanno dedicato in Tunisia…». Ed è salomonico (ma alla fine anche lui scettico sull’idea di una applicazione italiana) un dirigente di primo piano di An come Ignazio La Russa: «Ha fatto bene Ben Alì a intitolare una strada a Bettino Craxi che aveva con la Tunisia un rapporto forte. Da noi è un personaggio controverso, lì no». Il problema, spiega il presidente dei deputati di An, è proprio la figura di Craxi: «Si tratta di una persona – dice La Russa – con i suoi lati chiari ed altri oscuri. È illusorio pensare di intitolargli una strada qui in Italia senza polemiche. Ho parlato nei mesi scorsi alla figlia Stefania e le ho detto che noi non avremmo promosso questa iniziativa ma non l’avremmo neanche ostacolata. Così si sono comportati i nostri consiglieri al Comune di Milano nei mesi scorsi, quando si affrontò la questione».

Favorevole Daniele Capezzone, dirigente e deputato radicale: «La storia sarà ben più generosa, rispetto alla figura di Bettino Craxi, di quanto non lo sia stata la cronaca di quest’ultimo decennio. E ora tocca alla sinistra postcomunista fare i conti con il “caso Craxi”». Possibilista anche un dirigente della Margherita come il vice presidente della Camera Pierluigi Castagnetti: «Mi pare che si possa fare, ormai i tempi delle polemiche sono alle nostre spalle. Ovviamente si ricorderebbe il Craxi statista e non il Craxi che ha pur commesso degli errori. Non avrei nulla in contrario». Scettico un sottosegretario verde come Pierpaolo Cento: «Non è accettabile utilizzare questa decisione per riproporre anche in Italia l’intitolazione di una strada all’ex leader del Psi».


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