Luca Telese
da Roma
Rieccole: affilate, micidiali, caustiche, insomma Le Iene. Sempre devastanti, soprattutto quando operano all’interno dei palazzi della politica.
Questa volta, dopo l’ormai notissima querelle sul servizio mai andato in onda che individuava i parlamentari «dopati» di stupefacenti (testati «clandestinamente» dalle belve di Italia uno) nel mirino sono finiti il ministero dell’Economia e «il signore delle manovre» il viceministro Vincenzo Visco. La scintilla scatenante? Un altro reportage «da infiltrati», stavolta dentro il dicastero di via XX Settembre. Le Iene, infatti, erano venute a sapere che nel palazzo che ospita il ministero, è aperto uno spaccio per i dipendenti, dove si può comprare un po’ di tutto: dal profumo alle collane, dal gadget all’orologio. Perfetto. È qui che entra in scena una delle Iene d’assalto, Filippo Roma, che proprio dentro questa sorta di «Duty free» ministeriale si dedica ad un pomeriggio di generoso shopping. Tutto bene fino alla cassa, quando Roma paga ben 216 euro di conto. E lo scontrino? Ahi-ahi-ahi: qui cominciano i dolori. Perché malgrado il luogo – e la legge! – i gestori del punto vendita non gliene fanno. Strano ma vero, ma come al solito è tutto filmato dalle telecamerine nascoste. Ma in un ministero non si dovrebbe dare l’esempio?
Certo: ma ovviamente i predatori non erano ancora sazi. E così la iena Filippo si è appostata in strada per carpire un commento del ministro Visco. L’agguato riesce, ma Visco come è noto è un osso durissimo. Viene inseguito dalle telecamere, ma rimane per tutto il tragitto con la ben bocca sigillata. Nemmeno un fiato – no comment – una performance «alla Enrico Cuccia» (il patriarca di Mediobanca che rimase silente per anni, beffato – una sola volta – dal mitico Alberto Colajanni, il mitico sosia di Massimo D’Alema ingaggiato da Striscia la notizia).
Per giunta, nella puntata che andrà in onda questa sera alle 21 (condotta come sempre da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu affiancati da Cristina Chiabotto) ci sono anche altri servizi che dovrebbero destare preoccupazione per i garanti della sicurezza nazionale. Ad esempio quello della iena Luigi Pelazza. L’inchiestista ferino, che stavolta si è calato su Milano, ha scoperto che in un negozio del capoluogo lombardo è possibile acquistare sim-card anonime per i cellulari. Si tratta, insomma, di schede il cui proprietario – alla faccia della sicurezza – rimane assolutamente irrintracciabile. Contrariamente a quanto prescritto dalla legge, infatti, in questo caso le schede risultano intestate a persone diverse dall’utente effettivo. Una brutto colpo anche nel caso di eventuali inchieste anti-terrorismo e criminalità, visto che, per effetto di questo stratagemma, qualunque reato venisse commesso con uno dei numeri acquistati in quel negozio, il reale responsabile non potrebbe mai essere ritrovato. La puntata ospita anche un’intervista inedita a Mario Merola. E per fortuna che nel finale si sdrammatizza un po’, con il Trio Medusa impegnato nella «persecuzione» di Simona Ventura e i protagonisti della quarta edizione dell’Isola dei Famosi. La penitenza? Un’ironica canzone incentrata sulle disavventure di questa ultima edizione del programma. Poteva andare peggio.
E «le Iene» stanano Visco: bazar illegale al ministero
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