Ormai è ufficiale: dopo mille voci e indiscrezioni, il nome di Claudio Petruccioli è di nuovo in pista per la presidenza della Rai, con il sostegno esplicito di Piero Fassino, che ha deciso di rischiare la propria credibilità per rimettere in pista – dopo la bocciatura del tecnico Andrea Monorchio – il candidato della Quercia. La partita, però, è ancora aperta e piena di rischi, per l’attuale presidente della commissione di Vigilanza. Proprio nelle stesse ore, infatti, Romamo Prodi si affida a poche, e apparentemente asettiche parole per dire che la ricerca di un accordo con il centrodestra è un errore, una trattativa che avviene senza il suo imprimatur.
Poche parole, dunque, ma un messaggio molto chiaro. Nel giorno in cui il leader dei Ds spende tutto il proprio peso per rimettere in pista la candidatura di Petruccioli, il candidato premier dell’Ulivo spiega che tutti i suoi dubbi sulla vicenda della presidenza Rai rimangono invariati: «Sono sicuro che, se avessimo potuto disporre di abitudini di lavoro consolidate e di regole condivise e rispettate – ammonisce il professore di Bruxelles – avremmo fronteggiato con maggiore efficacia e unità anche l’ultima vicenda relativa al rinnovo dei vertici della Rai».
Il passaggio non è che una delle schegge di un lungo messaggio pubblicato sul sito Romanoprodi.it, un testo limato, concordato con gli alleati e proprio per questo significativo. Un messaggio che con tutte le cautele Prodi vuol fare arrivare all’Ulivo. Peccato però, che sul fronte della Quercia, l’operazione sia ormai in fase avanzata. Spiega il segretario dei Ds: «Claudio Petruccioli sarebbe un ottimo presidente Rai, spero dunque che attorno alla sua figura si realizzi un consenso vasto». E aggiunge, nel passaggio che in maniera più chiara sconfessa la strategia prodiana: «Occorre lavorare ad una intesa, come ho proposto da tempo, tra maggioranza e opposizione, per dare alla Rai un presidente autorevole, forte, capace di bene rappresentare l’autonomia dell’azienda». È noto che secondo il candidato premier, invece, direttore generale e presidente andavano nominati insieme, e scelti in una rosa lontana dalle appartenenze di partito. Prodi sogna due saggi, Fassino mira a portare a casa Petruccioli, e la poltrona di presidente della vigilanza per lo stratega della Margherita, Paolo Gentiloni. Così Fassino ribadisce: «Credo che una figura come Claudio Petruccioli possa essere un ottimo presidente Rai per autorevolezza politica, culturale che da tempo tutti gli riconoscono, per l’assoluta imparzialità con cui ha gestito la commissione di Vigilanza sulla Rai fino ad oggi, per il consenso che può raccogliere. Spero che attorno alla sua figura – conclude il segretario dei Ds – si possa realizzare un consenso vasto».
I primi segnali che si tratta di un tentativo serio appaiono già nella serata di ieri sulle agenzie: «A noi – dice Clemente Mastella – e lo diciamo con chiarezza ai nostri alleati, Petruccioli sta bene». Poi il leader dell’Udeur prefigura addirittura un inedito ticket: «Non avremmo difficoltà all’eventuale conferma, da parte della Casa delle libertà, di Flavio Cattaneo alla direzione generale».
Gentiloni, a dir poco entusiasta, detta addirittura l’agenda: «La Margherita conferma una posizione, per altro già espressa da tempo, il totale apprezzamento per la figura di Petruccioli, e la disponibilità a sostenerlo qualora il governo lo designasse come presidente del nuovo Cda della Rai». Aggiunge il responsabile Comunicazione della Margherita: «Mi auguro che sia fatto presto il passo che deve rendere possibile la designazione, e cioè la convocazione dell’assemblea degli azionisti. Spero che entro questa settimana si decida almeno la convocazione. Che cosa si aspetta?». E infine Sandro Curzi, Il consigliere anziano del Cda Rai e presidente reggente, che già ieri mattina, sulle colonne de Il Messaggero aveva fatto capire che il diessino era in campo: «Nessuno l’ha bocciato. Claudio in realtà è ancora in pista». Il vero problema resta la proposta e la quadratura dei voti. Nell’ipotesi Mastella la presenza di Cattaneo tranquillizzerebbe An e manterrebbe gli equilibri. Ma aumenterebbe le difficoltà della sinistra, del centrosinistra, di Verdi, correntone Ds e Rifondazione, per cui un voto a Petruccioli e un accordo con il centrodestra rappresentano un sacrificio.
Rai, Fassino prova a isolare il Professore
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